Prologo

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Prologo

Brancolava nel buio come un ombra, trascinando a stento i piedi. Le persone si scostavano al suo passaggio, osservava gli umani proseguire le loro vite, come se niente potesse scalfire la loro bolla di vetro, come se niente potesse ferirli.

Così piccoli, così deboli, così ingenui. Avrebbe potuto torcere i loro colli fini usando solo un grammo della sua forza, avrebbe potuto.........

Scosse la testa e inspirò a larghi polmoni, cercando di calmare la sete che si agitava nella penombra del suo spirito. Oscuri pensieri si susseguivano nella sua testa mentre proseguiva per le stradine strette della città, aveva gli oocchi distanti, cercando di ignorare il suono che perennemente lo dominava

Tum tum tum

un battito regolare, di una bambina forse? Oppure di una donna che spolverava la casa?, magari canticchiando qualche squallida canzone pop

Tum tum tum tum

un battito accelerato, magari di una giovane donna che andava per le strade cercando il suo amore perduto.

Scosse la testa, quante volte si era ripetuto di non pensare a queste cose ma in una grande città l'impulsi erano troppi per resistervi. I ciottoli bianchi gli sporcavano gli anfibi, creando aloni chiari sulla pelle della calzatura, soffiava un leggero venticello di quelli che fanno muovere le foglie degli alberi e smuovere i dolci riccioli delle signorine.

Un immagine irruppe nella sua mente,

un vestito di seta viola,

due occhi verdi,

pelle olivastra.

La ragazza era in piedi davanti a lui, i capelli neri svolazzavano scossi dal vento. Squadrava lo straniero, lui sapeva di essere affascinante e attraente agli occhi delle giovani signorine.

Se solo sapessero della mia vera natura

La bocca della ragazza si curvò in un leggero sorriso, rivolgendogli un occhiata maliziosa. Girò le spalle e si incamminò verso un vicolo invitandolo a seguirla.

La gola gli fremeva terribilmente, sentiva i canini che uscivano contro la sua volontà. Che lo volesse o no lui era un predatore. E i predatori sono nati per cacciare. Erano mesi che non si cibava di sangue umano.

Solo uno strappo alla regola non farà del male a nessuno.

Senza volerlo i suoi piedi si mossero, verso il vicolo. La fame prevalse.

La gola della ragazza era squarciata, il vestito viola era intriso di sangue. Ma la cosa più terrificante era il volto della giovane, ancora immobilizzata in una smorfia di terrore, una di quelle da disegnare in un circo dell'orrido. La ragazza probabilmente aveva tentato di divincolarsi, ma invano, aveva tentato di lottare con una forza oscura, in una battaglia che non poteva vincere.

I pensieri dello straniero si fecero via via più fitti,

Qualcuno questa notte ha ucciso senza pietà una povera ragazza, giunta in un vicolo.

Ma la cosa peggiore è che non sono stato io.

C'è un altro vampiro in città.

Wild Souls|| Colton HaynesWhere stories live. Discover now