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Contea Ortodossa del Lancashire, Zone Rurali Controllate, Inghilterra, 21 dicembre 2089

Poteva sentirlo distintamente.
Un grido.
Una vibrazione.
Un tremito, come i primi spasmi di un epilettico.
Marta giaceva, come gli altri, su quel terreno una volta bruno.
Un gemito.
Un enorme gemito.
Fratello Thad avviò l'enorme mietitrebbia elettrica, poi ne scese e, correndo affannosamente, si ricongiunse alla fila dei fratelli sdraiati ordinatamente in terra.
Grano da falciare.
La macchina irta di lame era lontana, per dare il tempo di un ultimo ripensamento a chi avesse voluto.
Viso a viso, mentre tutti si prendevano per mano.
Lunghe assemblee segrete e silenziose avevano occupato parecchie notti, notti di vecchi, notti di poche ore di sonno, tante di ricordi e ancor più di freddo, spesso fame, e paura.
La terra non era più fertile. Quel poco di soia o di riso era scarno, immangiabile, insufficiente. Il grano geneticamente modificato impoveriva il terreno. Quella era stata la dura lezione che l'Inghilterra tutta aveva dovuto imparare. Le Zone Rurali non coprivano neppure un ventesimo del fabbisogno alimentare del paese. Inutile sperare di sviluppare piante migliori, i soldi per la ricerca servivano a nutrire la troppa gente ridotta allo stremo. Impossibile importarle, non si stava molto meglio altrove.
La poca acqua, poi, non favoriva la coltivazione. Era scarsa persino per le serre idroponiche, che anni prima erano sembrate il jolly, la soluzione a portata di mano... solo per deludere: la verità era che non c'erano più nemmeno i fondi per desalinizzare.
Era così ovunque. In America una parte dei giovani era stata indottrinata fin dalla nascita a formare una speciale casta che fosse il massimo nella produzione del cibo: forti, robusti, pieni di abnegazione, senza altro scopo. Un'altra che contasse i migliori cervelli, ossessionati dal solo scopo di trovare soluzioni valide per evitare di accelerare ancora sulla china della scarsità di risorse, della sovrappopolazione. L'unico risultato era stata una mezza generazione di monomaniaci con tanti problemi psicologici da risultare perfettamente inutili. Il governo inglese aveva tentato dapprima con le Zone Rurali Controllate, puntando sulla tanto efficiente etica del protestantesimo, tentando di evitare i madornali errori statunitensi... ma si rivelò ben presto una politica di pura sopravvivenza: troppa gente per pensare al futuro, troppa sete, troppe emergenze, troppo tutto.
Non era questione di scarsa lungimiranza... ormai non più.
Semplicemente non si poteva più fare altrimenti.
Il mondo arrancava pesante, spinto a fatica dalla sua stessa inerzia.

Marta lo sapeva.
Chiunque coltivasse lo sapeva, scienziato o bracciante che fosse.
Ogni raccolto andato male era un chiodo nel coperchio della cassa da morto del mondo.
Quindi quello che stavano facendo era giusto.
Doveva essere giusto. Bastava guardare una qualsiasi edizione del Daily World.
Avevano pregato tanto, in quegli ultimi giorni. Avevano pregato per le anime delle persone che sarebbero rimaste, avevano pregato per le sorti di un piccolo grumo di fango, metallo e carbonio che fluttuava attorno alla gloriosa candela di Dio, nel Cosmo da Lui creato.
La mietitrebbia, con lo sterzo bloccato, procedeva lentamente in linea retta verso di loro. Li avrebbe travolti l'uno dopo l'altro e sarebbero morti lì, sulla stessa terra per cui avevano buttato la vita. Un modo di espiare.
Marta tremò.
Il terreno polveroso sotto di lei piangeva. Continuava ad avere l'impressione di sentirlo. Da tutta la fila di corpi distesi si levava un mormorio sommesso, un avemaria sussurrato mano nella mano.
Cuori in fiamme.
Un cielo povero, scarno.
Grida.
In lontananza... ma non proprio. Vicine. Vicine come le vibrazioni della mietitrebbia, ma non erano le vibrazioni della mietitrebbia.
La terra... no, la Terra stessa sembrò contorcersi come un corpo vivente, come se un dolore lancinante le stesse torcendo le viscere, come se una moltitudine immensa di vermi fosse strisciata tra Marta e il suolo contorcendosi oscenamente. Si alzò di scatto, terrorizzata, ansimante, cacciando brevi urla sconnesse, spazzandosi i vestiti con le mani come se milioni di insetti le camminassero addosso.
Poteva essere solo un'impressione? Sembrava così vero... Dio, non volevano arrivare a questo.
Non avevano mai voluto, non era quello che avevano desiderato per i loro figli e nipoti, non era ciò che volevano regalare loro, ma si trattava di tutto ciò che erano stati in grado di creare. Non era abbastanza, né giusto. Dovevano espiare la colpa più orrenda, quella di aver ucciso il futuro. Potevano ridargli la vita solo con il sacrificio del loro sangue e della loro carne.
La mietitrebbia incontrò la prima persona della fila.
Nella mente di Marta passarono le parole "Sorella Jo", ma erano proprio soltanto parole.
Non ricordò che erano novantacinque anni che la conosceva, non ricordò di aver badato ai suoi figli e nipoti, non ricordò di averle pianto accanto solo poche sere prima, mani rugose nelle mani rugose.
La scarsa luce lunare dava contorni grotteschi a forme irriconoscibili, mentre le carni di Sorella Jo volavano in aria a brandelli tra alti spruzzi di sangue grigio e urla strazianti, rosse. Vide le lame della trebbiatrice divorare un corpo e attaccare il successivo, come un'affamata, selvaggia apparizione da un bestiario medievale.
Marta si accorse di essere in piedi.
Anche Fratello Thad si era alzato. Correva piangendo verso la strada che fiancheggiava il campo.
Aveva rinunciato, singhiozzava come un bambino.
Fuoco.
Marta vide bagliori color arancio sull'orizzonte vagamente luminescente e capì che molti altri avevano cominciato. Senza sapere come, capì. Lo sentiva tramite la terra.
Cadde sulle ginocchia logore, stanche. La mietitrebbia continuava il suo lavoro. Marta girò il viso, la guardò.
Puntò lo sguardo su Fratello Thad che ancora fuggiva, stavolta ginocchioni: probabilmente era inciampato ed era troppo terrorizzato e sconvolto per accorgersene. Sentì le lacrime scenderle sulle guance. Non le asciugò.
L'ira del Signore era giustificata.
La punizione che si erano scelti commisurata.
Chinò il capo fino a terra e cominciò a pregare, dimentica della sensazione brulicante che l'aveva fatta alzare. Non contava più. Nulla contava più. Solo la nuova possibilità contava, quella vita che aveva ancora un senso soltanto nella sua accezione più ampia. Gli errori commessi non avevano più senso.

Stavano pagando.
Che Dio ne fosse testimone, stavano pagando.

L'ultimo dono possibileWhere stories live. Discover now