I Will Find You

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Harper

Stavo fissando il soffitto del mio baldacchino, disperatamente alla ricerca di un po' di pace in quella settimana infernale. Mai avrei immaginato che l'invito del preside Wilson ad accompagnare Selena per il suo primo giorno avrebbe completamente stravolto i miei piani.

Ero convinta di non piacerle, così come lei non piaceva a me. Eppure, pretendeva seriamente di essere coinvolta in tutti i miei affari...

Non so come abbia scoperto i miei legami familiari con Ander, era impensabile che tornasse a studiare alla Hoose dopo quell'incidente.

E nemmeno Tommen o Jaiden erano previsti. Questo nuovo anno scolastico mi stava riportando tutti i problemi che mi perseguitavano fin dall'inizio.

Quando ho raccontato a mio padre del ritorno di quei tre, ha mostrato un finto interesse con mezze promesse e frasi lasciate sospese, come suo solito.

avevo lottato così duramente nel processo contro Tommen, ma senza prove concrete la questione è stata archiviata. Non ero preparata per tutto questo e la mia mente implorava solo un po' di riposo.

-Harper?- La voce di mio padre mi fece aprire di scatto gli occhi, quasi socchiusi dall'affanno.

Si affacciò alla porta della mia stanza mentre scriveva qualcosa sul suo cellulare.

-Stasera abbiamo degli ospiti, preparati.-

-Cosa? Ma avevo dei programmi con le ragazze!-

-Niente 'ma', signorina. Sei mia figlia. Che figura farei?-

Per non rovinare la sua "stupida" figura, avevo appena rovinato la mia serata.

-Non potrebbe venire Ander?! Perché proprio io!-

Lo sguardo di mio padre si indurì al semplice accenno di quel nome.

-Lui ha deciso di andarsene, quindi è escluso da qualsiasi coinvolgimento familiare- concluse lui, chiudendo la porta con decisione.

Sbuffai e alzai gli occhi al cielo. Da quando Ander era andato via, era caduto su di me il peso di gestire gli affari di famiglia, come se non avessi già mille altri problemi.

E per di più, mio padre era diventato ancora più diffidente di prima. Immaginare che la persona che aveva scelto non volesse essere scelta, doveva essere stato duro.

Ha provato più volte a salvarlo, ma chiunque si avvicini a lui sembra affogare in un mare di problemi, proprio come me o papà.

Conoscevo bene gli ambienti in cui Ander era coinvolto e, anche se ero costretta a partecipare a riunioni formali al suo posto, il fatto che fosse lontano aveva lenito una parte di me.

Però era tornato e mi sentivo incrinata, fragile.

Iniziai a prepararmi afferrando uno dei miei tanti vestitini simili nell'armadio. Stesi un leggero strato di trucco sul mio volto e indossai gli orecchini a forma di infinito che mia madre mi aveva regalato per il mio tredicesimo compleanno.

Uscii velocemente dalla mia camera, quando sentii lo scricchiolare dei ciottoli nel vialetto, segno inequivocabile che una macchina stava parcheggiando.

Mi affacciai, cercando di non farmi notare troppo, alla finestra di fine del corridoio.

Una macchina rossa aveva appena accostato...mi sembrava averla già vista. Decisi di non farci troppo caso e mi affrettai verso la sala da pranzo che era perfettamente apparecchiata.

Recitai il mio sorriso sentendo alcuni passi avvicinarsi all'ingresso, la porta si aprii, e quando i miei occhi caddero su chi aveva appena varcato la soglia, un grande senso di vertigine invase il mio corpo.

CollisionWhere stories live. Discover now