CAPITOLO 4

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Subito dopo i due carabinieri scendono da casa mia accompagnati dal nonno.
Mi salutano con un sorriso cortese e, entrati in macchina, vanno via.
"Ho chiamato la zia Giulia. Oggi starai con lei e con Cecilia e Greta, ok?" mi chiede gentilmente il nonno.
Annuisco.
Zia Giulia non è realmente mia zia: è la figlia della mia prozia, la sorella di nonna, ma per me è come se fosse mia zia. Cecilia e Greta sono le mie cuginette che amo!
"Verrà tra una mezz'oretta. Vedi se vuoi portarti qualcosa o se devi sistemare qualcosa..."
"Ok" dico e salgo di sopra per prepararmi.

In realtà non devo prendere nulla in particolare ma vorrei stare un po' per i fatti miei dato che fino ad ora non ho avuto pace.
E purtroppo, tarderò ad averla ancora per molto!
Infatti, nella cucina c'è nonna che piange. Mi avvicino a lei per consolarla. L'abbraccio e le faccio sentire la mia presenza. Mi immedesimo in lei un'attimo: ha perso suo figlio così... senza preavviso, all'improvviso.
"Dovevo morire io, al suo posto!" esclama secca dal nulla.
Mi stacco improvvisamente dalla stretta.
"Ma che dici!?"
"Ormai gli anni miei me li sono fatti! Lui era così giovane! Poi ci siete voi, tu e Matteo... Sono stata da pochi giorni operata al cuore! Vedere mio figlio, il mio bambino, morire prima di me..." blatera tra i singhiozzi.
"Nonna, ascoltami! Non potevi scegliere! È successo e basta. Non possiamo fare nulla e non potevamo fare nulla! Ora dobbiamo solo accettare questa cosa, rimparare a vivere anche senza di lui"
La fai semplice!
"Sei sempre stata così matura e saggia, Caterina!" mi sorride e mi stringeva nuovamente a sé.
In quel momento Antonio, un amico di mio padre, citofona probabilmente passando per caso e notando grand casino vicino casa.
"Buongiorno! Tutto bene?" chiede preoccupato.
"Vieni che ti parlo" gli risponde mio nonno allontanandosi in un'altra stanza per non discrezione verso me e verso la nonna, già molto scosse.

Rassicurata la nonna, vado in camera mia per cercare quella tranquillità che tanto desidero.
Inizio nuovamente a respirare a fatica, trovando le stesse pareti, che sapevano di casa e che mi hanno vista crescere, come delle prigioni vuote e bianche che mi stringevano.
Respiro profondamente quasi ingoiando aria giù nei polmoni a più non posso.
La mia vista inizia a farsi scura e devo sedermi a terra per non rischiare di svenire e sbattere la testa.
Nel frattempo, in casa c'è una grande confusione. Probabilmente, molte persone sono corse a vedere cosa fosse successo allertati dall'aumbulanza e dall'auto dei carabinieri.
Ma io non voglio andare! Non voglio dover sopportare altri sguardi indiscreti di persone che nemmeno conosco che chiedono pietà per me, un'orfana!

Ma poi, dopo uno dei tanti campanelli, sento una dolce voce famigliare.
"Ciao zio, sono venuta appena possibile"
Subito il respiro si calma e ritorno a vedere e a respirare normalmente.
Era zia Giulia!
Prendo il telefono e lo zaino con alcuni libri da leggere. Prendo il giubbotto e lo indosso uscendo dalla mia camera.
"Ciao zia" la saluto timidamente senza fare molto caso agli altri presenti.
Lei mi circonda subito con le braccia e il suo calore mi fa tranquillizzare.
"Cate..."
Probabilmente voleva aggiungere qualcos'altro ma non sapeva cosa dire. Ma va bene così... perché con quell'abbraccio e la sua vicinanza aveva già detto tutto ciò che occorreva.
"Andiamo?" chiedo.
"Sì certo" risponde.
"Ci sentiamo..." aggiunge poi rivolta ai miei nonni.
Abbraccio forte nonna e poi anche nonno. Dopodiché mi dirigo con lei verso l'uscita.
Salgo in macchina e metto la cintura. Zia mette in moto l'auto e ci allontaniamo da casa.
Faccio un respiro di sollievo.
Per tutto il tragitto e anche a casa siamo silenziose. Non parliamo per niente!
Mi stendo sul divano e apro il libro che avevo portato con me. Era "Tenebre e ossa" il libro preferito di Manu che mi aveva consigliato e che avevo iniziato da poco. Inizio a leggerlo nella speranza di ingannare la realtà ma senza troppi risultati.
Dopo qualche pagina mi rendo conto di non aver capito nulla di quello che avevo letto. La mia testa è incapace di pensare a qualcosa! È come se fosse entrata in blackout!
Ma continuo a sfogliare le pagine più che altro per ingannare il tempo che sembra non scorrere mai.

"Eii Cate, ti va se cuciniamo qualcosa insieme? Tra un po' escono Cecilia e Greta..." mi chiede un agg da mettere la zia che si era affacciata in salotto.
"Ok..." rispondo e, chiuso il libro e poggiato sul tavolo, la seguo in cucina.
"Cosa prepariamo?" mi chiede con un sorriso delicato.
"Quello che vuoi tu"
"Per me è uguale!"
"Anche per me! Sai che mangio tutto..."
"Come vuoi... facciamo Carbonara?" chiuse il discorso senza continuare oltre perché aveva capito che non ero dell'umore giusto.
"Ok"
"Vai a prendere 5 uova dal frigo allora"
All'inizio abbiamo cucinato senza dire mezza parola poi la situazione si è alleggerita quando zia ha rotto un'uovo sul piano da cucina e non nel piatto.
Probabilmente l'ha fatto apposta per farmi distrarre e la ringrazio perché mi ha regalato una risata sincera.
Mi è piaciuto tantissimo cucinare con lei soprattutto perché è una cosa che non ho mai fatto!
Mentre scoliamo gli spaghetti, entrano a casa Greta e Cecilia con zio Mario.
"Vai da loro! Finisco io qua. Però tra 2 minuti tutti a tavola!"

"Ciao Cecilia! Ciao Greta!" le saluto andandogli incontro e abbracciandole con un sorriso.
Mi rendono sempre felice! Quando sto con loro dimentico tutti i miei problemi!
"Ciao Cate" mi rispondono in coro abbracciandomi a loro volta.
Il loro sorriso però, seppur sincero come solo i bambini sanno essere, è un po' timido. Probabilmente zio gli ha già detto tutto in modo da essere preparate.
"Ciao Cate" mi saluta anche zio abbracciandomi forte.
"Tutti a tavola!" annuncia la zia.
Sentendo il profumino, per la prima volta dopo ore, inizio ad avvertire un leggero languorino.
Mi metto a tavola, insieme agli altri.
Dall'aspetto il piatto sembrava delizioso! Assaggio una forchettata di spaghetti e ne ebbi la conferma!
Forse valeva più la compagnia e il fatto che l'avessi fatta io che il sapore ma va bene.

La restante parte della giornata trascorse tranquillamente.
Dopo qualche ora di studio nelle quali ho aiutato Cecilia e Greta nei loro compiti, abbiamo deciso di vedere un film.
Ridiamo e scherziamo e il tempo è volato!
Insieme a loro dimentico tutti i miei pensieri. Non penso quasi per niente a papà. Se non fosse per alcuni messaggi dei miei amici, che mi facevano le condoglianze, ai quali, però, rispondo velocemente, senza pensarci molto, per tornare subito a giocare con le mie cuginette.
Dopo cena, andiamo poi tutti a dormire.
Abbiamo unico i lettini di Cecilia e Greta in modo da dormire tutte e tre insieme.
Stranamente, forse stanca dalla giornata, appena poggiata la testa sul cuscino, mi addormento.

"Recupereremo il tempo perso con mamma" diceva...Where stories live. Discover now