CAPITOLO 1

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Dring, Dring!

Il suono della sveglia interrompe il mio sonno.
Sono le 7.00 di mattina e anche se ho ancora sonno mi alzo subito dal letto.
Infatti, oggi è giovedì 18 gennaio e questo significa che è il mio compleanno!
Sono al settimo cielo! Finalmente il mio giorno preferito di tutto l'anno è arrivato! Dopo ben 356 giorni di lunghissima attesa! Finalmente è arrivato il mio giorno! Un giorno tutto per me dove sono solo io la protagonista indiscussa!
Compio 13 anni e per l'occasione mio padre mi ha organizzato una festa con i miei amici in pizzeria. Ci saranno anche mio padre, mio fratello, i miei nonni e le mie due cuginette.
Sarà tutto perfetto proprio come ho previsto! Sto organizzando tutto da quasi un mese e sono gasatissima.
Ma prima di tutto dobbiamo prepararci per andare andare a scuola.
Sicuramente anche in classe i miei compagni e i professori mi festeggeranno, canteranno la canzoncina di buon compleanno e mi applauderanno!
Inoltre è anche una giornata diversa dal quotidiano perché andremo al liceo per vedere la scuola.
Infatti, andando in terza media, stiamo visitando un po' tutte le scuole per scegliere dove andare l'anno prossimo.
Io personalmente sono già fermamente decisa sul classico! Amo l'italiano e da grande voglio fare l'avvocato quindi il classico è la scuola perfetta per me!
È da quando sono piccolissima che sogno di andare al classico. Non vedo l'ora! Chissà come sarà? Gli insegnanti, i compagni nuovi... Mi farò tantissimi amici! Anche se devo ammettere che mi mancheranno i miei vecchi amici...
Ma ora non è momento di pensare a queste cose! Pensiamo al presente e a oggi!

Mi dirigo in cucina dove sta già facendo colazione mio fratello Matteo.
"Auguri Catee!" mi saluta con un largo sorriso appena mi vede.
"Grazie Matteo" ricambio con un sorriso largo come il suo.
"Per regalo, oggi non ti infastidirò come faccio di solito. Però non ti viziare: solo per oggi! Poi domani ricomincerò" mi prese in giro come suo solito fare.
"Ok grazie" dico ridendo.
Mi accomodo sulla sedia vicino alla sua e inizio a inzuppare i biscotti nel latte caldo.
"Non c'è papà?"
"Starà ancora dormendo..." taglia corto.
Com'è possibile che proprio il giorno del mio compleanno papà decide di dormire di più. Vabbè non avrà sentito suonare la sveglia.

Finisco il mio latte, metto la tazza in lavastoviglie e corro in bagno a lavarmi.
Mi guardo allo specchio.
I grandi occhi marroni catturano l'attenzione nel mio viso tondo dalla carnagione chiara. Papà dice sempre che gli ricordano mamma ma per il resto sono identica alla parte paterna.
Lego i miei capelli in una coda bassa e inizio ad insaponarla.
Probabilmente la parte che più odio di me stessa sono i capelli: corti in un caschetto, mossi e gonfi.
Vorrei così tanto potermi fare la piastra come tutte le mie amiche ma papà non vuole perché pensa che sia ancora troppo piccola. Come non vuole che mi trucchi del resto... Vabbè forse solo per stasera mi permetterà di lisciarmi i capelli e di mettere un filino di mascara sulle ciglie.

Dopo aver lavato anche i denti, corro in camera dove devo scegliere cosa indossare.
Apro l'armadio e ne tiro fuori i miei jeans preferiti: semplici e larghi a sufficienza da essere comodi.
Deciso di abbinarci un maglioncino blu scuro (il mio colore preferito) anch'esso semplice ma comunque carino.
Nel complesso l'outfit mi piace! È carino ma semplice, proprio come me! Poi magari stasera metterò qualcosa di un po' più elegante...
Sistemo anche i capelli che, per l'occasione, oggi lascerò sciolti.

Esco dalla camera e guardo l'orario. Sono le otto meno cinque. È tardissimo!
"Matteo sei pronto?"
"Sì, dammi solo 2 minuti e vengo"
"Papà? Sì è..."
Non faccio in tempo a concludere la domanda che il mio telefono inizia a squillare: è Manuela, la mia migliore amica.
"Eii Manu!" rispondo alla chiamata.
"Eii Cate! Auguriii!"
"Grazie Manu!"
"Ci troviamo al solito angolo per andare alla stazione insieme?"
"Sì certo! A dopo"
"A presto"
Abitiamo vicino perciò andiamo quasi sempre a scuola a piedi insieme.
Riaggancio e mi fiondo in camera di Matteo.
"Stavo dicendo...Papà? Non si è ancora svegliato?"
"Non l'ho visto proprio..."
"Va bene, ora mi affaccio in camera sua. Muoviti che è tardissimo" dico sistemandogli i capelli e uscendo di corsa dalla camera.

"Papà! Papà! È tardi. Sei pronto?"
Nessuna risposta. Decido di bussare prima delicatamente poi via via più insistentemente.
Non ricevendo ancora nessuna risposta decido di entrare nella stanza.
La finestra è chiusa perciò nella stanza regna il buio più totale.
"Papà, dai è tardi! Ti vuoi alzare?! Sono praticamente le 8!"
"Papà! Papà! Papà!" lo muovo delicatamente per svegliarlo.
"PAPÀ! PAPÀ! PAPÀ!" poi più forte, in modo insistente.
"PAPÀ!...PAPÀ!...PAPÀ!..."
Finalmente i miei occhi si abituano al buio.
Papà sembra apparentemente addormentato ma è pallido. Pallido più del solito. Avvicino di più la mia mano fino a toccarle la guancia: la sua pelle è fredda.
"Papà...?" mi esce in automatico con un filo di voce dalla mia bocca.

"Recupereremo il tempo perso con mamma" diceva...Onde histórias criam vida. Descubra agora