capitolo 9

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Amelia se ne stava mezza sdraiata nell'ultimo piano delle gradinate a leggere quando vide Petit avvicinarsi a lei.

"Dove sei stato?" Gli chiese poggiando il libro alla sua sinistra.

"Mi cercavi?" rispose con un'altra domanda lui sorridendole.

"No, non ti avevo ancora visto questa mattina." "Ti mancavo allora?" continuò a stuzzicarla alzando la coperta che la copriva per mettersi accanto a lei.

"Non sai quanto davvero." Rispose ironicamente fingendosi disinteressata, tornando a leggere per finta il libro.

Vedendo che lui non rispose comunque, insistette "Dai sul serio, dov'eri?" lasciando perdere definitivamente quel maledetto libro.

"In stanza a parlare con Maria." ammise "Che è successo?" chiese pensando fosse successo qualcosa di grave.

"Quanto sei paranoica Amy." le fece stano sentir usare da lui il nomignolo che, oltre ad Amelietta, usavano i ragazzi in casetta.

"Abbiamo parlato un pò di me, mi voleva conoscere meglio." continuò a spiegare lui giocherellando con la coperta che li copriva entrambi.

"Ah si, ieri sono uscita sul retro e ho sentito la voce di Maria parlare con Kumo. Penso lo faccia per conoscere tutti meglio. "

"Dai che vi siete detti?" chiese curiosa porgendosi in pò di più verso di lui, interessata.

"Le ho parlato di quello che facevo prima. Che giocavo a calcio." "Si lo so." rispose lei. "Che c'è? Ho visto le foto sopra il tuo letto." Si giustificò allo sguardo stranito di lui.

"Poi le ho raccontato come ho iniziato a fare quello che faccio ora." continuò a raccontare rimanendo poi in silenzio. Amelia lo fissò, aspettando che continuasse. "C'ho fatto mò?" chiese ridendo.

"Embè non me lo racconti? Io mica lo so" gli disse lei, come se non fosse ovvio.

"Quando è andata via nonna ho iniziato a scrivere, era un pò la mia.. musa, la mia musa era diventata."

Petit si perse in un punto indefinito della sala, riportando lo sguardo su di lei solo quando la sentì toccargli il braccio.

"Questo è suo?" sfiorò l'occhio tatuato circondato da dei fiori.

"È de nonna si, perché abbiamo gli occhi uguali.". "Aveva dei bei occhi allora." disse lei continuando ad accarezzare sfiorando il tatuaggio del cantante.

"Mi spiace, da come lo racconti dovevi essere davvero legato a lei." "Lo sono."

I due furono interrotti dalla voce della padrona di casa, Maria, che chiamò tutti i ragazzi nelle gradinate perché dovevano vedere dei video.

Quando furono tutti seduti, Amelia e Petit compresi, rimasti dove erano prima, ai ragazzi venne spiegato che avrebbero visto alcuni dei casting che avevano tenuto i professori.

Vennero così mostrati alcuni cantanti e ballerini che alcuni dei ragazzi in casa conoscevano, chi di vista, chi un pò meglio.

"Lei è brava ma non tanto nel classico." Amelia commentò a voce non troppo alta la ragazza che venne mostrata.

"Dici?" le chiese il ragazzo accanto a lei. Prima di rispondergli lo guardò con la coda dell'occhio, trattenendo un sorriso. D'altronde, che ne poteva sapere lui?

"Si, la vedo un pò traballante in punta." Spiegò sorridendo.

"Eh infatti, non l'ho notato solo io, è molto sbilanciata di 47 gradi a destra quando gira." il cantante si finse un grande critico di danza neoclassica, facendo ridere Amelia per la posizione pensierosa che aveva.

"Ma dai, non saprai manco quanto so 47 gradi!" li prese in giro dandogli usa leggera spallata.

"Mh mh." Lui non poté che guardarla tra le piccole fessure dei suoi occhi che la fissavano dall'alto. Naturalmente sorridendo, come sempre.

***

Il giorno dopo i due non si visero quasi mai. Il cantante doveva provare per il 'pre-puntata', e la ballerina si occupò anche del suo compito.

Tra una pausa e l'altra riuscì anche ad andare in sala a dare una mano a Simone, anche se insieme a Luca, il professionista, era andato abbastanza avanti.

Lei lo aiutò più che altro emotivamente. Lui aveva questa costante ansia di non essere all'altezza per fare quello che gli piaceva di più, ballare.

Ma lei gli fece cambiare idea, almeno in parte.

L'unico momento che ebbe per vederlo, fu quando ritornò in casetta, ma non ebbe neanche tempo di salutarlo che corse nelle gradinate, dove i ballerini stavano parlando dei due compiti assegnati, uno per Nicholas e uno per Elia.

Rimasero per una buona mezz'ora a parlare fin quando decisero di alsarsi. Amelia andò subito verso la stanza celeste per recuperare i leggins che aveva prestato a Marisol la sera prima, quando, passando per la stanza rossa, lo vide.

"Ciaoo." Appena lui si accorse di lei, si mise di scatto seduto nel suo letto, togliendosi le cuffiette dell'mp3. "Ciao." la ballerina rispose stanca.

"Come va?" scese dal letto e si avvicinò a lei. "Bene Petit, sono solo stanca morta." fermando il suo cammino solo quando lui le fù difronte.

Sensa dire niente lui l'abbracciò, dandole un leggero bacio sulla nuca, e stranamente lei ricambiò.

I due erano totalmente a conoscenza che il loro modo di fare cambiava quando stavano insieme, ma nessuno fece nulla per cambiare le cose.

***


Amelia fece in tempo a uscire dal bagno che le sue compagne di stanza, Marisol e Sarah, la assalirono di domande.

"Ciao..." Si chiuse la porta alle spalle e più che un saluto, quel 'ciao' suono come una domanda.

"Siete davvero belli insieme." Sarah diede per scontato il motivo di quella 'riunione' e andò dritta al punto.

"Più insistete più rimarrete deluse alla fine. Lo sapete?" sorrise stanca alle ragazze avvicinandosi al mobile disordinato della stanza.

"Tu che ne pensi di lui?" forse fu Marisol a chiederglielo, ma non ne era sicura. Ogni volta che spuntava fuori quel discorso il suo cervello si disconnetteva.

"Mh?" chiese scuotendo la testa, sentendo solamente silenzio.

"Dai che dici?" richiese Chiara.

"È davvero un ragazzo d'oro, non posso dire che non sia un bel ragazzo anzi. Ma non lo so, lui... Boh, io non lo so. Non ho la minima idea di quello che stiamo facendo."

"Noi si."
"Sappi solo che se ne sono accorti tutti, tranne voi."
"Di cosa?" Amelia continuò a non capire.

Invece di risposte ricevette un cuscino in faccia. "Amy, dovete aprire gli occhi, ma non possiamo farlo noi per voi. Prendetevi il vostro tempo." Sarah le parlò con calma sorridendole, avvicinandosi alla porta insieme a Marisol.

"Non aspettiamo, ma non ce mettete troppo sa!" Gaia le disse, forse più seria del dovuto.

Quando le ragazze della stanza blu uscirono, quelle della stanza verde si diedero la buonanotte, anche se solo due di loro riuscirono ad addormentarsi davvero.

Una, infatti, rimase sveglia, troppo persa con la mente, in quei occhi acqua marina, fin troppo riconoscibili.

Blind |Petit|Where stories live. Discover now