25. How water takes everything away

164 20 63
                                    

"Ma non sempre sei stata con me, tu

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


"Ma non sempre sei stata con me, tu.
La memoria mia oscurata è ancora
d'averti vista giungere e sparire.
Ha parole il tempo, come l'amore."

Ci sono momenti esatti in cui, avvolti da fili di incertezze e persi in un limbo inconsistente, la mente si ritrova a dover necessariamente prevaricare sul corpo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Ci sono momenti esatti in cui, avvolti da fili di incertezze e persi in un limbo inconsistente, la mente si ritrova a dover necessariamente prevaricare sul corpo.

Li chiamano meccanismi di difesa.

La mente lo sa.
Quando il bisogno di proteggersi diventa impellente, quando il corpo inizia a piegarsi sotto la pressione di sentimenti troppo pesanti, paure ingestibili e dubbi esistenziali.

La mente lo sa e, come una saggia guardiana, sceglie per te il processo più giusto da seguire, seppur inconsciamente, per tornare a respirare.
Per custodire il cuore.

E inizia a razionalizzare.

C'era qualcosa che mi inquietava, in quella conversazione origliata.
E non mi fidavo delle parole di Richard.
C'era qualcosa nel suo sguardo che non avevo colto, prima. Qualcosa di oscuro, mascherato dai costosi completi in tweed e dalla pacatezza dei suoi comportamenti.

Eppure ci avevo creduto.
Mi ero fidata, esattamente come mio padre mi aveva chiesto di fare.

Che si fosse sbagliato anche lui?

Decisi, una volta uscita da quel bagno, di tornare in camera, prendermi qualche minuto per isolarmi dal chiacchiericcio che ancora proveniva dal giardino e riflettere, cercare un senso qualsiasi a quelle parole.

La tenuta era buia e immersa nel silenzio.
Andai verso le scale ed iniziai a salire al piano di sopra diretta in camera quando, all'improvviso, incrociai Fosca che stava invece scendendo.
Reggeva tra le mani il suo immancabile taccuino rilegato in pelle, in cui immaginai avesse appuntato tutta l'organizzazione della serata e dell'intera tenuta.

«Eris! Stai già risalendo?» mi chiese confusa.

Feci scorrere la mano lungo il braccio, sfregando la pelle in un inconsapevole gesto di nervosismo, e i suoi occhi azzurri dall'aria perennemente severa intercettarono subito quel movimento.

SYMPETRUMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora