2ᵃ portata ☕︎

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Non mi piacciono gli esami

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Non mi piacciono gli esami. A nessuno piacciono. Ma per entrare in quell'accademia dovevo immaginare che ne avrei dovuto superare uno.

Il mio è tra un giorno e mezzo, il tempo che ho stimato per arrivare a Bellebouche, dove risiede l'Enigma Academy.

«Hai preso tutto?»

«Se per tutto intendi quasi niente, oui, maman, l'ho preso»

È mattina. Presto. Troppo. Non è neanche mezzogiorno e questa cosa al mio cervello non piace.

Lento come una tartaruga compete contro la lepre del tempo: sono già passati diciannove giorni dalla mia decisione di andare all'Enigma. E boh, niente, eccomi qua, a preparare il viaggio per il territorio nemico.

La mamma se ne sta con una sigaretta stretta tra due dita, l'orlo del tabacco più focoso dello sguardo ossidato. I suoi occhi depressi filmano ogni mio movimento, come se fosse l'ultimo, nemmeno stessi andando a morire in trincea.

«Hai i soldi per il treno?»

«No»

«Neanch'io» risponde Chanel, toccandosi le tasche che non ha. «Però ho una caramella», me la passa da un vassoio.

«A forma... di osso?», la metto in borsa, «beh, grazie».

Vabbè, non mi aspettavo che mi desse qualcosa di utile.

«Comunque non preoccuparti, ho già pensato a tutto. Andrò con questa»

La bicicletta rosa della mamma è sempre al solito posto, vicino all'entrata a prendere polvere. La impugno, dò un paio di colpi sulla sella e agguanto i manubri per accertarmi dei freni.

Vecchia, ma buona. Come una milf.

«Vuoi andare a Bellebouche in bicicletta?»

«Sì, perché?» ci salgo sopra per provarla.

Non sono una ladra per svago. Non mi piace rubare e se posso evitarlo, lo evito.

Chanel scoppia a ridere e io smetto di fingermi una ciclista del Tour de France per ammirarla con zigomi tropicali. È bellissima, vorrei che ridesse più spesso.

Poi si avvicina, mi prende per la faccia e mi da un bacio casto sulle labbra.
Ha la bocca così calda e morbida... Immagino che sappia di fuoco e rose sbocciate, ma non ne sono sicura, perciò mi viene in mente l'azzardo di inserirci la lingua e verificarlo con il cuore impazzito.

Ma la mia titubanza ha un prezzo: non faccio in tempo a farmi accogliere che la mamma si è già ritirata.

«Buona fortuna, Coraline» mi augura con l'accenno di un sorriso morto.

E il mio stato di trance ha fine così.

«Grazie» salto giù dalla sella e mi avvio alla porta. «Allora io vado»

Coco's revengeWhere stories live. Discover now