capitolo 1

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Regina Alya Black

Non dimenticherò mai come fossi spaventata quando lentamente mi feci strada in camera di mio fratello maggiore. <Sirius> mormorai. Il cuore batteva forte, come se potesse esplodere da un momento all'altro. In preda ad un tormento più grande di me, spostavo continuamente i miei capelli neri: prima davanti le spalle, poi dietro le orecchie. Andando avanti così, con movimenti convulsi e poco tranquilli.

Mi ero allontanata tanto da mio fratello negli ultimi anni, da quando ero stata smistata in serpeverde: diventando "l'orgoglio" della famiglia, avevo in qualche modo voltato le spalle a Sirius. Non che io avessi facilitato un rapporto sano con mio fratello, ma lui non faceva altro che fare scherzi con quei suoi strani amici e cercava in ogni modo di istigare i nostri genitori e io non potevo rischiare. Non dopo che nostra cugina Andromeda aveva sposato un nato babbano, abbandonando la famiglia e facendosi rinnegare. Dopo allora, mamma era diventata protettiva nei miei confronti, non voleva che io seguissi la strada di Andromeda.

<che succede, Reg?> Sirius era già di fronte a me, un'espressione preoccupata e curiosa dipinta in viso.
<Tu...rimarremo sempre fratelli, noi due?> chiesi, cercando di allungare il brodo. Volevo dirglielo, trattenevo quel segreto da troppo tempo, ma le parole, con cui di solito sapevo esprimermi nei migliori dei modi, adesso risultavano tutte stupide ed infantili.
<qualsiasi cosa accada, Reggie. Te lo prometto. Qualsiasi cosa accada il tuo fratellone sarà sempre pronto a salvare la sua piccola sorellina>. Mi scompigliò i capelli e in tono giocoso aggiunse: <o a spezzare le gambe di qualche bastardo che ha spezzato il tuo cuore>. Sbuffai e lo allontanai con un sorriso.

<e se tu dovessi...> abbassai lo sguardo sui miei piedi, cercando di dar ordine ai miei pensieri e, di conseguenza, alle mie parole. <...fare queste cose per tuo fratello?>. Mio fratello si immobilizzò e cercò un contatto visivo che gli concesi, rimasimo in silenzio, l'uno di fronte all'altra, gli occhi fissi a cogliere segnali immaginari sui nostri visi.
<Walpurga è di nuovo incinta?> domandò infine, con una voce lievemente acuta e spaventata, esponendo il suo timore con una smorfia.
<no> dissi e non riuscì più a trattenere nulla, lasciai che le lacrime mi bagnassero le guance, che il mio viso assumesse un'espressione che speravo davvero di risparmiare a mio fratello.

Sirius mi circondò con le sue braccia, abbracciandomi. Mi lasciai andare, mentre tutti i miei pensieri e le paranoie che avevo coltivato per tutto l'anno -forse anche più di un anno- si riversavano all'esterno come una tempesta che non lascia superstiti.

<Mi detesto, Sirius. Mi detesto così tanto che non riesco neanche a guardarmi allo specchio. Odio i miei capelli, la mia voce, il mio seno, il mio viso...Oh Sirius... perdonami, per favore perdonami...> Mio fratello prese ad acarezzarmi le spalle cullandomi tra le sue braccia in silenzio, sapevo che mi stava ascoltando, che quel silenzio era stato lasciato apposta per me, per darmi il tempo per poter dire tutto, per potermi esprimere in ogni aspetto dell'odio per me stessa. <odio come mi guardano i ragazzi, odio quella stupida gonna che sono costretta a mettere, odio essere chiamata "signorina", odio dover tenere un portamento perfetto> andando avanti nel mio lungo elenco senza fine, le mie lacrime cessarono di scendere e mi allontanai di poco dal petto di mio fratello per poter concludere tutto guardando in faccia l'unica persona in questa dannata famiglia con cui ero sempre stato a mio agio.

<odio essere una donna> guardai mio fratello e lui stava già sorridendo dolcemente.
<come vuoi che ti chiami?> domandò Sirius appoggiandosi alla spalliera del letto a baldacchino.
<io non... non ci ho mai pensato> ammisi, ma sorrisi. <partiamo dal darmi del lui?> chiesi e mio fratello annuì soltanto.

Calò il silenzio e io mi sentii vuota e piena contemporaneamente, il petto che finalmente lasciava il giusto spazio per lasciar che il movimento cardiaco si compisse nella sua interezza, la mia testa che urlava meno odio, le mie braccia piene di tagli, ferite e pianti ora provarono un senso di pace. <non pensavo che tu soffrissi tanto> ammise Sirius, guardandomi con orgoglio. <sono veramente felice che tu mi abbia confidato questa cosa>. Non risposi, restai in silenzio. <Sai, tutto quest'odio non lo meriti. Sei una persona fantastica e nulla potrà cambiare questo, neanche se cambi sesso.> mio fratello si avvicinò nuovamente e mi accarezzò una guancia. <non ti piacciono i tuoi capelli? Tagliali. Non ti piace mettere la gonna? Non farlo. Non ti piace il tuo corpo? Troverò una soluzione anche per questo. Non ti lascerò nessuna buona motivazione per odiarti.>

☁︎☆☁︎

Sirius lo fece davvero. Io e Sirius passammo il mese che ci separava dal mio quarto anno ad Hogwarts e il suo quinto a trovare soluzioni su soluzioni per potermi finalmente "trasformare". Trasformazione che si compii la notte del 31 agosto, nel silenzio della notte.

Uscimmo di casa la mattina del primo settembre così presto che i nostri genitori erano ancora a letto. Krecher ci aiutò ad arrivare alla stazione di King's Cross. Non eravamo neanche entrati nel binario che andai ad urtare un ragazzo che io riconobbi immediatamente. <sta attento!> disse con uno sguardo già seccato. <ti conosco?> domandò poi guardandomi accigliato, forse era il mio sorriso felice o la mia espressione per nulla dispiaciuta.
<già...> mi voltai cercando l'appoggio di mio fratello. <sono Regulus, Regulus Arcturus Black> sorrisi e Barty strabuzzò gli occhi e aprì lievemente le labbra con sorpresa. Mi guardò in silenzio, mi squadrò un paio di volte e poi decretò con l'eleganza di un troll: <Cazzo! Stai così bene che credo che neppure Dorcas reggerà alla vista!> Sorrisi in silenzio mentre Barty mi circondava le spalle con il suo braccio, mi girai un'ultima volta salutando Sirius con un sorriso entusiasta.

Per la prima volta in quattro anni salii sul treno senza pensare alla gente che mi fissava e che parlava male di me; salii sul treno e per la prima volta nella mia vita ero me stesso.

☁︎☆☁︎

Preparai i bagagli in assoluto silenzio, silenzio che, da quando Sirius era fuggito, in casa ormai regnava sovrano. In questi tre mesi estivi il tempo aveva magicamente preso le sembianze di una lumaca babbana e aveva preso a scorrere più lentamente, quello stronzo.

Lanciai tutto quello trovai in giro nella stanza all'interno del baule chiudendolo quando mi sembrava di aver messo abbastanza cose.
Mi ci sedetti sopra e mi presi la testa tra le mani, facendo dei respiri profondi. Capivo e compativo la fuga di Sirius, ma non tolleravo la sua assenza così terribilmente palpabile.

<Padron Regulus...il pranzo è sul tavolo> annuì nella direzione di Krecher che uscì dalla mia stanza così come era entrato, lasciandomi nuovamente da solo in quel silenzio.

Ironia della sorte, i miei genitori trovandosi senza un erede erano stati felici di accogliere il mio cambiamento che era stato inesorabilmente scoperto anche grazie all'aiuto della pozione Veritaserum.

Cosa avrebbero fatto pur di non rimanere senza un erede? Di tutto, a quanto pare. Tutto per il Toujur pur.

Senza Maschere - JegulusWhere stories live. Discover now