3° antipasto ☕︎

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Ho sempre considerato la fuga dai problemi come un piatto di pasta senza sale

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Ho sempre considerato la fuga dai problemi come un piatto di pasta senza sale.

Vista e olfatto coprono il disastro del gusto insipido, che passa in secondo piano quando si è impegnati ad idolatrare con gli occhi qualcosa di straordinario.

In sintesi ingannano, dandoti aspettative pronte a crollare da lì a non molto. E tu neanche ci pensi al gusto, troppo preso a farti manipolare da quei due sensi illusori.

Ed era quello che volevo fare, non pensare, quando avrei varcato le porte del mio regno per mettermi ai fornelli.

«Ma perché le case a Parigi devono essere così piccole?!»

Constatato il disastro combinato, lamentarmi era tutto ciò che mi rimaneva fare.

Vivevo in un piccolo monolocale in uno dei quartieri più umili di Parigi.
Niente ascensore e niente garage.
Lasciare la mia bici fuori? Non esisteva. Doveva percorrere quel corridoio buio e ristretto insieme a me per essere al sicuro dai Lupin parigini.

Ad ogni mio passo il legno delle scale dava vita ad un cigolio più straziante del pianto in cui mi lasciai andare durante l'intera pedalata verso casa.

Ero bagnata, triste e scoraggiata; riversai dunque il fastidio sul mio mezzo di trasporto, che lasciai cadere a terra una volta raggiunto l'ultimo piano. Il mio.

O forse farei meglio a dire...

«Coco!!» gridai un rimprovero.

...il nostro.

«Woof!!»

Come aprii la porta, venni travolta dalla vivacità sprizzante del mio animaletto a quattro zampe. Mi saltò addosso, facendomi cadere con il sedere a terra.

Ironico; insieme formavamo il nome della regina dei profumi sebbene fossi priva di un fiuto acuto come il suo, cosa che ci rendeva semplicemente Coco e Chanel.

«Hai fame, eh?»

Abbaiò, leccandomi tutta la faccia.

«Buono, bello, che io non sono nel menù!» presi ad accarezzarlo, tirandolo per il collare.

E neanche il mio piatto lo era.
Fu il mio pensiero intrusivo a rabbuiare i miei occhi.

Presero il colore della notte che copriva l'assenza del giorno, mentre trasformai il mio dolce sorriso in qualcosa di più amaro.

«Perché ti piacciono i miei piatti, Coco?»

«Woof!!»

La sua fu una risposta senza senso. Come il suo motivo. Gli piacevano e basta.

«Va bene, bello, ho capito. Vediamo di fare felice qualcuno oggi»

Un'ondata di motivazione mi spinse su con un balzo. Tornai dritta ed entrai nel mio spazio ristretto insieme alla bici, che lasciai all'ingresso.

Coco's revengeOnde histórias criam vida. Descubra agora