Chapter three.

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Harry

"Non mi aspettavo di trovarvi svegli"

Bugia.

Quando avevo posteggiato la mia Alfa Romeo nel parcheggio vicino alla "Sartoria" ero già pienamente sicuro di trovarli tutti esattamente come li avevo lasciati la sera prima. I miei colleghi, infatti, dormivano ben poco. Niall non aveva nemmeno una casa, o meglio, l'aveva ma non ci andava mai: dormiva alla sede centrale, nell'ufficio di Josh.

Josh e Liam tornavano a casa solo la notte, ma non tutte le sere. E in quella nottata che era appena trascorsa, ero sicuro che nessuno sarebbe rientrato nella propria dimora.

C'era carne fresca da accaparrarsi nella base dei Wolves, troppe questioni irrisolte da sbrogliare e sciogliere.

Non mi sarei scomodato di andare lì, alle sei di mattina, se non fossi stato sicuro che tutti i miei collaboratori fossero svegli e pimpanti.

Pimpanti, però, era una parola enorme da attribuire a quei tre idioti:

Niall, occhi rossi per le canne che si era appena fatto e capelli arruffati, continuava imperterrito a scarabocchiare su un foglio. L'avevo lasciato così solo qualche ora prima, quando avevo deciso di andare a casa per dormire un po'.

Liam, parlava al telefono da, a detta di Josh, circa tre ore e mezza senza riuscire a chiudere la comunicazione.

Josh invece beveva un caffè caldo, con lo sguardo fisso nel vuoto.

"Allora, abbiamo già le dinamiche pronte?"

"Assolutamente sì" mi rispose il biondo, davanti a me.

"Agiamo Giovedì sera, subito dopo la chiusura del museo. E' il giorno dell'inaugurazione, per cui la calca sarà impegnata in qualche after party o in qualcosa di rilassante a casa di qualcuno super ricco"

"Ci sarà un custode" intervenne Josh. "Ma lo stenderemo, come al solito"

"Chi prende la corona?" chiesi, aspettandomi già la risposta.

"Tu, ovviamente" mi rispose Niall.

Ovviamente.

"Cazzo, vaffanculo" imprecò Liam, gettando il telefono sulla poltrona prima di sfregarsi gli occhi prepotentemente.

"Problemi in paradiso?" chiesi, lasciando trasparire l'ironia.

"Quel pezzo di merda del figlio di Cassandra ha fatto la spia ai Widows, ora sanno quando agiamo, e indovinate?"

"Interverranno lo stesso giorno, sarà la solita lotta contro il tempo" risposi, ovvio.

I Widows erano un clan di teste di cazzo che non ci lasciavano mai in pace. Ogni colpo che programmavamo erano pronti a sabotarlo e a fotterci il bottino. Agivano negli stessi giorni in cui agivamo noi: le inaugurazioni.

Non potevano subentrare prima in azione, lo facevano il nostro stesso giorno, lottando contro il tempo.

Ricordo perfettamente il giorno in cui, arrivato in quel famoso Hotel di Manhattan, al posto del quadro avevo trovato un foglietto con una stupidissima faccina sorridente disegnata sopra.

Ma, generalmente, fallivano. Noi eravamo più resistenti, più abili e scaltri.

"Non ditemi che avete paura" me ne uscii, tirando fuori dalle tasche un pacchetto di sigarette ed estraendo una Camel.

"Sai benissimo che non si tratta di paura, Harry" mi ammonì Liam, passandosi una mano sul volto. "Si tratta di scocciature, sono sempre lì pronti a rompere i coglioni"

Heavy Crown.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora