𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 𝓭𝓾𝓮

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PUBBLICATO IL 24/01/24

Apro la porta del bar e un campanello suona al mio ingresso.

È molto grande!

C'è un bancone alla mia sinistra e dietro di esso c'è un muro pieno di alcolici di tutti i tipi.

Nel locale sono sparsi parecchi tavoli di legno rotondi con delle sedie attorno.

Sul fondo c'è un'area rialzata con tavoli di vetro e dei divanetti dall'aria costosa di colore bordeaux.

L'intero locale è sui toni del marrone e del bordeaux.

Da quell'aria di prestigioso e misterioso.

C'è profumo di pulito, al contrario di tutti i bar in cui ho lavorato che c'è puzza di chiuso e fumo.

《Hai intenzione di ordinare o vuoi fissare il locale ancora per molto?》una voce stizzita mi fa risvegliare dall'incanto che è questo locale e mi volto verso una ragazza bionda ossigenata che mastica una gomma dietro il bancone.

Ha le braccia poggiate al sottobancone dove si preparano i cocktail e mi fissa con aria annoiata.

Ha una camicetta bianca sbottonata, un po troppo per i miei gusti, sul petto e non so cosa indossi sotto ma suppongo un pantalone classico.

O almeno lo spero perché se la divisa comprende una mini gonna mi sentirei parecchio a disagio.

《In realtà sono qui per il cartello》lo indico con un dito avvicinandomi al bancone e sfilandomi gli occhiali.

Gli occhi mi bruciano leggermente per la luce che filtra dalle vetrate ma lo ignoro.

Non posso di certo fare il colloquio con gli occhiali di sole quindi sarà meglio abituarsi ora.

Lei mi squadra masticando a bocca aperta la gomma e sbuffa una risatina.

《Ne sei sicura? Sei almeno maggiorenne? Il capo è lige alle regole non lascia le scappate di casa minorenni a lavorare nel suo locale》mi avverte salutando in modo provocante un tizio che è appena entrato nel bar.

《Non credo siano affari tuoi questi. Vorrei parlare con il capo non con una dipendente irrispettosa》rispondo incrociando le braccia al petto.

《Con questo atteggiamento di certo non verrai assunta Casper》mi insulta.

Sussulto leggermente per l'appellativo con cui tutti i compagni di classe mi chiamavano per prendermi in giro e mi schiarisco la gola impedendo alle lacrime di salire agli occhi.

Ho dovuto rinunciare agli studi perché non potevo permettermelo e in parte anche per i continui insulti che ricevevo.

Purtroppo le tinte e il mascara non servivano a nascondere il mio problema perché ormai mi conoscevano.

Era anche peggio quando ho iniziato a cambiare piccoli aspetti di me per assomigliare a loro e sono arrivata a desiderare di sparire piuttosto che subire ancora i loro insulti, così quando mi sono resa conto di non potermi più permettere gli studi ho abbandonato senza pensarci due volte.

《Mi stai ascoltando? Santo cielo ma come pensi di poter fare questo lavoro in questo modo? Sei ridicola! Torna nel buco da cui sei venuta Casper》sbuffa spazientita facendomi tornare all realtà.

《Betany non hai preso abbastanza cazzi questa mattina per caso? Ti vedo stressata tesoro》una voce di un'altra ragazza fende l'aria tesa e mi fa sussultare e girare di scatto.

Una ragazza con degli occhi nocciola e dei capelli blu elettrici all'altezza della spalla e mossi la guarda divertita.

Ha una maglia nera con stampato un teschio al centro, infilata per un pezzo nei pantaloni attillati e strappati in diversi punti. Sopra la maglia ha una giacca di pelle nera e un casco in mano.

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