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Immersa nella tranquillità della mattina, mi trovavo seduta accanto a Jannik nella sua lussuosa Stelvio, mentre il sole sorgeva dolcemente all'orizzonte e i primi raggi di luce danzavano sulle strade di Montecarlo. Il paesaggio esterno, caratterizzato da palme ondeggianti e strade costiere, si stagliava come una tela vivente di colori e profumi, incorniciata dal blu intenso del mare.

Mentre la macchina avanzava, il dolce movimento e il calore del sole mi avvolgevano, cullandomi in una piacevole sensazione di tranquillità. Eppure, nonostante la bellezza del panorama circostante, un'ombra di inquietudine si insinuava nella mia mente, come un presentimento di qualcosa di sinistro imminente.

Poco a poco, il mio stato di veglia cedette al sonno, e fui trascinata in un vortice di sogni oscuri e inquietanti. Mi ritrovai improvvisamente catapultata indietro nel tempo, in quei dolorosi momenti di violenza e terrore che credevo di aver cancellato per sempre dalla mia mente.

Le ombre del passato mi circondavano, riportando alla luce sensazioni di paura e impotenza che credevo di aver seppellite per sempre. Nel sogno, ero di nuovo prigioniera di una realtà fatta di urla e violenza, incapace di sfuggire alla trappola dei ricordi.

Sentivo la paura stringermi la gola e il cuore battere furiosamente nel petto, mentre l'angoscia mi avvolgeva come un mantello oscuro. Vedevo il volto dei miei aguzzini, sentivo le loro voci riecheggiare nelle mie orecchie come un sinistro eco del passato.

Ero intrappolata in un labirinto di terrore e dolore, mentre l'incubo continuava a tormentarmi senza pietà. Poi, come un'anima salvatrice nel buio della notte, mi svegliai di soprassalto, il respiro affannoso e il corpo coperto di sudore freddo.

Jannik si trovava accanto a me, con lo sguardo pregno di preoccupazione e affetto, cercando di capire cosa mi stesse succedendo. -Victoria, sei sveglia? Cos'è successo?- chiese con voce morbida, la sua mano posata delicatamente sulla mia, cercando di calmarmi.

Mi sentii in preda alla confusione e alla disperazione, mentre cercavo di riacquistare il controllo dei miei pensieri. -Era solo un brutto sogno.- sussurrai con voce tremante, cercando di scacciare le tenebre del passato che ancora mi avvolgevano.

-Mi sono solo ricordata di qualcosa che speravo di dimenticare per sempre.- Jannik mi strinse con dolcezza la mano, cercando di confortarmi con la sua presenza amorevole. -Non devi affrontare tutto questo da sola, Victoria.- disse con voce calda, i suoi occhi colmi di compassione e sostegno. -Sono qui per te.-

Con il suo sostegno e il suo amore, mi sentii finalmente in grado di affrontare i fantasmi del mio passato e di trovare la forza di andare avanti.

-Jannik.- sussurrai con un filo di voce, cercando di riportare un po' di calma nel mio cuore tumultuoso, -è solo che... mi sono ricordata di qualcosa che avevamo discusso ieri sera, sai di Ester.- sentii il peso delle parole mentre le pronunciavo, come se rivelare quel particolare ricordo avesse il potere di scuotere le fondamenta della mia anima.

Il volto di Jannik si illuminò di comprensione mentre mi guardava, i suoi occhi brillavano di una gentilezza e di una solidarietà che mi fecero sentire improvvisamente meno sola. -Posso immaginare che la vostra conversazione abbia toccato delle corde profonde dentro di te.-

Annuii con un lieve cenno del capo, cercando di tenere a bada le emozioni che ribollivano dentro di me. -Sì.- risposi con un sospiro, -è stato difficile. Quei ricordi sono tornati a tormentarmi nel sonno, e... beh, è stato difficile da sopportare.-

Guardai fuori dal finestrino della macchina, lasciando che il paesaggio in movimento offuscasse leggermente il mio sguardo. Sentivo il cuore stringersi all'idea di condividere quel momento di vulnerabilità con Jannik, ma allo stesso tempo, mi sentivo grata per la sua presenza amorevole e solidale.

Minds in love// JANNIK SINNERWhere stories live. Discover now