Capitolo 7

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Brooke Pov

Always forgive your enemis, nothing annoys them so much

\\Oscar Wilde

Spengo la chiamata. La scritta brilla forte e chiaro, non posso sbagliarmi. Sono le quattro del pomeriggio è impossibile che stia dormendo, è sempre stato un tipo iperattivo, mi sta ignorando di proposito.

Sono tentata di scagliare il telefono per terra, ma inspiro e cerco di pensare a cose rilassanti.

34 chiamate perse da Shade

Mi alzo dalla sedia di camera mia, e poggio il cellulare sulla scrivania. Compiti arretrati si elevano in una pila di libri. Dio.

Magari potrei chiedere al monaco di farmi i compiti di latino.

Rido al mio pensiero agghiacciante.

Ho chiamato Shade dodici volta a pranzo, ventiquattro verso le due e tredici adesso. Mi sento in colpa, se gli fosse successo qualcosa non me lo perdonerei.

Ha visualizzato i miei messaggi su whatsapp poco fa, mi sta chiaramente ignorando. Ho una stretta al cuore.

Il tuo migliore amico è incazzato con te.

Ripenso a cosa possa avergli fatto ma non trovo nulla di sconcertante, l'ultima votla che l'ho visto è stata ieri mattima, dopo l'incidente vicino agli armadietti.

Non sembrava umano

La voce di Kathleen mi rimbomba nelle orecchie, rivedo la scena sotto i miei occhi. Shade è sempre stato un tipo pacato e gentile, lo battevo persino io a braccio di ferro. Non potrebbe fare del male a nessuno, nemmeno per autodifesa. Ha schivato calci e pugni con una velocità impressionante, Kathleen ha ragione non sembrava umano. I colpi erano troppo precisi e le schivate troppo rapide per qualunque persona, mi sembra di essere catapultata in un incrocio fra SpiderMen e Matrix.

Sta succendendo qualcosa.

É successo tutto troppo in fretta, il monaco, il fuoco, Shade per essere una coincidenza. Le coincidenze non esistono. Scaccio velocemente il pensiero e mi passo una mano fra i capelli.

Meredith è andata a lavoro da poco, tornerà non meno delle otto. Mia madre lavora alla biblioteca comunale, i libri non ci mancano. La nostra casa è un tappeto continuo di libri, sia io che mia madre siamo molto disordinate, l'unica persona che mette ordine nella nostra casa è Lilian Salph, la madre di Shade.

Vai a casa sua.

Per una volta ascolto la mia coscienza. Infilo un paio di jeans e una maglietta Hard Rock grigia, che ha visto giorni migliori. Non ricordo nemmeno dove l'ho comprata, la scritta è consumata si legge solo una 'A'finale, anch'essa molto danneggiata.

Mi metto delle sneackers ed esco, zampettando dalla stanza.

Il tragitto per casa di Shade è piuttosto lungo. Procedo a passo veloce finchè non scorgo la casa dai mattoncini marroni con la punta dell'occhio.

La casa di Shade è il modello di casa americana. È una villetta fatta con ruvidi mattoni marroni, ha

un porticato fatto di colonne bianche raffinate all'ingresso. Si erge su due piani, sulla facciata anteriore ci sono sei finestre di diversa dimensione. La casa ha un giardino notevole, c'è un vialetto costeggiato da piccole siepi di forma circolare, piuttosto curate. Sulla facciata sinistra si erge una piccola depandance, marrone. La casa ha due caminette, scorgo le canne fumarie poco dietro il tetto a spiovente. Sul retro c'è l'orto che io e Lilian coltiviamo nei finesettimana.

Wild Souls|| Colton HaynesWhere stories live. Discover now