Parte 11

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-cosa vorresti dirmi con questa storia tom- chise la ragazza fissando i lineamenti molto marcati del ragazo -niente, solo, stai attenta di chi innamori- disse il ragazzo alzandosi dolcemente dal letto e andando verso la porta che appena uscì socchiuse -cosa significa- bisbigliò la ragazza 

stai attenta a chi ti innamori, ecco le parole che gli bacillavano in testa, cosa poteva saperne lui di ci si poteva innamorare lei, si sentiva confusa, si giro verso il lato dove una volta si era posato il ragazzo, vi posò sopra la mano e gli sembrò di toccarlo, ogni fibra del suo corpo era attirata però il suo cervello lo escludeva completamente, perche?, questo schieramento fra il suo cervello e il suo corpo la mandava fuori, quel ragazzo la mandava fuori, la sua domanda era perche gli faceva quell'effetto, era strano e incontrollato e più pensava a lui più le domande si facevano impetuose, come un mare durante una tempesta, lei era la povera barca che cercava di restare a galla per non sprofondare, si addormentò con ancora molti dubbi e poche certeze cosa che ora mai era costante da quando aveva incontrato tom.

Emily si sveglò con un vigoroso mal di testa e decise di non andare a scuola.

scese le scale e incrociò tom -buon giorno bambolina- la salutò il ragazzo con un caloroso sorriso sul viso -hei ciao com'è andata la notte- gli chiese -divinamente, a te com'è andata- chiese tom avvicinandosi alla ragazza -bene, ho un po di mal di testa- disse toccandosi la fronte -non stai bene, si vede ontano un kilometro, stenditi nel letto, ti porto la colazione e ti misuro la febbre- disse tom reggendo la ragazza -no davvero rugiada, non ti preoccupare- disse la ragazza cercando di fare un passo ma il suo equilibrio era instabile quindi risciò di cadere se non fosse stato per il fatto che tom la prese al volo -non mi fido- disse il ragazzo prendendo Emily a mo di sposa e portandola nella camera che poco prima aveva abbandonato per raggiungere la cucina.

La stese sul letto e si diresse verso la porta, venne fermato però dalla voce dolce e soave di Emily -grazie rugiada, fai molto per me non saprei come sdebitarmi- disse la ragazza guardandolo nei suoi bellissimo occhi nocciola -tu ti sdebiti essendo al mio fianco bambolina- disse tom per poi andare in cucina a preaprare la colazione a Emily.

Andai in cucina a preparare la colazione alla mia bambolina, dovevo mangiare anche io però non me la sentivo di lasciarla da sola per sedurre una stupida umana, portarla nel bosco e saziarmi.                                                                                                                                                                              Ogni minuto che passavo con lei mi faceva sentire sempre più confuso, perchè ero così legato a lei?, questa cosa non aveva senso ero un vampiro, la creatura più  satanica sulla faccia della terra, ero stato creato dal diavolo, allora perchè una creatura così pura e innocente mi voleva al suo fianco, cosa di me la incuriosiva a tal punto di farmi vivere sotto il suo stesso tetto senza opporsi? forse perchè non sapeva che io fossi un vampiro, sicuramente se lo avesse saputo mi avrebbe buttato fuori di casa 

Emily era sdraiata sul letto del ragazzo con un mal di testa assurdo che non gli faceva chiudere gli occho, ma per fortuna arrivò il suo cavagliere con una razza di latte e dei biscotti -eccomi- esclamò il ragazzo sedendosi -sei il mio ero disse la ragazza dandogli un leggero bacio sulla guancia -sei sempre così freddo, non dovresti coprirti un po di più?- chiese la ragazza preoccupata per la bassa temperatura corporea dell'amico -non ti preoccupare per me, ora pensa solo a rimetterti, io devo andare, tu mi raccomando stai qui trancuilla se c'è bisognio chiamami, se vuoi ti chiamo bill per non farti rimanere qui tutta sol- tom venne interotto da Emily -stai calmo, gia sto meglio vai a fare le tue cose e non preoccuparti per me, al massimo invito qui erica va bene- disse la ragazza rassicurando tom che aveva uno sguardo cupo e triste -sei sicura, se vuoi posso restare con te- 


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