My obsession

Chapter seventeen

Pov's Stash

E la strinsi così forte da stritolarla tra le mie braccia.
Così forte da soffocare i suoi singhiozzi nell'incavo del mio collo.
Così forte da sentirla tremare, quasi da romperla, ma più rotta di così non poteva essere.
La strinsi forte tenendola al sicuro, promettendomi che sta volta non l'avrei più lasciata andare.

Io:"non puoi continuare così."
Sospirai.

Io:"siediti, per una volta, e pensa a quanti complessi ti fai ogni giorno, senza ragione, senza fondamento.
Pensa a qualcosa di bello in te, difficile vero?
Eppure sei così bella, il tuo viso pallido solcato dalle occhiaie, le labbra scarlatte e gli occhi così scuri da perdersi dentro, altro che il mare.
Hai ragione..
È una guerra la tua,
una guerra tra te, lo specchio e la società.
Una guerra senza fine.
Tu sei bellissima, fanculo chi non è d'accordo.
Fallo per te.
Salvati.
Prima che sia troppo tardi."

Le sue labbra si fiondarono subito sulle miei, muovendosi velocemente, cercando un disperato contatto, cercando passione, amore forse, aiuto più che altro.
Le nostre lingue si intrecciavano perfettamente e le nostre labbra combaciavano come se fossero state fatte apposta per unirsi in questo fuoco.
Le sue mani si posarono sui miei capelli tirandomi qualche volta il ciuffo, cosa che odiavo, ma in questo momento non mi importava, le morsi il labbro e gemette contro la mia bocca.
Il bagno era piccolo e stretto, eravamo quasi impossibilitati a muoverci.

Io:"allora mi darai ascolto?"

A:"fosse così facile."

Ci alzammo e uscimmo da quel bagno senza sapere realmente cosa fossimo, non ero ancora riuscito a capire se quel bacio era solo uno sfogo oppure qualcosa di più, eppure io ero ancora tutto scombussolato, le farfalle avevano dato una festa nel mio stomaco, lo Stash di una volta avrebbe usato l'insetticida o meglio non le avrebbe mai sentite. Era una sensazione così nuova, come lei avesse scombussolato tutti i miei piani, come lei fosse entrata nella mia vita, così, tutt'ad un tratto, senza chiedermi il permesso.