Seven

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C'è una gran puzza. Un odore marcio che si mischia a un profumo da uomo. Una strana accoppiata, sempre in contrasto.
"Sei sveglia?" I suoi occhi, sono così penetranti.
"Per fortuna ti ha solo sfiorato il cuore, il dottore ha detto che sei viva per miracolo"
"Che cosa...?"
"Scusa ma dovevo farti morire, almeno per finta" Sbatto le palpebre senza rispondere. Non riesco a distogliere lo sguardo da lui.
"È stato Real Love se te lo stai chiedendo, non io. Doveva per forza spararti lui, almeno sarebbe stato sicuro del tuo decesso"
"Non capisco..."
"Neanch'io ti assicuro. È tutto molto confuso al momento, ma sei fuori pericolo ed è meglio che tu non sappia niente di più"
"Angela è morta..."
"Cosa? Ah si. Mi dispiace per la tua amica, ma avete la stessa statura, lo stesso colore dei capelli... Si saranno confusi" lui gesticola in evidende imbarazzo, mi fa quasi pena.
"Chi? Chi si è... confuso?"
"Non lo so"
"Tu, tu sei... sei pazzo. Hai dei... problemi e io devo... Devo andaremene" Cerco di alzarmi, ma qualcosa me lo impedisce, solo allora smetto di guardarlo. Sono legata. Ad una sedia.
"Pe...pe...per..."
"Sei diventata balbuzziente improvvisamente?"
"Non scherzare! Sono solo... molto, mol...to strana"
"Ti hanno appena sparato anch'io stavo male all'inizio"
"C'è un cattivo odore"
"Scusa ma non ho avuto tempo di ripulire il mio sangue dal pavimento" si gira per qualche secondo.
"E dal letto"
"Portami a casa, ti prego" Il ragazzo mi guarda per un attimo, perso. Sembra si sia improvvisamente svegliato in un incubo.
"Mi dispiace... Se vuoi rimanere viva non posso farlo" Una lacrima solitaria si fa strada sulla mia guancia.
"MA CHI DIAVOLO MI VUOLE MORTA? CHI?!"
"È complicato"
"IO NON HO FATTO NIENTE! Non voglio morire! Non hanno nessun diritto di uccidermi..."
"Senti io so solo che chiunque mi si avvicina, mi parla, mi conosce... Muore"
"Ma ma quell'uomo... True Love..."
"Real Love. E si, non mi posso fidare neanche più di lui, perché è l'unico ad essere ancora vivo" guarda in basso facendo qualche passo indietro.
"Slegami"
"Mi dispiace"

Real Love gioca con i ciuffi incolti della sua barba, l'ascensore sembra non arrivare più. "Mi spieghi allora?"
"Che devo dirti? I nostri si sono scopati, prima sono nato io e poi tu. Mi pare tutto chiaro"
"Io ho visto mio padre. Era un elettricista fallito che giocava tutti i nostri soldi alle macchinette. Non un fottuto mafioso. E poi mia madre non potrebbe mai aver conosciuto tuo padre" Le porte si aprono, una decina di persone fra infermieri e personale vario escono in fretta e furia.
"Forse è meglio se prendiamo le scale" svoltiamo a destra seguendo la scia di una barella.
"I nostri si sono conosciuti da un benzinaio. Per qualche mese sono stati insieme e da lì sono nato io. Sei anni dopo si sono rivisti per caso, mamma era già sposata con quello che tu credevi fosse tuo padre" apriamo la porta antincendio.
"La loro scapatella ha dato vita a te"
"E tu tutte queste cose come diavolo le sai?"
"Nostro padre me le ha raccontate qualche anno fa. Da allora ti ho sempre cercato. E pensa un pó dove ti ho beccato? Infiltrato nel mio stesso giro"
"Allora è proprio una cosa di famiglia"

"Ragazzo! Ehi ti prego!" Lui ritorna improvvisamente in sè. Lo fisso. È così... Non so descrivere il suo fascino. È come un astro spento. Un immensa luce pallida, vuota. Un buco nero, ecco cos'è. Che cazzo di pensieri. Stó rincretinendo. Stó diventando come lui.
"Scusami Jessica" ripete lui. Si sente un rumore. Come una serratura che scatta.
"Sono dentro" non sono stata io a parlare e neppure il ragazzo.
"Ma cosa dovrei cercare di preciso?... Ah, si bell'informazione. Grazie al cavolo...No, no posso farcela... Il figlio dell'americano ha detto qualcosa?"
"Stai zitta e non muoverti"
"Sono legata tanto"
"Sssh" si muove veloce fuori dalla stanza.
"Ehi!" Un tonfo. Sento delle urla. Dei pugni, dei colpi. Mi viene da piangere, ma cerco di trattenermi. Il ragazzo torna dopo qualche minuto e mi scioglie i nodi. Ha un sopracciclio insanguinato.
"Stai bene?" Non risponde.
"Perchè mi sleghi?"
"Devi venire con me in un posto" ha un cellulare in mano.
"Di chi è quello?"
"Non mio" mi prende per mano trascinandomi fuori dall'appartamento.
"Oh... Oh mio Dio" Un uomo, sdraiato per terra.
"Non è morto dai, andiamo"
"Ha delle cazzo di forbici inficcate nella schiena e sarebbe vivo?! TU SEI PAZZO, LASCIAMI! LASCIAMI ANDARE! Sei stato tu... Sei stato tu" Lui molla la presa e mi fissa immobile.
"Era legittima difesa..."
"Cosa ti hanno fatto?"
"Mh?"
"Non puoi essere stato sempre così... quanti, quanti anni hai?"
"Diciasette"
"Sei un bambino..."
"Vieni con me in quel posto o no?"
"Devi farti aiutare"
"Va bene, ho capito, ci vado da solo"

Guido in silenzio la vecchia punto bianca. Jessica è sconvolta, si fissa la cicatrice vicino al cuore e poi il viso. È completamente diverso da quello di ieri mattina. Non ci credo ancora che mi stia seguendo, senza sapere il mio nome, la mia storia. Guardo di sfuggita il nokia. C'erano dei messaggi interessanti, degli indirizzi interessanti. Ma la cosa più bella è il fatto di aver ucciso uno degli artefici della morte della mia ragazza, mi fa sentire davvero bene. Di nuovo vivo. Cazzo che sensazione. È una cosa malata dannazione, devo chiudere tutto subito. "Ho bisogno di qualche ritocco"
"Che?"
"Del trucco. Faccio schifo. Ho i capelli in pessime condizioni e ho le occhiaie. Mi serve anche del mascara e del rossetto. E poi tu non hai la patente!"
"E questa non è la mia macchina e allora?"
"Oddio siamo messi male. Ma quindi i miei trucchi?"
"Cerca nei cassetti magari c'è qualcosa, io non mi fermo"
"Ma dove stiamo andando?" Le sue piccole mani che frugano nella macchina.
"C'era l'indirizzo di un vecchio magazzino"
"E cosa pensi di trovare?"
"Non lo so" in silenzio stavo sperando ci fossero altre persone, ma più che altro cerco informazioni, prove.
"Trovati!" Jessi tira fuori una truss e si mette ad impasticcarsi la faccia. Con delle molette si sistema quei ciuffi biondo scuro. Dio non riesco a smettere di guardarla. Perchè è rimasta con me?

Arriviamo nell'edificio. Entro in fretta, trascinandomela dietro. È vuoto, solo scatole vuote. Scatole e scatole. Merda. Corro per le scale salendo al secondo piano. Bingo.
"Che cos'è?"
"Una mappa... Diavolo"
"Cosa?"
"È segnata la via di casa mia... della mia ragazza, questa è la via dove lavoravo... Cazzo è segnato tutto il percorso del mio giro" mi hanno stalkerato. Questa cosa è più grande di me. Non so come fare. Come diavolo faccio a far finire tutto?
"E questa X?" La ragazza indica un punto. Non conosco quella parte della città.
"Aspetta... Lo so! È un hotel, mi ci portava il mio ex"
"Ti scopava in hotel?"
"Che c'è di male?"
"Oh niente"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 06, 2015 ⏰

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