(43) Non ti preoccupare.

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"Oh, no no no, non di nuovo." Sentii mormorare Thomas, mentre sbiancava e si faceva indietro. Io immediatamente mi preoccupai, ma non tanto per Zart quanto per Thomas che stava evidentemente entrando in panico. Mi avvicinai a lui e gli misi un braccio intorno alle spalle, mentre gli sussurravo all'orecchio che era tutto a posto e che sarebbe andato tutto bene.

Scesi dal tavolo lentamente portandolo con me per allontanarlo dalla scena. Thomas era in evidente stato di shock, i suoi occhi erano spalancati e vuoti. Attirai la sua testa al mio petto, per distoglierlo dalla vista del sangue di Zart. Lui afferrò la mia maglietta e mentre gli accarezzavo i capelli mi concedetti finalmente di vedere come era messa la situazione.

Leo e Simone, che sembravano finalmente mostrare un'emozione umana, si erano avvicinati a Zart per vedere come stava. Era immobile e sembrava non volersi muovere, ma quando Simone lo scosse leggermente chiamandolo lo vidi prima muovere la testa e poi cercare di alzarsi con le mani. Il naso era evidentemente stato rotto dal pugno di Zart, il sangue veniva tutto da lì; aveva battuto la testa cadendo dal tavolo, il che avrebbe potuto causargli un trauma cranico, ma nel complesso sembrava stare bene e in quel momento rilasciai un sospiro di sollievo.

Non mi ero accorto di aver trattenuto il fiato fino a quando non avevo ricominciato a respirare. Mi scappò perfino un piccolo sorriso e baciai i capelli di Thomas.

"Non ti preoccupare." Gli dissi a bassa voce in modo che solo lui potesse sentirmi. "Non ti preoccupare, Zart sta bene, non gli hai fatto niente. È tutto a posto." Lui si limitò a stringere più forte la mia t-shirt, ma non sembrava avere intenzione di spostare la testa dal mio petto e controllare lui stesso la veridicità delle mie parole.

Zart nel frattempo sembrava stesse cercando di rimettere a fuoco la stanza e quando ci riuscì il suo sguardo andò subito a cercare il mio. Immediatamente socchiuse gli occhi e si mise a fissare in malo modo me che stringevo Thomas. "Lui non mi aveva detto che sarebbe stato qui!" Io non ero vicinissimo, ma lo sentii comunque.

"A chi ti riferisci?" Gli chiesi nervoso, ma lui non mi rispose. Cercò di tirarsi in piedi con l'aiuto di Simone e Leo, ma appena lo mollarono iniziò a barcollare.

"Forse è meglio se vai a farti controllare." Gli disse John e Dario si rivelò d'accordo con lui. Due ragazzi si offrirono di accompagnarlo al pronto soccorso e lui accettò subito. C'era una parte di me che era preoccupata per lui e che voleva seguirlo e assicurarsi che stesse bene, ma c'era l'altra parte di me, molto più consistente, che era ancora più preoccupata per il ragazzo che era fra le mie braccia e che sembrava stare molto peggio.

"Tommy ce la fai a guidare?" Gli chiesi dolcemente, ma non ebbi risposta, quindi lo presi per un no. E ora che cazzo facevo? Intanto lo presi e lo guidai lo stesso verso l'auto di Sonya. La aprii e lo feci accomodare nel sedile posteriore seguendolo poco dopo e richiudendo la macchina.

"Tommy?" Gli chiesi ancora, ma non dava segno di volermi rispondere, sembrava completamente perso. Glieli avevo visti solo un'altra volta quegli occhi che sembravano dominati dai fantasmi ed era stato quando lo avevo seguito per la prima volta e lo avevo trovato disperato nella radura dove era morto Alby. Non era stata una bella esperienza, mi aveva lacerato il cuore e non volevo vederlo tornare in quel baratro oscuro.

Preso dal panico cercai il cellulare e chiamai Sonya. Mi rispose al quarto squillo.

"Pronto Newt?" Subito fui un pochino sollevato.

"Ciao Sony, dove sei?"

"Sono a casa con Aris." Aris era il suo ragazzo, a quanto pare erano a casa nostra per godersi una serata tranquilla e mi dispiaceva disturbarli, ma in questo momento ero troppo preoccupato per importarmene.

"Senti, non è che potreste venirci a prendere a casa di Leo? È che Thomas non si sente tanto bene e non penso che sia in grado di guidare e come sai io non ho la patente." Le spiegai in fretta mentre Thomas continuava a rimanere immobile con lo sguardo nel vuoto. La sentii sbuffare.

stanza 258 || newtmas edition Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora