25 - LA PARTENZA (2)

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«Io e Roberto dobbiamo andare.» fu quello che disse invece, non appena tutti avevano finito di fare colazione. «Dobbiamo trovare gli altri sei e dobbiamo cominciare prima possibile.»

Andrea guardò suo padre che ricambiò lo sguardo solo per un attimo, prima di abbassare gli occhi. «Papà!» disse. «Stavolta vengo con te.»

«No, Andy! Devi stare con loro. Sarai più al sicuro.» Rivolse lo sguardo su Camilla. «Devi restare con lei e proteggerla.»

Andrea guardò di sfuggita prima Veronica, poi Camilla. «La porto con me!»

«Sì! Dove va lui, vado io.» aggiunse subito la ragazza, accarezzandogli i capelli.

«No, ragazzi. Questo non è possibile.» intervenne Alberto. «Non sappiamo dove ci condurrà questo viaggio, cosa e chi incontreremo. Non avremmo il tempo per pensare anche voi. Dobbiamo trovare sei persone, quindi ci serve posto nell'auto. Mi spiace.» Si rivolse a Giancarlo. «Ci serve quel macchinone lì fuori. È tuo?»

«La Ford Taunus? No, no. Era dello stronzo che stava per stuprare lei.» Indicò Dalila. «È tutta tua!»

«Papà, non...»

«Andy, basta. Non possiamo ogni volta discutere su tutto. Siamo in piena emergenza e ti voglio al sicuro. Con noi non lo saresti. Io sono uno di loro, uno di quegli scrigni. È mio dovere andare. Perché non riesci a capirlo?»

«E allora perché Veronica non viene? Anche lei è uno scrigno.»

«Lei può proteggerci da quei cosi viola! L'abbiamo visto giù in paese.» Aveva preso la parola Dalila. Il ragazzo si girò a guardarla in modo sprezzante.

«Allora che vada lei a cercare quella gente. E tu papà puoi restare qui a proteggerci!» Giancarlo ridacchiò.

«Ha undici anni, Andrea!» Roberto si stava alterando. «Credo di poter aiutare Alberto un po' meglio di lei. So girare per le strade, conosco il mondo un po' meglio, senza offesa Veronica.» La ragazzina taceva.

«Sì ma, se per caso...»

«ANDREA BASTA! CAZZO!» Laura ebbe un sussulto e si fece il segno della croce. Marta cominciò a piangere. Andrea, con gli occhi lucidi, guardò per un secondo il padre; fremeva di rabbia. Poi senza dire nulla, uscì dalla casa. Camilla fece per andargli dietro, ma Veronica la bloccò, prendendola per un braccio. «Lascialo da solo per un po'.» le sussurrò.

Roberto si sedette, sbuffando. «Scusate!» disse. Alberto gli toccò la spalla.

«Gli passerà, dai.» disse Giancarlo, mentre si apriva un'altra merendina.

«C'è un'altra cosa.» continuò Alberto. «Sarebbe più sicuro per tutti voi raggiungere la vallata dell'FDS. Franco de Simone può offrire riparo, cibo, acqua, luce e gas. Io e Roberto andremo là, quando avremmo trovato gli altri sei.»

«Se li troveremo...» disse Roberto, ancora scosso per la discussione.

«Quando li troveremo!» puntualizzò Alberto, guardandolo torvo. «Vale soprattutto per te, Veronica. Sei uno scrigno, quindi, giocoforza, prima o poi dovrai recarti nella valle. E prima è, meglio è!» La ragazzina annuiva, fissandolo.

«Io non vado da nessuna parte! Te l'ho già detto.» disse Giancarlo guardandolo con aria di sfida, mentre masticava la sua merendina con un mezzo sorriso stampato sulle labbra. Alberto dovette contenere un moto di rabbia.

«Se però veramente hanno i servizi che qui mancano, io vorrei andarci.» s'intromise Laura, che aveva calmato Marta e guardava Giancarlo con occhi dolci. Il vecchio si schiarì la voce e si versò un altro po' di succo.

VuEffe (parte 3) - I tormentiМесто, где живут истории. Откройте их для себя