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Erano le 8:00 e mi trovavo davanti all'imponente edificio dell'università a Milano, pronta ad affrontare uno degli esami finali dei corsi aggiuntivi di psicologia.

Milano, con le sue strade affollate e i suoi edifici storici, emanava un'atmosfera unica e vibrante. L'aria era carica di eccitazione e tensione mentre mi dirigeva verso l'aula dove si sarebbe svolto l'esame.

L'edificio dell'università, con la sua facciata maestosa e i suoi dettagli architettonici, rappresentava un simbolo di conoscenza e impegno accademico. Mentre salivo le scale verso l'aula designata, potevo sentire il mio cuore battere forte nel petto, l'emozione e la determinazione che mi spingevano avanti.

L'aula era ampia e luminosa, con le pareti decorate da murales artistici e le finestre che lasciavano filtrare la luce del sole. I banchi erano disposti ordinatamente, pronti ad accogliere gli studenti per l'esame. L'atmosfera era densa di tensione, ma c'era anche un senso di solidarietà tra i candidati, tutti uniti nell'affrontare la sfida che avevamo di fronte.

Il professore, con il suo fare autorevole e la sua voce profonda, annunciò l'inizio dell'esame e distribuì i compiti a tutti gli studenti come me. Mentre iniziavo a rispondere alle domande, mi sentivo concentrata e determinata a dare il meglio di me stessa.

Le ore sembravano volare mentre mi immergevo nei compiti, mettendo alla prova le mie conoscenze e competenze acquisite durante il corso.

L'ambiente dell'aula rifletteva l'atmosfera stimolante e coinvolgente della città di Milano, un luogo dove la cultura, l'arte e l'istruzione si fondono in un'unica esperienza unica e indimenticabile.

Nel frattempo, mentre ero immerso negli esami a Milano, Jannik era arrivato a Pechino.

Mi mandò qualche messaggio di gioia e conforto, mentre affrontavo lo stress e la pressione degli esami.

L'esperienza degli esami a Milano era stata un turbine di emozioni e sfide ,ma finalmente, dopo giorni di intensa preparazione e tensione, ero riuscita a farli  con successo.

E così, con un senso di soddisfazione e di sollievo, tornai a Montecarlo per una breve pausa prima della prossima avventura che mi attendeva.

Mentre il treno si muoveva lungo la costa, osservavo il mare scintillante sotto il sole. Il rumore dei binari che scorrevano sotto di me era come una musica rassicurante, accompagnandomi nel mio viaggio di ritorno a casa.

Una volta arrivata a casa mollai il borsone vicino al letto e presi la valigia. Mi cambiai mettendomi una semplice maglietta a maniche corte bianca e una felpa con la cerniera del medesimo colore per prevenire l'aria condizionata dell'aereo. Indossai un paio di jeans grigi baggy ma soprattutto molto comodi e un semplice paio di sneakers bianche.

Presi al volo dall'appendiabiti all'ingresso la mia borsetta bianca, il capello grigia con la visiera in tinta con i jeans per evitare insolazioni sui campi da tennis ed infine uscendo di casa, con un sorriso da stupida appoggiai sul mio naso i suoi occhiali da sole.

L'aeroporto di Nizza era un vortice di attività, con viaggiatori che si affrettavano da un gate all'altro e annunci che echeggiavano per i corridoi.

Mischiandomi tra la folla, mi misi in fila per il check-in, il cuore gonfio di eccitazione per l'avventura che mi attendeva dall'altra parte del mondo.

Minds in love// JANNIK SINNERWhere stories live. Discover now