29 - L'ARMADIO DEI RICORDI (2)

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Francesca, posata la pistola su una delle mensole dell'armadio, aveva aperto la scatola con il suo nome, venendo travolta all'istante da un flusso di emozioni, tanto intenso quanto improvviso. Suo zio aveva conservato i giocattoli, i disegni e qualsiasi altro oggetto avesse caratterizzato la sua infanzia passata con lui, tra la FDS e la villa. Si mise una mano sulla bocca per soffocare un singhiozzo che sentiva salirle rapidamente la gola, mentre due grosse lacrime scendevano dagli occhi. Improvvisamente ricordi, sensazioni, persino odori la circondarono, facendole salire una nostalgia quasi difficile da sopportare. "Non hai tempo adesso, scema!" pensò, asciugandosi il viso e riponendo in fretta il Cicciobello con il quale si era addormentata tante e tante sere. Fortunatamente Walky e Talky erano lì a fianco, così non dovette compiere la sicuramente dolorosa operazione di svuotare quel contenitore e immergersi ancora di più nei suoi bei ricordi. Li appoggiò sulla scrivania dietro di lei e tornò all'armadio per cercare le pile. Nella fretta e nei dubbi che lo zio aveva sollevato, si era dimenticata di chiedere dove fossero e lui di dirglielo e, lì dentro, c'erano almeno una ventina tra scatole e contenitori vari, disposti sulle cinque mensole che componevano il mobile. Ne aprì una piccola, a caso, piena però solo di varie prese elettriche, di forme diverse. In un'altra trovò vecchi fogli ingialliti zeppi di quelli che sembravano strani e complicati calcoli matematici. Sospirò, la richiuse e ne aprì una terza, lunga e rettangolare. "Perché non hai scritto il contenuto anche sulle altre scatole, caro zio, oltre che sulla mia?"

«Ciao troia!»

Il cuore di Francesca si bloccò e rimase per qualche secondo immobile, con il coperchio in mano, incapace persino di respirare. Poi, lentamente, andò indietro con la testa, fino a scorgere da dietro l'anta aperta, la provenienza di quelle parole. Masi era fermo sulla porta e la fissava, sorridendo beffardamente. Francesca lanciò una furtiva occhiata all'interno dell'armadio, poi si mostrò interamente all'uomo, cercando di non far trasparire sul volto l'ansia, spruzzata di vero terrore, che le si stava attorcigliando attorno allo stomaco. «Ciao Masi.»

«Oh, quindi adesso ci diamo del tu. Stiamo diventando amici? Bene!» disse lui, entrando di qualche passo nell'ufficio. «Ti confesso che ci sono rimasto male per come te ne sei andata ieri. Non mi hai nemmeno salutato. Non si fa così!» Fece altri due passi verso di lei, con il sorriso maligno sempre più allargato. «Volevo riprendere il discorso dallo stesso identico punto in cui la tua defunta lupa ci ha interrotto! Ricordi? Direi di sì, visto che ti ho lasciato sulla faccia dei souvenir interessanti!»

«Sì, va bene.»

«Cosa?» Masi si fermò a qualche metro da lei, visibilmente stupito dalla risposta e dall'apparente tranquillità che mostrava la donna. Francesca abbozzò un sorriso e si tolse la maglietta, lanciandola sulla scrivania proprio sopra i due walkie-talkie.

«Vuoi fare la furba con me?» disse lui, riacquistando in parte la sua solita espressione, sporcata, però, da un lieve imbarazzo, assolutamente stonato su quel viso. «Se credi che...»

«Togliti i pantaloni!» lo interruppe, slacciandosi il reggiseno e lasciandolo cadere a terra.

Masi deglutì, colto completamente alla sprovvista. L'aveva già vista nuda, proprio il giorno prima, completamente nuda, stesa sul letto. Ma stava scoprendo in quel momento che c'era differenza tra sorprendere una donna senza vestiti o assistere mentre se li toglieva di sua spontanea volontà. Non sapeva se fosse così per tutti, ma per lui la differenza era enorme, come le dimensioni che stavano assumendo le sue parti basse.

«Allora? Cosa stai aspettando?» insisté lei, slacciandosi i pantaloni e calandoli fino al ginocchio. Da sotto le mutandine di pizzo che indossava, s'intravedeva appena il nero dei peli. A quella vista il sorriso di Masi si riaccese, meno maligno e decisamente più lascivo di prima. Slacciò il bottone e abbassò i calzoni. Indossava ancora la tenuta da prigioniero con la quale era stato ingabbiato nelle segrete dell'abbazia.

VuEffe (parte 3) - I tormentiWhere stories live. Discover now