Twist of Fate

20. Quando sta con me non gli servono dei buttafuori

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Lui lo pensava. Eccome se lo pensava. Eppure, miei cari lettori, non lo confessava a nessuna anima viva. Neppure alla sua. Lui lo desiderava. Eccome se lo desiderava. Ma ammetterlo sarebbe stata la più grande sconfitta della sua vita.
-Lyra Sunrise.

Delia

Stasera la signorina Foster è impegnata. È impegnata con me.

Io? Impegnata con Alexander?

Thomas scatta e da un'occhiata alle sue spalle, quasi come se volesse accertarsi della sua presenza, come se la sua voce non fosse riconoscibile tra mille.

Un sorriso imbarazzato gli compare sul volto quando i suoi occhi incrociano lo sguardo glaciale di Alexander, ed io, nel frattempo, ne approfitto per indietreggiare e allontanarmi da lui.

«Io non ho insistito, volevo soltanto chiedere alla signorina Foster se-» tenta di giustificarsi, ma Alexander, ancora una volta, lo interrompe.

«Si, ha insistito», puntualizza, avvicinandosi minacciosamente. «Ad ogni modo, le ho appena riferito che è occupata. Buon proseguimento di serata, Evans», lo liquida, facendolo sgattaiolare via dal piano.

«Si può sapere cosa le prende oggi?» Sbotto spazientita, riferendomi al caos inspiegabile che ha dominato l'intera giornata.

«A cosa si riferisce di preciso, signorina Foster?» Mi chiede con tono sarcastico.

Fa' qualche passo per avvicinarsi lentamente alla scrivania, poggiando le mani, chiuse in due pugni, sulla superficie liscia.

Si inchina leggermente, ponendo quasi il viso parallelamente vicino al mio e scrutandomi con quelle iridi così brillanti da accecare chiunque le osservi.

Mi perdo ad osservare l'armonia dei suoi lineamenti squadrati, precisi e simmetrici in ogni singola porzione. Data la posizione, le spalle sembrano quasi voler esplodere da un momento all'altro, lacerando il tessuto che le fascia.

Lascio cadere lo sguardo sulle sue braccia ben allenate, per poi arrivare alle sue mani, ricoperte da una leggera peluria e chiuse così strettamente da far diventare le nocche quasi bianche.

Ritorno al suo viso e ne rimango incantata, ogni qualvolta che mi ci soffermo è come osservare una delle più maestose opere.

Ed ogni volta è come se fosse la prima.

«Allora?» La sua voce mi fa sobbalzare, distraendomi dai miei pensieri.

Beccata in pieno, Delia. A quante figure di merda siamo?

«Mi riferisco a tutto», cerco di ricompormi in meno di un secondo. «Al telefono, al numero in rubrica, a ciò che è successo con Thomas in ufficio, a ciò che è successo nella sala riunioni e...», parlo a raffica, alzando un dito ad ogni punto che elenco.

Mi blocco però quando noto che i suoi occhi stanno seguendo ogni movimento, seppur impercettibile, compiuto dalle mie mani.

Segue le mie dita quasi incantato, o forse la mia è solo un'illusione.