Capitolo 3

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Venerdì 19 Novembre 19:24
"Come scusa?"
"Ho fatto anch'io le mie ricerche"
"E per quale motivo non me l'hai detto?"
"Perché non ti conosco, non mi fido di te"
"Che scusa di merda" Non riusciva a capire il motivo del suo silenzio. In realtà non riusciva proprio a capire lei. Di solito un minimo di concezione della persona gli veniva in mente, piccoli dettagli che gli facevano capire che tipo/a fosse. E invece quella ragazza era il nulla per Robin. Non aveva codici da decifrare, non era neanche un codice. Eppure sembrava un libro aperto... dalle pagine bianche però.
"Senti, quando avevi detto che la conversazione non c'era mai stata... insomma ti ho preso alla lettera e non sono andata oltre"
"Va bene, va bene, ma devo chiederti se sai altre cose. Insomma cosa intendi per oltre?"
Kay tiene la bocca chiusa. Deve dirglielo, deve fargli vedere? Se fanno gli stessi sogni, in fondo, ci deve essere un motivo...
"Non ora. Ho lasciato il bancone vuoto, vediamoci sta notte. Devo mostrati una cosa"
"Sta notte?!" Ma siamo scemi? Lui
a quell'ora dovrebbe intrattenere un importante partita online sul server nazionale, altro che cavolate da psicologi.
"Facciamo mezzanotte e mezza? Alla stazione dei pullman nel quartiere alto. Se vuoi sapere, sta notte non dormirai piccolo nerd"
"Se mai chiamami grande nerd"
"Come vuoi tu" Kay entra di fretta nel piccolo locale. Nessun cliente. Bene. In fondo chi poteva venire? Fa per rimettersi dietro al bancone, ma qualcosa le cade dalle spalle mentre cammina. Ah, la giacca cavolo.
Apre la porta e si affaccia. Ma dov'è finito?

23:53
Robin.
Che sto combinando?
Continuo a fissare lo schermo del computer, spento. È come se fossi ipnotizzato. Da tutto quello che c'è dietro, da quello che potrei fare accendendolo. Cazzo. Che diavolo mi impedisce di farlo?! Questi incubi sono troppi strani, quella dannata ragazza è strana. E se mi tirasse un bidone? E se al suo posto venisse un pappone? Ma per quale motivo dovrebbe essere una prostituta, stupida mente malata smettila di pensare. Non c'è nessun motivo per essere in ansia. Guardo di sfuggita le mie action figure e mi infilo velocemente il mio Sanji di one piece.   Il porta fortuna d'eccellenza fin da quando ero piccolo. 
Prendo il cellulare e sono fuori. La metro passa quasi subito. Infilo le cuffie e cerco di non addormentarmi.

Sabato 20 Novembre 00:28
Robin.
Cammino nella notte. Ci sono sono due uomini per strada, confabulano vicino a un lampione fulminato. La temperatura ha raggiunto i cinque gradi, sto morendo di freddo dannazione. Sarebbe stato molto meglio rimanere a casa. Sulla poltrona davanti al mio Bobbi. Si ho chiamato il computer Bobbi. È un nome che mi pareva simpatico. Suona anche bene. Raggiungo le villette a schiera, la stazione dovrebbe essere da queste parti.
"Robin" quasi urlo.
"Oh Gesù! Merda. Ma sei scema?! Mi hai fatto venire un infarto. Chi ti ha insegnato a spuntare all'improvviso?! Tu devi farti curare, non io cazzo! Perché sono circondato da persone con evidenti problemi? Io sono l'unico normale qua"
"Hai finito di fare lo strano?"
"Ha parlato"
"Che intendi con ha parlato?"
"Niente, niente. Ma hai la mia giacca?"
"Te ne sei andato prima che potessi dartela"
"Va bè allora mi dici che ci facciamo qui?"
"Dobbiamo entrare in una casa"
"Come scusa?"
"Hai capito benissimo"
"Ma è una cosa legale vero?" Kay non risponde ed inizia a camminare.
"Ma dove vai adesso?!" Quando ormai è a diversi metri da me le corro dietro.  "Mi spieghi che stiamo facendo?"
"Si paziente e non aspettarti chissà cosa"
"Ma ce la fai a parlare normalmente? Non capisco mai un cavolo"
"Se è per questo nemmeno io riesco a capirti"
"Ti piace?" Non so perché l'ho detto. Le parole mi sono uscite di bocca velocemente e senza un motivo.
"Che?"
"Il mio profumo"
"Eh?!" La vedo arrossire per qualche secondo.
"Sei tutta rannicchiata nel mio cappotto, con un sorrisetto sotto i baffi"
"Non è vero. E poi cosa centra col profumo me lo spieghi?"
"Sembra che ti perdi in esso" Kay abbassa lo sguardo, la vedo fare un lungo respiro e socchiudere gli occhi.
"Si… mi piace. Cos… Cos'è Dior o qualcosa di simile?"
"No non spendo soldi per queste cose, sa solo di me"
"Del tuo corpo?" Appena lo dice diventa paonazza.
"Siamo arrivati" sussurra subito dopo.
Guardo la casa davanti a noi. I sigilli della polizia intorno alle porte spalancate. "Cos'è?"
Kay entra nel giardinetto e supera i cancelli. "Perché hanno lasciato tutto aperto…?"
Lei continua a non rispondere ed entra. E io? Io che faccio? La seguo. Appena entro il bianco mi circonda. Non è una casa, è quella casa.
"Come hai fatto a trovarla?"
"Ho solo visto un vecchio telegiornale"
"Non è rimasto più nulla"
"Sequestrata"
Cammino fino a un baule, attaccato alla parete dove una volta c'erano le foto.
"Questo non c'era l'altra volta" dice lei.
"Non c'era neanche nei sogni se è per questo" lo apro. Qualcosa luccica all'interno.
"Sai non pensavo che entrassi"
"Neanch'io" Tiro fuori l'oggetto.
"Una webcam?"
"Ed è accesa"
"Cazzo, la polizia?"
"Non lo so, seguiamo i fili"
"Vuol dire che ci stanno filmando?" Ignoro la sua domanda scontata e inizio a girare per la casa tirando il cavo.
"Porta a lì dentro" spalanco la porta di quello che sembra un ripostiglio.
"Merda, merda, merda. Cos'è questa roba?!"
"Computer"
"Non ripetere l'ovvio Robin! Che significa questo?"
"A quanto pare ci sono webcam in ogni camera. Questa è una vera e propria stanza di controllo"
"E quindi queste sono le immagini in tempo reale?"
"No sono di… dieci minuti fa"
"Quindi quell'ombra che è appena passata nello schermo non c'è più vero?"
"Kay… forse è meglio che chiudi la porta"

DI NESSUNOWhere stories live. Discover now