Capitolo Ventinove

108 18 16
                                    

Chris Pov


Non riesco a capire.

È successo tutto così velocemente.

Come siamo arrivati a questo punto?

Eravamo andati in campeggio, ero riuscito finalmente a parlare con Nathan,  anche se avevo la sensazione che non mi stesse dicendo alcune cose.

In realtà è stato davvero difficile capirlo.
Comprendere ogni suo capriccio, scoprire strani punti deboli ed evitare che si sbriciolasse nelle mie mani per semplici gesti innocui.

La nostra relazione era migliorata significativamente, passavamo ogni giorno insieme.
Stavamo bene, ci amavamo.
Poi, all'improvviso sono rimasto senza sue notizie.
Stavamo messaggiando e puf, sparito per due giorni.
Ho passato lunghe giornate a pensarlo, preoccupato per ciò che poteva essere successo.
Non riuscivo a togliermi questa brutta sensazione dalla pelle, mi sembrava di impazzire.

Ho imparato che se Gray non vuole essere contattato nessuno ci sarebbe riuscito e avevo promesso di non presentarmi mai a casa sua senza avvisarlo, non ho potuto fare altro che mettermi l'anima in pace.

Con un peso nel petto ho aspettato paziente che si facesse vivo, lo faceva sempre ma questa volta gli  avrei fatto pagare un prezzo.

Ero arrabbiato, non poteva esistere nessuna scusa accettabile per sparire e avevo quasi la totale certezza che non avesse avuto nessun incidente. Cora mi avrebbe avvisato.

Avrei dato sfogo alla mia rabbia, ho sopportato abbastanza, troppe volte ho finto che fosse tutto normale.
Ho accettato ogni cosa, ogni volta.

Questo è come avevo pensato sarebbero andate le cose.
Gli avrei urlato contro anche per una notte intera, mettendolo di fronte ai suoi sbagli.
Avrebbe dovuto guadagnarsi il perdono.

Volevo provasse il mio stesso malessere, invece mi sono ritrovato seduto per terra con gli occhi lucidi ed un Nathan singhiozzante tra le braccia.

La mia vita, tutte le mie convinzioni sono state ribaltate a causa di poche parole.

"Ora dobbiamo parlarne, coniglietto" gli dissi, ignorando il tremore nelle mani.
Mi spaventava qualsiasi cosa avrei sentito, sapevo non sarebbe stato nulla di buono.

Strinsi i pugni, le nocche bianche, potevo sentire la rabbia ribollirmi nelle vene.
"Da quanto va avanti?"
C'era una parte di me che non voleva saperlo davvero, avrei voluto tapparmi le orecchie e non ascoltare nulla, trasformarmi in un ragazzino dispettoso e saltellare via.
Fu proprio in quel momento che nella mia testa comparve l'immagine di un piccolo biondino che si copriva la testa con le braccia, terrorizzato dagli eventi.

"Da sempre o almeno da quando ricordo".
Le parole erano così silenziose che per un istante ho creduto di essermele immaginate.
Sospirai, chiudendo gli occhi.
Le dita passavano dolcemente nei capelli di Nathan, sussurrando ogni secondo che lo amavo.

Sono sempre stato consapevole di amarlo, mi sono perso dal primo istante in quelle iridi chiare in costante lotta con sé stesse, e da quel momento mi è sembrato di amarlo di più.
Mi sentivo triste nel notare che Nath sembrava confuso e spaventato dai miei sentimenti.
Cosa si aspettava, che sarei corso via insultandolo per qualcosa di cui non ha responsabilità?
Vorrei tanto sapere cosa gli è stato inculcato così in profondità.

Parlammo a lungo, la sensazione che non fosse completamente sincero, alcuni racconti non combaciavano con il terrore che gli si poteva leggere chiaramente in faccia.
Nathan lo stava rendendo migliore, per me.
Mi è sembrato assurdo che lui si domandasse il perché io fossi ancora lì a confortarlo.
L'unica stranezza è la sua incapacità di vedersi come realmente è.
Un giorno sarei riuscito a mostrarglielo, a fargli vedere quanto bello, sensibile ed essenziale fosse per me.
Certo, a volte è un piccolo terremoto incontrollabile e ammetto che la sua furia può essere spaventosa ma sono sicuro che se avesse un po' di tranquillità sarebbe la persona più buona di questo mondo.

I Just Love YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora