𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 𝓸𝓽𝓽𝓸

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PUBBLICATO IL 03/04/24

BYRON

Doccia fredda.
Congelata.
Da ipotermia.

Questo è ciò di cui ho bisogno.

Nessuno mi ha mai fatto questo effetto.

Neanche da adolescente quando ero nel pieno dei miei ormoni adolescenziali.

Quella ragazza è in grado di accendere tasti di me che non pensavo neanche di avere.

Parcheggio la bugatti chiron nel parcheggio sottostante la mia villa e scendo senza preoccuparmi di chiuderla.

La villa è protetta da telecamere e il garage si è chiuso alle mie spalle appena entrato perciò non ho timore di svegliarmi l'indomai senza più un auto.

Anche se fosse potrei facilmente ricomprarla perciò non ci sono problemi.

Sbatto la porta del garage che da accesso alla casa e mi allento la cravatta mentre salgo le scale che portano al piano superiore dove ho la camera.

La casa è vuota, le domestiche e i cuochi si sono ritirati nelle loro abitazioni già da ore essendo ora le 3.

Apro la porta della stanza e getto la cravatta sul letto perfettamente sistemato.

Mi sfilo la camicia come scottato dal tessuto troppo aderente per il mio respiro irregolare.

Sono fiera di lei signor Hamilton

Nessuno mai mi aveva detto una cosa del genere e tanto meno mi sono mai eccitato per una frase così genuina.

Ho capito però che qualsiasi frase pronunciata da lei non sarà mai genuina per me.

Mi slaccio la cintura e apro la zip dei pantaloni dopo aver sfilato le scarpe.

Lascio scivolare i pantaloni a terra e non mi preoccupo di sistemare nulla andando direttamente nel bagno padronale che ho nella stanza.

Apro l'acqua della doccia mettendola più fredda possibile e mi sfilo i boxer.

L'erezione schizza fuori trovando finalmente sollievo e senza perdere tempo entro in doccia.

Il tatuaggio del tribale che parte dal braccio destro e scende fino alla parte bassa del bacino è contornato da vene sporgenti.

Mi metto sotto il getto congelato senza prestare attenzione ai brividi e al freddo che mi penetrano nella pelle.

I suoi occhi, così chiari da sembrare finti.

La sua pelle, così bianca da sembrare porcellana.

I suoi capelli, così bianchi da sembrare una cascata di neve.

Un fiocco di neve.
Ecco cose è lei.

All'apparenza fragile e tenera, ma se la si tocca per troppo si resta congelati dalla sua essenza.

Mi passo le mani sul viso per alleviare il bollore che sta salendo sulle guance nonostante l'acqua congelata che mi scende addosso.

L'erezione è ancora lì e non sembra intenzionata a rilassarsi.

Non posso farlo, è irrispettoso nei suoi confronti.

Ha solo diciotto anni per la miseria compiuti da soli tre mesi per la precisione.

Se si venisse a sapere mi rinchiuderebbero in un ospedale psichiatrico.

La visione di lei, con la mia giacca addosso che le copre tutte le curve e la protegge come un manto però mi attanaglia la mente e la testa fa quasi male.

sin of lustWhere stories live. Discover now