Three

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Non so esattamente il perchè. Probabilmente gli piace la mia faccia. O comunque qualcosa di simile. Il punto è che il figlio dell'ex galeotto, famoso mafioso, contrabbandiere eccettera eccetera aveva scelto me. Sono la sua ala destra, il suo secondo braccio, metà della sua gamba è la mia. Ma Real Love non ha una bella reputazione. Si dice in giro che avesse pagato i suoi scagnozzi, gente come me, per ammazzare un ragazzino fratello di uno che non aveva pagato. Ovviamente lui se n'era uscito con le mani pulite, gli artefici invece sono ancora dietro le sbarre. Gente come me. Per questo sono sempre stato diffidente dall'immischiarmi a fondo con lui, non volevo pagare per cose brutte. Non so se ci capiamo. Comunque, io gli sono piaciuto, gli stó in simpatia. E certe amicizie, sia chiaro, non si possono spezzare. Non se stai dalla parte del cattivo. Già perchè di dolce ha solo il nome. Real Love. Non ho idea del perchè tutti lo chiamino così, ma non sono affari miei in fondo.

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"Ehilà invasore" Il mio conquilino, wow. Di solito si vede sei volte all'anno. Adesso che ci penso è da tre mesi che non si presentava. In effetti ha senso che sia qui. È solo la seconda volta.
"Ciao straniero" Ho appena finito con i clienti, sono sfinito, ho camminato troppo e non sono abituato a trascinarmi dietro acciaio inox.
"Io vado a farmi una doccia" zoppico verso il bagno, non riesco ancora a camminare dritto.
"Me lo dici perchè stai sperando che venga a farti compagnia frocetto?"
"Simpatico"
"Stó parlando del calendario rubacuori, non dovresti flirtare con me quando devi vedere i genitori di lei sta sera stessa" Cosa?
"I genitori di... Ma la cena era fra due giorni... Oh merda"
"Non mi avevi detto che avevi una ragazza" Sono sparito per due giorni e il mio cellulare viaggia in acque oceaniche. Cazzo, sarà furiosa o morta di paura. In entrambi i casi mi lincerà. Va bene, una cosa alla volta, prima la doccia e poi le parleró.

Mi svesto alla svelta e lascio scorrere l'acqua fredda sulla pelle. Chiudo gli occhi e alzo la testa verso il getto. È stata una giornata pesante. Ma ne hai avute di peggio non è vero Nick? Respiro con calma, un respiro alla volta. Abbasso lo sguardo per osservare l'acqua che mi scorre sulla pelle, giù, fino hai piedi. Esco immediatemente dalla doccia e quasi inciampo. Oh mio Dio. Li guardo, quelli non sono i miei piedi. Adesso sono un ammasso di cavi, viti e ossa di metallo ricoperti da qualche pezzo di pelle che difficilmente riesce a stare unita. Fa quasi... Fa quasi strano. Strano, sono strano. Muori se io tocco te. Caput you anderstand? I chirurghi di Real Love non mi sistemeranno. Non possono. Non saprebbero neanche da dove cominciare. Hanno ucciso l'unica persona che sa cosa sono, cosa lui mi ha fatto diventare.

Esco di fretta dall'appartamento, non so neanche se lei sarà lì ad aspettarmi. Il mio angelo. Non credevo che avrei mai trovato qualcuno, una ragazza tutta mia. Mia per sempre. Di certo non sarà così, ma in fondo mi piace solo l'idea del per sempre, la verità è che la lasceró per uno stupido motivo. Come di solito succede. Eccola. Appogiata al palo della luce, le braccia incrociate al petto. "Sei qui meno male" dico avvicinandomi.
"Già per qualche strano motivo sono venuta sperando di vederti, ma non credevo ci saresti stato per davvero. Perchè sei sparito?" Scuoto la testa, non voglio parlare. Bisogna occuparsi dei suoi genitori adesso, devo fare colpo e ricordarmi tutte le bugie che gli devo dire. Per piacerli ovviamente. Tutto a fin di bene.
"Non mi dici niente?"
"Mi dispice, ma è complicato da spiegare. Ti diró tutto stà notte.Adesso andiamo a cena dai"
"Okay, vado a prendere una cosa di sopra aspettami"
"Ehy ferma" gli afferro il braccio tirandola a me. La bacio, lasciandola salire nel condominio con un sorriso sulle labbra.
Rimango fuori per almeno un quarto d'ora, provo a suonare, ma non risponde nessuno. Che diavolo succede? Scassino la serratura ed entro con facilità. Salgo le scale fino al terzo piano. La porta del suo monolocale è aperta.
"Serena! SERENA DOVE SEI?" Cazzo, cazzo, cazzo. Mi aggiro furioso nell'appartamento, apro gli armadi, sposto i mobili, ma poi la vedo. Una piccola mano spunta da sotto il divano. Rigiro il sofà gettandolo a terra.
"Ti prego no... Serena no, no, dai piccola" del sangue le scorre sul petto. La gola sgozzata. Se fossi salito solo un pó prima... Solo qualche minuto prima.

Sarebbe... sarebbe ancora viva.

Salto nel buioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora