𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 𝓷𝓸𝓿𝓮

517 44 107
                                    

PUBBLICATO IL 28/04/24

Elektra

《Devi sempre rovinare tutto. Sei un'incapace del cazzo. Avrei dovuto abortire》le urla di mia madre si sentono per tutto l'appartamento mentre mi sbrigo a prepararmi per il lavoro cercando di ignorarla il più possibile.

Cleopatra e snow sul letto mi guardano correre da una parte all'altra della stanza confuse.

《Mi stai ascoltando? Non ignorarmi nulla facente ti ammazzo》urla ancora mia madre prima di sentire il rumore di un vetro gettato a terra.

Tutta questa ira è dovuta al fatto che questa mattina ho fatto la spesa e non le ho comprato l'alcool.

Lo fa sempre per poi uscire lei stessa e andarsi a comprare le bottiglie di vodka che tanto desidera.

Ormai ci ho fatto l'abitudine ma sentirla dire certe parole sul mio conto mi feriscono sempre.

Do un bacetto sul muso dei miei cuccioli ed esco dalla stanza chiudendomi a chiave la porta alle spalle.

《Oh eccoti ti sei degnata di presentarti finalmente lucida troia》

《Hai sbagliato appellativo madre quella sei tu》Sbuffo infilando gli occhiali in testa e raccogliendo i pezzi di vetro da terra.

Guarda che casino che ha fatto!

《Fai la spiritosa? Vedrai quando ho finito con te come ti divertirai ancora》si avvicina a me ma la sua sbornia la rallenta e riesco a spostarmi giusto in tempo prima che mi tiri uno schiaffo.

《Complimenti hai vinto il premio come madre dell'anno》Sbuffo buttando nel secchio i pezzi di vetro.

《Avrei dovuto abortire》mi sputa addosso parole velenose che provo ad ignorare.

《E io avrei voluto avere una madre decente eppure eccomi qui e tu sei un'alcolizzata del cazzo. Direi che nessuna delle due è stata accontentata》ribatto sbattendo l'anta del secchio e andando verso la porta di casa.

《Ingrata di una figlia. Io mi sono sacrificata per te》urla.

Sento dei rumori dietro di me ma non mi giro intenzionata ad andarmene al più presto.

《Wow che sacrifici ne prenderò nota madre. Ora vado a lavorare visto che almeno una di noi un lavoro lo ha》appena finisco la frase qualcosa mi colpisce il braccio facendomi male.

Mi giro trovando mamma ancora seduta a terra a ridere come una matta.

A terra c'è un pezzo di vetro che mi è sfuggito e, osservando il braccio sinistro trovo un taglio dietro il gomito sulla parte superiore.

《Psicopatica del cazzo》mormoro aprendo la porta e infilandomi gli occhiali la sole sugli occhi.

《Ti uccido stronza》urla quando chiudo la porta dietro di me.

Sbuffo e mi passo le mani sulla faccia incammiandomi verso la metro.

Metto le cuffiette con il filo alle orecchie e aziono la mia playlist.

"A Thousand Miles" di vanessa carlton mi risuona nelle orecchie e pian piano il malumore scema lasciando posto alla spensieratezza che questa canzone mi dà.

Canticchio la canzone entrando in metro.

Trovo un posto a sedere e mi siedo solo per cedere il posto ad un vecchietto la fermata dopo.

Mi ringrazia calorosamente e io gli sorrido.

Arrivata alla mia fermata scendo saltellando e mi incammino verso il bar.

sin of lustWhere stories live. Discover now