Capitolo 6

180 25 13
                                    

Giovedì 25 Novembre 06:15
"Si?" I due ragazzi rimangono sulla soglia incerti. Sanno bene che quella donna non è una persona qualunque. Quella pelle chiara, i capelli neri raccolti in una pinza, non sono particolari casuali. Lei è Britney. Quella Britney.
"Si?" Ripete guardando incuriosita i due, che vorranno mai da lei?
"Buongiorno, mi scusi sono Kay, sto scrivendo la mia tesi di fine anno sull'abuso di minori in America e la sua testimonianza mi sarebbe utile. Estremamente utile" la ragazza gli sorride. Dovrebbe essere stata convincente, di certo Robin ha dovuto riflettere per capire la frase. Insomma loro frequentavano la quarta superiore, mica devono fare la tesi... Ah, giusto. Una scusa. Era solo una scusa.
"Ehm e lui?" Britney guarda di storto Robin, non si fida del ragazzo. Quegli occhi sono bugiardi.
"È il mio assistente. Allora possiamo entrare e farle alcune domande? Sarà una cosa veloce"
"Okay, molto veloce" si scosta dall'uscio e loro entrano. La stanza è piccola, muri gialli, tende a fiori. Un letto, una scrivania e due sedie. A primo impatto non fa una buona impressione, troppo impersonale, austera.
"Allora come si trova qui?"
"Ho una cavigliera che mi da una scossa se mi allontano più di un chilometro da qua, quindi... Al momento mi sento molto limitata"
"Era una battuta?" Chiede Robin evidentemente agitato. Si potrebbe sentire il battito frenetico del suo cuore anche da metri e metri. Si deve dare una calmata o manderà tutto all'aria, basta una parola sbagliata e finirebbero fuori in qualche secondo.
"Mi spiace molto. Per quanto durerà questa situazione spiacevole?" Dice Kay ignorando il compare.
"Oh, fino a quando la corte non prenderà altre decisioni nel prossimo processo"
"Deve essere molto pesante" continua Robin.
"Si"
"Allora iniziamo? Posso farle delle domande?"
"Siete qui per questo no?"
"Okay. Vuole parlare del motivo della denuncia?"
"Ero solo stanca. Questo è scritto sui giornali"
"Pensavo fosse per la bambina, ho letto che era incinta e suo marito..."
"No affatto, non ho avuto figli"
"Come scusi?"
"Non ho mai partorito. Non ho figli"
"Esistono numerosi articoli che parlano di un neonato disperso signora, la sua neonata"
"Ti confondi. Devi aver sbagliato le fonti, prossima domanda dai"
"Insisto Britney"
"Non ho figli" la maniglia della porta si muove freneticosamente, ma nessuno entra.
"Chi era?" Chiede il ragazzo che va avanti e indietro nella stanza da tutto l'interrogatorio.
"Fanno scherzi" spiega la donna.
"Allora non le dice niente questo certificato di nascita?" Kay le porge due fotocopie in bianco e nero.
"Ma non capisco. Deve essere un altra con il mio stesso nome, io non ho partorito questa bambina..." la maniglia viene mossa in basso velocemente. Più e più volte.
"Non capisco perché si ostina a mentire, non c'è niente di male. Era giovane, abbandonare un neonato non è un crimine..."
"In realtà si" la ragazza gli da un pugno mentalmente. Come fa a non capire che peggiora solo la situazione?! Zitto Robin.
"Sei pazza. Ti ripeto che io non ho mai avuto un figlio!" La maniglia viene strattonata e la porta quasi si inclina per la forza.
"No bambine, no bambini, niente neonati! NIENTE!" La luce si spegne. Tutto piomba nel buio.
"Si... signora?" Silenzio.
"Kay...?" Silenzio.
"Robin?" Silenzio.

Non gli piace che si parli di lei.

06:29
Kay.
Apro gli occhi. Sono fuori dalla stanza. Ma non ricordo di essere uscita. Dov'è... dov'è il nerd? La porta si apre e Robin corre veloce nel corridoio, la sua mano intercetta la mia è mi trascina via. Non riesco ad aprire bocca, mi faccio portare fino al lago, ma ancora il mio battito non è rallentamento. Cosa succede? Cosa sta succedendo?
"Andiamocene. A che ora passa il treno?"
"Non...io non lo so"
"Respira Kay"
"No, è successo qualcosa... non mi piace" mi giro verso la struttura. Un intenso brivido mi sale sulla schiena. Ho paura. Per la prima volta, ho davvero paura.
"Lo so. Mi dispiace"
"Perché ti dispiace? Perché dovrebbe dispiacerti?"
"Non hai sentito cosa ha detto?!"
"Si ma..." lui mi stoppa.
"È venuta così vicino... tu non c'eri, non sapevo che fine avevi fatto, non ti sentivo, non sentivo niente... poi il suo respiro sull'orecchio. Ha detto... ha detto che è colpa mia. Ha detto che era tutta colpa mia. Ha detto che dovevo stare lontano da lei. Dalla bambina"
"Di che sta parlando Robin? Tu sai di che sta parlando, vero?"
"No, non lo so! Però ha ragione. Basta. Non voglio più andare a fondo su questa storia. Non voglio più saperne niente. Mi arrendo va bene? Ha vinto. L'incubo ha vinto. Mi tengo il sudore, l'ansia appena svegliato. Le urla. Mi tengo tutto. Non mi importa più. Non me ne frega"
"Che dici? Mi vuoi lasciare da sola?"
"Eri sempre stata sola. In fondo ci conosciamo da poco, ma i sogni ci sono da Settembre" Fa un lungo respiro e mi guarda. I suoi occhi sono spenti, il ghiaccio della sua retina si sta rompendo. "Questa faccenda è interessata sempre più a te"
"Vuoi tornare alla fase tutto questo non c'è mai stato?! Credi che si risolva così? Non vuoi capire davvero cosa ci accomuna?! Cos'è successo là dentro?!"
"Forse non hai capito. Io mollo"

10:40
È da tutto il tragitto in treno che non apriamo bocca. Non sono riuscita a controbattere. Non posso. Ho capito. Non posso fargli cambiare idea.
"Dormi da me"
"Cosa?" Mi giro a guardarlo. Sembra serio.
"Dormi da me Kay... per favore"
"Perché dovrei? Fai lo stronzo e io dovrei stare da te la notte?!"
"Non faccio... Oh dannazione! Voglio solo che questa storia non diventi più grande del previsto. Almeno, se lo diventa non voglio esserci dentro. Quindi dormi con me"
"Maniaco lunatico" mi giro verso il finestrino ignorando il suo sguardo insistente. La nonnina vicino a noi fissa imbarazzata il cellulare che non riesce a sbloccare.
"Ho il terrore di sta notte Kay. Per favore. Non sappiamo se il sogno cambierà di nuovo. Potrebbe succedere. E non voglio... almeno per oggi non voglio avere altra adrenalina in corpo"
"E i tuoi genitori?"
"Le ho mandato dei messaggi ieri, a mia madre dico. Non c'è, torna domani. Infuriata più che mai" sbuffa aspettando una mia reazione. In fondo che ho da prendere? Solo un incubo.
"Ci penso okay?"

14:90
Entriamo in casa, lo vedo trafficare con il pannello del riscaldamento mentre io rimetto a posto la sua famosa giacca, finalmente tortana al luogo nativo dopo una lunga odissea.
Il cellulare di casa suona.
"Mh chi è?"
"Robin! Mi vuoi spiegare che ti sta succedendo? Sei andato fuori di testa? Prendere il biglietto di un treno e sparire così?!"
"Sto bene mamma" dice il ragazzo sbrigativo.
"No, no tu non stai bene! Tu sei sulla lenta via della demenza, cosa ti è passato per la mente, me lo vuoi spiegare?!" Robin si gira a guardarmi, i suoi occhi passano dai miei, scendono, sul naso, sulla bocca... sul collo. Si volta di nuovo.
"Mamma vuoi che ti vengo a prendere all'aeroporto domani?"
"Si la macchina è nel parcheggio sotterraneo di casa... Sicuro di stare bene bimbo?"
"Si grazie. Ti voglio bene" chiude la telefonata.
"Sai guidare?" Annuisce. Mi è venuta un idea.
"Io dormo qui se tu fai un ultimo lavoro con me. C'è ancora una persona che dobbiamo intervistare"
"No ho chiuso te l'ho detto. Troppe robe paranormali. Anche se alla fine è tutta finzione, come l'ombra"
"Di che parli?" Accende il PC sul tavolo e mi mostra i filmati di sorveglianza. Giusto la chiavetta.
"Era un programma. Non c'era veramente. Non era una persona. Infatti appare sempre, tutti i giorni alle stesse ore. Un sistema di sicurezza si può dire. L'hanno installato un anno fa. Ha spaventato parecchi barboni"
"Interessante. Perché avrebbero avuto bisogno di un programma del genere?"
"Non lo so e non mi interessa"
"Dai Robin, un ultimo posto da vedere. Poi ti lascio stare. Giuro"
"Dove?"
"Prigione"
"No, assolutamente no. Non se ne parla"

16:00
Robin guida da un ora. La nebbia sta investendo l'autostrada, ormai non si vede a un palmo dal naso. Distolgo lo sguardo dal finestrino per concentrarmi su di lui. L'uomo dagli occhi trasparenti. Il nerd stronzo. Cosa mi nasconde? So che c'è qualcosa che non mi vuole dire. Che gli fa paura. Ma in fondo anch'io non sono stata del tutto sincera. Una macchina ci supera ad alta velocità facendo imprecare Robin.
"Calmati"
"Scometto che mi ha sfiorato"
"E che te ne frega?"
"Mi riga la macchina"
"Non è tua" un altra macchina passa al nostro fianco, vicinissima.
"Maledetta nebbia guidano tutti come pazzi" cambia corsia mentre una curva si avvicina.
"Sta atten..." Il mio corpo è improvvisamente scaraventato in aria mentre la cintura mi strozza. Il soffitto gira in un vortice, mentre il bianco della nebbia va su e giù davanti ai miei occhi. Sbatto la testa, le gambe quasi mi cadono in faccia. Poi si ferma. I capelli svolazzano sul viso mentre porto le mani in avanti. Dov'è la maniglia? Stacco la cintura e cado in avanti.
Diventa tutto nero. Non voglio morire. Per favore. Non voglio morire.

DI NESSUNOWhere stories live. Discover now