Chapter two.

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Harry

La vetrina del mio bar era perfettamente curata.

Ogni mattina, come quella del resto, riempivo gli espositori di torte e biscotti per invitare i clienti ad entrare e fare colazione.

Non che quel lavoro mi servisse, anzi, mi era semplicemente di intralcio.

Niall mi aveva affidato il bar quando ero entrato nei Wolves ed io non ero per niente stato contento. Sapevo perfettamente di dover impersonare qualcun altro, ma speravo in un mestiere più mascolino e serio rispetto ad un dolce pasticciere con i ricci carini con tanto di vecchi arrapati a fissarlo per tutta la mattina. Ma non avrei potuto rifiutarmi in quanto il biondino aveva stilato con cura una lista di pregi e difetti della mia figura riconoscendo che, nella vita quotidiana, avrei dovuto impersonare quel ruolo.

E in effetti nulla era mai andato storto: Liam mi mandava le torte ed i dolciumi che sua cugina, abile pasticciera, sfornava ogni notte ed io non dovevo fare altro che riscaldare qualche fetta di sformato o preparare qualche caffè. Non era per niente difficile.

Era noioso per un ladro come me fare il barista. Era terribilmente noioso.

Ma si dice che non tutti i mali vengano per nuocere e quando gente come Cody Wood entrava nel mio piccolo locale, la noia lasciava spazio ad uno spiccato senso d'entusiasmo.

"Buongiorno" disse lui, acchiappando una sedia e prendendo posto.

Niente ordini al bancone, aspettava di vedermi andare da lui - preferibilmente con un grembiule addosso- , come il perfetto idiota montato che era.

Afferrai un block-notes a caso e mi diressi verso di lui. Essendo il bar vuoto, era il mio primo ordine della giornata.

"Vuoi ordinare?" chiesi, appostandomi davanti a lui.

Mi squadrò un momento ed io feci lo stesso.

Io in quei vestiti da ragazzino non sarei stato bello quanto lui.

Si raddrizzò il cappellino Vans e "Sì, due caffè" mi disse.

Girai i tacchi e tornai dietro il bancone. Feci, con la tipica calma che mi distingueva, due caffè mentre mentalmente non riuscivo a smettere di pensare per chi fosse la seconda tazza.

Lo intuii solo quando, nuovamente davanti a lui, sentii dirgli "Pensavo lo preferissi macchiato"

"Come, prego?"

"Il caffè intendo, hai la faccia di uno che lo prende macchiato" mi rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

"Cody, per quanto la tua proposta mi lusinghi, sto lavorando e non credo di potermi fermare a chiacchierare oltre"

"Non c'è problema" mi disse.

Poi si alzò ed andò a girare il cartellino del locale da "Aperto" a "Chiuso".

"Ora non stai più lavorando" continuò, prendendo nuovamente posto.

Per quanto quel gesto mi avesse irritato, mi sedetti comunque davanti a lui.

Per i primi venti secondi tra noi due regnò il silenzio, interrotto solamente dal leggero rumore dell'attrito tra la tazza ed il piattino sottostante.

Fu quando iniziai a bere il mio caffè che "Quanti anni hai?" mi chiese.

"Ventisette"

Bugia, ne avevo compiuti ventiquattro solo pochi mesi prima.

"Ti facevo più giovane" mi rispose lui. Caparbio, come quando aveva intuito del caffè macchiato.

"Ti ringrazio"

Heavy Crown.Where stories live. Discover now