(35) Sarebbe stato sospetto.

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Avevo dormito male, malissimo quella notte. Il non sapere dove fosse thomas o che cosa stesse facendo mi uccideva. E più mi imponevo di non pensarci, più ci pensavo e mi odiavo per questo. Non doveva importarmi cosa faceva, non era più niente per me, valeva meno di zero, anzi, valeva meno di zart.

Non mi importava niente della reazione che poteva aver avuto al mio messaggio, no, infatti non stavo guardando il cellulare ogni due secondi. Okay, forse lo stavo facendo, ma l'avrei negato fino alla morte.

Avrei anche negato il fatto che stavo andando in giro nella speranza di vederlo dopo che minho mi aveva riferito che winston gli aveva detto che sarebbero venuti anche loro in città. Dio, da quando dovevo fare tutti quei giri per sapere qualcosa di thomas? Che poi io thomas lo dovevo proprio ignorare.

Sì, per questo sarei andato in qualche posto dove lui non sarebbe mai andato.

Non so come mi ritrovai in un piccolo supermercato. Decisi di approfittarne per fare delle scorte di biscotti e altre schifezze varie che avrei potuto mangiare in camera.

Per fortuna il borsone che avevo portato per la notte era quasi tutto libero, sennò non so davvero come avrei fatto a portare in pullman tutta la roba che avevo messo nel cestino. C'era davvero di tutto dai cioccolatini, alle patatine a delle mozzarelle. Perché diavolo avevo preso le mozzarelle? Okay che in camera avevamo il frigorifero però... e poi che me ne facevo di un barattolo di miele? Lo mangiavo a cucchiaiate? Probabilmente conoscendomi sì, quando ero annoiato mangiavo di tutto e ultimamente lo ero spesso. Sarei diventato di sicuro una botte. Quando girai lo scaffale mi ritrovai davanti un viso familiare e storsi la bocca.

"Ciao newton! Come stai?" Mi disse il ragazzo davanti a me con un sorriso che trovai irritante.

"Bene grazie e tu andrea?" Portò la mano a grattarsi la nuca.

"Sì, dai tutto tranquillo." Improvvisamente mi tornò in mente un particolare e iniziai a guardarlo male. "Lo sai che ce l'ho con te, vero?" Lui sgranò gli occhi poiché evidentemente non si aspettava quell'affermazione.

"Perché? Cosa ho fatto?" Mi chiese leggermente spaventato.

"Hai dato il mio numero a zart!" Sembrò tranquillizzarsi un attimo e non capii il perché.

"Ah quello, in realtà pensavo foste amici e che non fosse un problema." Scrollò le spalle con disinteresse.

"No, non è per niente mio amico! Lo detesto!" Lui mi guardò stranito.

"Strano, lui parla di te come se foste grandi amici." Lo guardai male, ma lui si mise a ridere. "E poi sinceramente lui, mi fa molta più paura di te. Ci credi che ieri per qualche assurdo motivo mi ha trascinato con lui in un cazzo di bar sperduto ai margini della città per spiare quello che faceva edison?"

"Come?" Questa volta fui io a rimanere spiazzato.

"Già, ha detto che, parole testuali, sarebbe stato sospetto se fosse andato lì da solo, così ha portato anche me."

"E, scusa, siete stati lì tutto il tempo a spiare thomas? E che ha fatto di così interessante?" Continuavo a ripetere a me stesso che glielo chiedevo perché diffidavo di zart, non perché ero così disperato da chiedere sue informazioni ad andrea

"Niente! È questo il fatto, all'inizio lui e winston parlavano normalmente, poi non so perché ad un certo punto edison ha iniziato ad ubriacarsi. Siamo rimasti in quel bar a fissarlo buttare giù un bicchiere dopo l'altro fino a quando alle tre di notte winston ha dovuto trascinarlo letteralmente al Motel, a quel punto ce ne siamo andati anche noi." Mi spiegò, ma c'era qualcosa che non quadrava.

"E zart è stato tutto il tempo con te?" Gli domandai.

"Sì, abbiamo anche fatto una partita a biliardo." Mi rispose con faccia stranita a causa della mia domanda.

stanza 258 || newtmas edition Where stories live. Discover now