(30) Dimmelo che mi odi

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La mattina dopo sentii suonare la sveglia, ma quando cercai di muovere il braccio per spegnerla mi resi conto che il mio braccio era bloccato. In realtà tutto il mio corpo lo era, stretto nella morsa quasi stritolante di thomas. Cercai di scivolare fuori dalle sue braccia dolcemente, ma quando finalmente riuscii a tirare fuori la mano, la sua presa si fece ancora più forte e venni spiaccicato contro il suo corpo.

"Dove cercavi di scappare?" Mi sentii sussurrare all'orecchio. "Mi sembrava di essere stato chiaro quando ti ho detto che da qua non te ne andavi."

"tommy..." Mi girai e lo guardai negli occhi, vedendo che era serissimo mi sfuggì una risata. "In realtà volevo solo spegnere la sveglia e andare a fare colazione."

Quasi fosse stato scottato, mollò improvvisamente la presa su di me.

"Ah." Disse solo.

Io approfittai del fatto che fossi finalmente libero per raggiungere il mio cellulare e spegnere Marimba che mi stava fracassando le orecchie. Dopodiché scostai le coperte ma fui fermato dalla voce di thomas.

"Ti ho detto che non vai da nessuna parte." Lo guardai confuso.

"Ma sto andando a fare colazione e di solito tu vieni con me."

"No." Disse lui serio con un tono che faceva paura. "Non vado a fare colazione oggi e tu neanche visto che resti qui con me."

"Ma veramente..." Mi bloccai perché effettivamente l'idea di restare lì con lui mi attirava molto di più del pane imburrato. "Okay, resto." Mi rimisi sotto le coperte e mi avvicinai a lui.

Lui allungò una mano e mi accarezzò piano i capelli.

"Sai che sei un idiota, vero?" Se ne uscì di punto in bianco con un tono dolce. Io rimasi un attimo stordito.

"Sì, effettivamente ora che mi ci fai pensare me l'ha detto un sacco di gente, ma perché?" Lui continuava ad accarezzarmi con aria strana, sovrappensiero, quasi non mi vedesse veramente.

"Perché volevi andartene... ma forse avrei dovuto aspettarmelo, se ne vanno sempre tutti, mi lasciano sempre tutti da solo, ma li capisco, io non ne valgo la pena ed è meglio scappare." Fermai la sua mano, perché un po' mi spaventava.

"tommy, che cazzo stai dicendo? Tu sei l'unica ragione per cui non me ne sono ancora andato!"

"Sì, ma perché ti ho costretto io. Sono un egoista, puoi aggiungerlo alla mia lunga lista dei difetti." Rispose lui con semplicità.

"No, tommy, non hai capito un cazzo. Non intendevo ieri, intendevo in generale, se non ci fossi stato tu probabilmente me ne sarei andato da qua molto, molto tempo fa. Siamo a marzo e sono ancora qui, mi sembra una cosa impossibile. E se ieri volevo andarmene era solo per proteggere te e gally." Il suo sguardo si rabbuiò.

"Non mentirmi newt. Dimmelo che mi odi esattamente come tutti gli altri." Ma faceva sul serio?

"Non ti sto mentendo, dico sul serio, e io non ti odio, io ti... ti voglio bene." Dire quella semplice frase mi costò uno sforzo immenso, però almeno servi a regalargli un sorriso.

"Non dovresti newt, te l'ho già detto mille volte. Sarebbe molto meglio se mi odiassi." Che cosa? I repentini cambiamenti d'umore di quel ragazzo mi stordivano, tanto che spesso mi inducevano a pensare che fosse bipolare.

"Possiamo cambiare argomento?" Chiesi io.

"Okay, ma prima dammi un bacio." Scossi la testa incredulo, ma mi avvicinai a lui e gli lasciai un dolce bacio sulle labbra. Era incredibile che le sue labbra fossero così morbide anche di prima mattina.

"Bene, ora parlami del perché ieri te ne volevi andare." Mi rabbuiai di colpo.

"Ma così non cambiamo argomento." Dissi ovvio.

stanza 258 || newtmas edition Where stories live. Discover now