76. Iniziano gli esami

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[Papà] [Lunedì 24/06/2019]

Oggi inizia una settimana pesante e impegnativa. Stamattina sono uscito molto presto, è il primo giorno di orali, alla Maturità, e sono andato alla scuola cui sono stato assegnato con largo anticipo, ci sono i materiali da preparare... e chissà, magari è anche un modo per non lasciarmi subito travolgere dalla routine familiare. I ragazzi da svegliare e accompagnare al campus (ci ha pensato mia moglie, ma da domani dovrò farlo io, anticipando il loro arrivo al CUS e ritardando di poco il mio, a scuola), il compleanno di Giulietto ormai imminente, il pensiero a Riccardo... da quando l'ho sculacciato di nuovo, per la pagella, lo tengo d'occhio. Mi aspettavo reazioni complicate, difficili... forse ha tenuto tutto dentro come sempre. O forse è più angosciato all'idea che non supererà i tre debiti. Con Lisa però sembra andare bene.

Poi ci sono i gemelli. Quello che è successo ieri con Mattia... mi sono trovato in seria difficoltà. Giorgio mi sembra che stia andando per la sua strada, e questo mi preoccupa ma mi solleva allo stesso tempo. Pensavo di aver influenzato troppo il mio amico, ma mi rendo conto che non è così. Cioè, un padre non si mette a sculacciare il figlio solo perché gliel'ha detto un amico, no? Magari ho solo fornito il pretesto per farlo. 

Comunque la preoccupazione principale restano i gemelli. Sento che c'è qualcosa sotto. Hanno ripreso a punzecchiarsi, a bisticciare. Poi però Marco se ne esce con questi comportamenti... sì, vero, l'ha fatto per proteggere Mattia. Era davvero convinto che mi sarei opposto e avrei convinto Giorgio a lasciar perdere. Mi spiace non averlo fatto, ma... c'erano in ballo troppe cose. E però... più Marco si espone, facendosi avanti al posto di Luca... e più poi il rapporto si incrina. E' una dinamica che spero risolvano da soli, altrimenti dovrò intervenire di nuovo, come per quella brutta storia della piscina.

"Facciamo entrare il prossimo candidato", dice il presidente. Ahem, mi schiarisco la voce. Mi son lasciato prendere dai miei pensieri come al solito, mentre i commissari interni discutevano col presidente sul voto del primo candidato di oggi... una ragazza che ha alternato momenti di ripetizione monotona a macchinetta, a vuoti e apnee. Il solito, insomma. Certo, esser la prima all'esame non è mai piacevole, nemmeno per la persona più sicura di sé del mondo.

Mi alzo, mi sgranchisco le gambe, sciolgo la tensione alla cervicale, spazzo via i pensieri, e si ricomincia.

Quando esco da scuola è tardi per pranzare. Come spesso accade, il primo giorno si prende tempo, poi cominciamo ad affrettarci, a tenere di meno i candidati, ad avere pietà dei candidati in fondo al calendario, che attendono fino a dopo l'ora di pranzo... ma per oggi, è andata così.

Mangio qualcosa di corsa, al bar dietro la scuola, insieme al docente interno di storia e filosofia, un giovane supplente, emotivamente coinvolto nel destino dei suoi studenti, eppure, confessa, li ha avuti per nemmeno sei mesi. Ma sì, lo capisco bene, glielo dico, lo tranquillizzo. All'inizio siamo tutti così. Ogni ora in classe sembra durare un'eternità. Ogni lezione è così densa di sensazioni, idee, suggestioni. Un mese in una classe, e ti senti immerso nelle vite di tutti gli alunni. Poi, col tempo, le cose cambiano. Vedi generazioni di studenti darsi il cambio, sempre più velocemente. Scivolano via come sabbia tra le dita.

Penso ai miei ragazzi. A Giulietto, che entrerà alle medie. I gemelli, all'ultimo anno. Per un intero anno, i tre piccoli condivideranno la stessa scuola. Chissà quante ne combineranno...

Il ragazzo parla svelto, fatico a stargli dietro. Parla di sé, dei suoi interessi, ma senza spocchia, senza egocentrismo. E' un fluire spontaneo. Parla di una ragazza, di progetti per il futuro... a un certo punto cita il tennis. Non lo pratica, ma lo segue in TV. Col senno di poi, avrebbe potuto praticarlo da ragazzino, ma i suoi non sembravano interessati alle sue esperienze sportive da bambino. E lui, ammette, si lasciava trascinare dallo sport più nazional-popolare, il calcio, per emulazione, più che per reale interesse.

Le nuove regole di papà (vol. 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora