𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟓

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"I pensieri a volte sono l'unica cosa che può davvero ucciderti"

-Spotted Eyes


Stamattina mi sono svegliata con un forte dolore al braccio e con un evidente livido.

Chiudo gli occhi e faccio un bel respiro.

È solo il colpo, il dolore passa come anche il livido.

È la stessa cosa che mi direbbe Josh, non c'è motivo di spaventarsi tanto, queste cose succedono, si chiamano solo incidenti. Cose che possono capitare benissimo anche a me, e in quelle situazioni devo essere consapevole dell'accaduto.

Anche se... i colpi che ricevevo da piccola non erano proprio degli incidenti, e purtroppo ogni tanto ci penso.

Maledetta chiave che ogni tanto viene persa nella mia testa, quel cassetto lo murerò con cemento armato, devo avere la forza per cacciare via i pensieri inattesi, così mi ha insegnato il mio ragazzo.

Il rapporto con i miei genitori rimane tutt'ora incomprensibile, loro sono i genitori che mi hanno messo al mondo e le persone a cui devo la mia stessa vita, ma nonostante ciò, avevano comportamenti che non vedevo nelle famiglie delle mie amiche.

Le loro famiglie sembravano così diverse e così lontane, che un giorno ebbi il coraggio di fare una domanda a Nora, un pomeriggio tornando da scuola dopo una giornata infernale.

Quel giorno aveva piovuto e le ondate di vento provocavano un fracasso all'interno della scuola, il freddo era palpabile e non riuscivo a riscaldarmi neanche con le poche volte che il termosifone veniva acceso.

E in più il professore di matematica decise, inaspettatamente, di "testare" il livello di preparazione della classe per la fine del trimestre.

Eravamo tranquilli, siamo andati alla lavagna a fare qualche esercizio sui limiti, o a discutere delle diverse definizioni e teorie, finché non decise all'ultimo di valutare i risultati ottenuti, immaginate come è andata a finire.

L'80% della classe è risultata insufficiente, e tra questi c'era Nora, io sono riuscita a prendere 9-, e già il solo pensiero mi creava un senso di forte nausea.

«Dai siamo vicine resisti»

«Come faccio a resistere se il tuo ombrello non riesce a ripararci entrambe e sono zuppa dalla testa ai piedi!?»

In effetti il mio ombrello ha i suoi annetti, si è rotto diverse volte e ho provato tante altre volte a ripararlo, ma con un vento del genere si sono tolte tutte le cuciture o sistemazioni per tenerlo stabile e sta volando da una parte all'altra.

Arrivate davanti a casa di Nora, buttiamo quell'oggetto che dieci minuti fa poteva essere benissimo considerato un ombrello, e ci incamminiamo verso la porta d'ingresso.

Sono andata poche volte a casa sua, e, nonostante ciò, rimane sempre affascinante.

È tutta illuminata grazie alla presenza dei vetri lunghissimi che vanno a sostituire i muri, i tappeti sono morbidissimi e le tende abbinano perfettamente all'arredamento moderno.

All'entrata ci accompagna la mamma di Nora, una donna stupenda, alta, con dei lunghi capelli lisci neri e dei bellissimi occhi verdi.

«Buonasera ragazze, come state?»

«Diciamo che si può stare meglio»

Nora è ancora scocciata per la diluvione, ma so che gli passerà, è sempre arrabbiata per qualcosa ma riesce comunque a tornare calma, vorrei tanto sapere come fa.

𝑪𝒓𝒚𝒑𝒕𝒊𝒄/𝑫𝒂𝒓𝒌 𝑹𝒐𝒎𝒂𝒏𝒄𝒆Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu