Capitolo 1

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Martedì 04 Novembre 07:37
"Va tutto bene?" La ragazza alza di scatto la testa. Ha gli occhi iniettati di rosso.
"Ho bisogno di acqua..." l'uomo annuisce e le porge una bottiglietta. Cos'è fumata o ha solo pianto?
"Grazie mille" Dice mentre si concede qualche secondo per guardare il suo salvatore. Alto, muscoloso, il classico palestrato, avrà vent'anni al massimo. Deve essere venuto al parco per correre. "Adesso va meglio?" Lei gli sorride dandogli indietro il contenitore. Non può trattenersi qui ancora a lungo. "Non mi hai risposto" dice in un tono semi scherzoso l'uomo. La guarda, è strana. Ha un golf rosso aderente e dei jeans consumati, ma non di proposito, non per la moda. Sembra abbiano vissuto tutte le guerre. E poi quel viso... arrossato, pieno di lentiggini e con quegli occhi da drogata. "Allora? È successo qualcosa...?"
"Grazie per l'acqua" cammina lontana quasi zoppicando, lo zaino blu che odia rimbalza sulle sue spalle. L'uomo rimane interdetto. Non gli ha risposto...

08:00
Gli alunni entrano disordinatamente nell'aula. Come sempre Robin è già dentro, prima fila accanto al muro. Non si sposta mai da lì, vicino a lui finiscono i soliti poveri ritardatari che non riescono ad aggiudicarsi il posto giusto. Perché nessuno vorrebbe mai respirare la sua stessa aria per più di dieci minuti. Per puro caso oggi, una di queste è lei, Kay. Il nerd non le aveva mai dato troppa considerazione, come non ne dava a tutti del resto.
Ma, soprattutto perché, a differenza degli altri, era apparsa magicamente in seconda superiore, infiltrandosi nella scuola senza un come nè un perché. Quindi per Robin era come se non fosse mai esistita, non si era neanche accorto di lei a distanza di due anni.
"È libero?"
"Vedi qualcuno?" Lei si siede in fretta togliendosi un giacchino rosso. Dal cappuccio fuoriesce una chioma nera e lucida, ciocche blu notte si infrangono sulla dolcezza delle loro onde.
"Chi c'è ora?"
"Non parlarmi mi deconcentri"
"Ma se non stai facendo niente genietto, chi abbiamo?"
"Sto cercando di ucciderti nel pensiero, sai è impegnativo, perché sei dannatamente soffocante. E per la cronaca... io sono un genio e basta, non voglio diminutivi" era la frase tipica, la diceva sempre. Non voleva nessun contatto umano, niente che potesse avere effetti negativi sul suo andamento scolastico.
"Allora hanno ragione"
"Stai ancora parlando?"
"Non sei solo secchione, sei stronzo anche"
"Si hai finito?"
"Vabbé tanto è inutile, buonanotte" Kay si butta sul banco mettendo lo zaino come scudo.
"Se buonanotte" il professore entra in classe.

09:23
"Dove sei? Dove? No...la mia bambina. Lascia, basta!" Robin si blocca per qualche secondo. È stata...? Ha parlato lei?
"Ou, svegliati"
"Per... per favore. Voglio sapere dov'è. Non dirmi di stare zitta, io ho fatto la cosa giusta. Non avrei vissuto davvero con lei...Basta! Sono giovane..." la scuote sentendo gli occhi dei compagni addosso. Se non si sveglia, se ne accorgerà anche il prof.
"Cazzo" Robin gli stringe i capelli tirandola su violentemente. Lei rimane per qualche secondo interdetta, poi i suoi occhi si spalancano.
"Che succede...?"
"Parlavi nel sonno"
"Mi hai sentito?"
"Ti hanno sentito tutti" Kay si maledice mentalmente. Non doveva più succedere... l'ecstasy l'aveva aiutata. Perché ora no?

09:55
Non era normale. Perché una persona doveva dire le sue stesse parole... sognare le stesse cose. Perché era così vero? Lei forse... forse sognava le stesse scene di lui. Provava le stesse sensazioni... No, non era possibile. Non esistono casi di sogni condivisi, doveva esserci di certo una spiegazione logica.
"Ehm senti" Robin si fermò per un attimo. Non si ricordava il suo nome. Giorgia? Chiara? Stefania forse? Catia? O era Caterina? Era qualcosa con la -c- ne era certo.
"Allora, che vuoi?"
"Come diavolo ti chiami scusa?!"
"Non sai il mio nome...?"
"Non mi rimangono i nomi delle persone inutili. Cat..."
"Kay"
"Okay Kay, tu prima parlavi... Hai detto delle cose"
"Non era niente" dice velocemente.
"Si invece. Tu vedi una casa vuota e un uomo che ti trascina... Pelato" per quale motivo ha parlato?! Non doveva rivelargli queste cose, sembrerà ancora più strano di quant'è. E se lei non vedesse niente? Se fossero solo parole a caso? Eppure così simili... doveva tentare, rischiare era necessario.
"Cosa?" La ragazza si sforza di rimanere impassibile, ma è una lotta contro la sua bocca che si vuole spalancare. Che ne sa un nerd dei suoi sogni...? Come sa quello che vede? È impossibile che ne abbia parlato nel sonno. Dice sempre le stesse cose... non descrive niente.
"Sai cosa ho detto" quanto Robin stava pregando di non fare una figuraccia lo sapeva solo Dio.
"Devo andare" Kay si alza per uscire, l'intervallo è iniziato da un po', non può passare tutta la pausa in quell'aula puzzolente. Di certo non a parlare di quello... Fa il giro intorno ai banchi per uscire, ma una mano le blocca il braccio.
"Rispondimi. Sogni tutte le notti la stessa cosa vero?!"
"Come sai...?!"
"Dimmi cosa vedi, cosa fai"
"Perché?"
"Fidati, Kay"
"No" lei abbassa gli occhi.
"Sogni di essere sola vero? Che guardi i muri con le cornici vuote e ripeti le stesse cose all'infinito..." Quale oscura forza lo sta facendo esporre? Deve smetterla. Parla troppo. Robin fermati.
"Perché conosci i miei sogni?! Cosa ne sai? Cosa sai di me?!" Le prende il panico. Potrebbe sapere tutto o niente.
"Io vedo le stesse cose! Sogno le stesse cose, parlo nel sonno esattamente come te. Non so come sia possibile..."
"È assurdo. Tu... Tu vedi l'uomo pelato che mi dice di stare zitta? Vedi... vedi quella neonata?"
"Mia figlia"
"Tua figlia...?"
"Io penso sia mia figlia. Nel sogno sono una donna. Come nel tuo"
"Una giovane donna che ha perso la sua bambina..."
"Che ha dato via la sua bambina"
"Da quanto fai questi sogni genio...?"
"Da settembre mi pare"
"Come me..."
"Questa storia non ha senso. Io e te non abbiamo nulla in comune, non ci conosciamo! Tu non sapevi neanche il mio nome"
"Kay..."
"Cosa?"
"Dobbiamo fare finta di niente"
"Perché?" Robin scuote la testa. Aveva avuto abbastanza tempo per pensare. "Nessuno deve sapere niente, questa conversazione non c'è mai stata"

DI NESSUNOWo Geschichten leben. Entdecke jetzt