Capitolo 30

150 5 0
                                    

Lizzie

«Come scusa?», Lizzie era rimasta a bocca aperta per la richiesta del ragazzo che sedeva davanti a lei. Era talmente tanto contenta di essere lì con lui, che ciò che avevano vissuto dal bacio sul campo, al ritorno nel suo loft le aveva dato la sensazione di essere in una bolla, tanto che non aveva messo insieme i pezzi di quello che era successo. Era pomeriggio inoltrato, il suo telefono lo aveva abbandonato da qualche parte nella borsa, mentre parlava a Noah chiedendo mille volte di perdonarla per quella decisione presa mesi prima. Gli aveva promesso di essere sincera, gli aveva detto che lo amava e lui lo aveva detto a lei, ma quella richiesta era capitata a sorpresa.

«Voglio sapere tutto. Perché lui? Ti ha fatto godere? Dove è successo?», il ragazzo era seduto di fronte a lei, ancora con le mani sulle sue e lo sguardo deciso di chi sa cosa vuole.

«Noah, non mi sembra il caso, è imbarazzante», le guance le si arrossarono ed abbassò la testa per nascondersi dietro i capelli sciolti.

«Mi hai promesso sincerità. Non posso andare avanti pensandoti con lui, quindi voglio sapere com'è andata».

«Beh, okay. Ci provo».

Lizzie sospirò piano, pensando che avrebbe dovuto dirgli anche di come ogni volta che Marco l'aveva toccata, i suoi pensieri erano andati a lui.

Come si spiegava una cosa del genere?

Si alzò dal divano, non riuscendo a stare ferma per l'ansia che l'aveva colta alla sprovvista e le stava mangiando lo stomaco. Sospirò, chiuse gli occhi e ricreò quella serata, nonostante fosse offuscata dall'alcool bevuto e dei ricordi confusi.

«L'ho incontrato al bar».

«Cosa ti ha colpito di lui?».

«Che era mezzo nudo, aveva gli addominali e mi ha esplicitamente chiesto di seguirlo». Fece un sorriso forzato vedendo l'espressione sorpresa di Noah, e sperò che fosse davvero pronto a sentire quello che aveva da dire.

«Un po' pericoloso non trovi?».

«Forse, ma ero in hotel e le altre lo avevano visto. Mi sentivo ubriaca e tranquilla. Volevo solo togliermi te dalla testa».

«Me?».

«Il tuo tocco, le tue labbra. Dopo essere scappata quel giorno dallo studio, mi sono dovuta arrangiare da sola per raggiungere l'orgasmo, e solo il tuo pensiero mi ha aiutato a farlo».

Lizzie sentì le guance arrossarsi dopo quell'affermazione, ma lo sguardo di Noah cambiò, una scintilla nuova che Lizzie sapeva corrispondere a quella dell'eccitazione. L'aveva vista a casa di Ted, nel suo studio, in quella stessa casa, e alla festa di Francine. Lizzie ingoiò il groppo di imbarazzo che sentiva crescere in gola.

«Volevo una scopata con qualcuno che mi facesse dimenticare di te».

«E allora quale è stato il motivo che ti ha spinto da me poi?».

«Mi sembra ovvio, non ci sono riuscita. Nemmeno con Marco».

«Racconta, voglio i dettagli».

«Io non riuscivo a toglierti dalla testa e non riuscivo nemmeno a capire il perché. Noah le tue mani mi fanno impazzire», sospirò di nuovo, allontanandosi sempre di più dal divano e dal ragazzo.

«Ma, tornando a Marco, lui si è presentato da me e ci ha provato e io, ubriaca e con la testa che girava, gli ho detto di sì. Siamo andati in un luogo più appartato e io ho visto un bagno e...».

«Un bagno? Lizzie ma... Io pensavo almeno in un letto!», Noah si alzò di scatto e Lizzie dovette fargli cenno di stare zitto perché sapeva che in quel momento avrebbe dovuto spiegare ciò che per lei era la parte più difficile ed imbarazzante.

Broadway in loveWhere stories live. Discover now