Premesse

49 7 2
                                    

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


❝ E sembra sempre che ti chieda i miracoli
E dell'amore non conosci più i sintomi
E mi confondi con il peggio di me
Solo il peggio di me, eh 


Nell'agosto del 2018 ho conosciuto una persona che, nel bene e nel male, si è rilevata determinante nella mia vita, spezzandola in un prima e un dopo.


Nel febbraio-marzo dell'anno successivo, ho capito che per me stava diventando qualcosa di più e mi sono posta di fronte ad un bivio. Da una parte, a destra, avrei lasciato che quell'amicizia rimanesse "leggera" come lui desiderava, mentre dall'altra, a sinistra, avrei fatto in modo di coltivare un rapporto più profondo.


Non c'è bisogno di specificare che ovviamente, da buona testarda, ho scelto la strada di sinistra. Sperando che bastasse.


Le slam poetry (non sono così presuntuosa da chiamarle addirittura poesie!) le scrivevo tenendomele solo per me mentre le didascalie in mezzo, scandite dal passare dei giorni, sono cose che mandavo a lui in seguito ad una cosa che era successa.


Per quanto riguarda la genesi di quest'opera, dunque, bisogna premettere che la persona di cui parlo era molto idealista e una sera, si lamentò con me del fatto che le sue parole non venissero prese in considerazione dagli altri ma catalogate come semplici fantasticherie.


«Le utopie sono morte» mi disse.


Io avevo sentito parlare di "utopie" al liceo durante l'ora di filosofia e le ho sempre immaginate come qualcosa di così lontano da essere puramente astratte, malinconiche e splendentemente oniriche.
Le sue utopie, invece, quelle politiche, le ho sempre viste come qualcosa di così realistico da potermici completamente affidare.


Per tirarlo su di morale, quella sera, inventai questo gioco di parlare di un utopista e di una sognatrice - complementare a lui - che vivevano su un "Astropianeta" lontano dalle cattiverie del mondo.


Ed ecco quello che è uscito.



Voglio dedicare queste parole che leggerete alle canzoni di Levante che, soprattutto con l'album "Magmamemoria", mi sono state vicine accompagnandomi in quei mesi successivi particolarmente bui e mi accompagna tutt'oggi, quando rifletto su che persona sono diventata in amore.
Quelle più significative in particolare, le ho organizzate in una playlist che è possibile ascoltare su Spotify e che potete trovare nella descrizione dell'opera, importante per un'avvolgente fruizione della stessa.


L'unico trigger warning è la triste presenza della dipendenza affettiva.


Vi auguro una buona lettura e un buon ascolto


Ah, se ti lascio andare oltre i miei buchi neri chi ti salverà?
Lanciato nello spazio, missione distruzione e non ritornerai
Eroico cosmonauta, viaggi nelle mie orbite ancora 


E così, ti lascio andare, tesoro mio.
(Non ho mai avuto il coraggio di chiamarti "amore mio", perché nel mio caso sapevi fosse troppo vero). 

Ma in qualche modo, così, saremo eterni. 




© Quest'opera nel suo sviluppo è protetta da diritto d'autore, pertanto è vietata qualsiasi forma di plagio o riproduzione parziale e intera su questa e qualsiasi altra piattaforma. 

Astropianeta ✧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora