Capitolo 4

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Sabato 20 Novembre 00:55
Kay.
Mi attacco alla maniglia tenendo tutto il mio corpo appoggiato alla vecchia porta. Questa dannata serratura non si chiude da sola.
"Allora chi era?!"
"Dovrei mandare indietro il filmato per saperlo e non so come si fa, non risponde ai soliti comandi. È un programma vecchio"
"Si ma io voglio andarmene, se c'è qualcuno non ho intenzione di incontrarlo"
"Senti fammi solo provare a..."
"No, no andiamo e basta cazzo"
"Calmati e sta zitta tre secondi" voglio solo uscire. Fisso gli schermi mentre Robin schiaccia nervosamente la tastiera sbiadita.
"Non dirmi di stare zitta nerd"
"E tu non pensare di insultarmi chiamandomi nerd. Lo sono e ne vado fiero" Nello schermo centrale passa il video della stanza dove siamo. Vedo noi due entrare e sulla soglia subito dopo, una figura nera. Passa veloce oltre la camera, si distinguono appena i contorni umani. "L'hai visto... anche tu?"
"Porco due"
"Perché era in bianco e nero e noi no?! Non andava ai cento all'ora Gesù! Perché non era a colori...?!"
"Calmati"
"Mi spieghi che stai ancora scrivendo su quel dannato coso?!"
"Sto copiando il programma e i video vecchi"
"Ma che te ne frega! Andiamo, andiamo, andiamo!" lui non risponde. È stata una pessima idea portarlo qui, doveva restare tutto come prima. Cosa pensavo di ottenere?
"Senti mi spieghi come fai a copiare quella roba poi? Sul tuo cervello?!"
"Sulla mia chiavetta" non riesco a capire come faccia a rimanere calmo. Sembra una statua.
"Ti sei portato una chiavetta USB dietro?!"
"È la mia collana"
"Oh sei così dannatamente nerd, un nerd che mi fa perdere tempo mentre qualcosa si aggira in casa!"
"Qualcuno"
"No, non è umano cazzo! E..." di nuovo, questa volta in cucina. L'ombra rimane ferma, fissa la webcam.
"Ti prego Robin... usciamo da qui"
"Ho finito, ho finito, andiamocene cazzo" spalanco la porta e corro verso l'uscita senza voltarmi, manca poco, corri, corri. Corri dannazione.
Sono fuori, sono al sicuro. Continuo a correre a perdi fiato, il gelo si attacca alla mia pelle mentre le gambe vanno avanti da sole. Dopo metri mi volto. Robin? Dove sei?
"Adesso, mi ricordo chi aveva vinto la campestre femminile l'anno scorso... Uh... Era, era... Una tizia con la K eh? Uh... è difficile starti dietro cazzo..." si piega con le mani sulle ginocchia a riprendere fiato.
"Tu sei scemo"
"Gentile da... parte tua" dice affannato.
"Mi hai fatto restare dentro quel posto con... Gesù non voglio pensarci, davvero. Ho il cuore a mille" mi appoggio al recinto di una casa. Che cos'era quell'ombra...?
"Senti ho terminato il programma e ho tutte le registrazioni adesso, possiamo rivedere con calma tutto... E sperare che non siamo dentro un videogioco horror "
"Un film"
"Come?"
"Dentro un film horror, la gente normale dice così"
"Io dico come mi pare okay?"
"Senti è meglio che te ne vai a casa. Ci vediamo Lunedì" lui mi fissa senza muoversi.
"Che c'è? Vuoi la giacca?"
"No dammela a scuola, non sei vestita abbastanza per andare in giro senza"
"E allora che ti serve?" I suoi occhi sembrano illuminare i dintorni. Sono due fari celesti.
"Niente niente"
"Okay" ci guardiamo per qualche secondo, scrutando in silenzio la figura altrui. Non riesco a capirlo davvero questo ragazzo, perché si fida di me? Forse dovrei farmi la stessa domanda. Da quella casa potevo andarmene da sola, invece sono rimasta ad aspettarlo. Forse quella chiavetta servirà a qualcosa.
"Ciao Kay" guardo il ragazzo camminare verso la stazione mentre lo saluto con un cenno.
"Pronto servizio taxi?" dice in lontananza.

Bene ragazza mia, è meglio andare ora.

02:10
Robin.
Giro la chiave un paio di volte, la serratura scatta. Il sonno pesante di mia madre non l'ha fatta accorgere di nulla, bene. Mi tolgo i vestiti per strada e infilo il pigiama di pile. Odio la notte. Odio avere sonno. Il buio mi attacca, mi accoglie prima gentile e crudele dopo. So che sogneró di nuovo, ma non posso farci niente. È una tortura tutte le volte, la mia condanna per un crimine mai commesso.
Perché non posso avere una notte senza sogni?
Mi butto sul letto e chiudo gli occhi. Forse sta sera è quella buona.

Dream
Robin e Kay sono circondati dal bianco, sono vicini, ma è come se non riuscissero a toccarsi, a parlarsi. Sanno di esserci, ma non hanno la sensazione dell'altro. Qualcosa si fa avanti, qualcuno. Una donna. La stessa donna che vive in questo bianco. In questa casa. Britney. Ha il viso distrutto, la pelle scarna e gli occhi stanchi. La donna avanza, alza le mani verso il ragazzo. Sono macchiate di sangue. Sangue blu.
"Muori! Traditore! Io mi fidavo! NON HAI MOSSO UN DITO, SEI RIMASTO IN SILENZIO, L'HAI UCCISA TU!" La madre si butta su Robin, continua a spingerlo violentemente, gli stringe il collo mentre nella sua bocca appare una lama. Kay vede tutto, ma non riesce a muoversi, rimane a guardare il ragazzo perdere l'aria dai polmoni, diventare quasi viola. Il coltello si infila nel suo petto girando e rigirando, il sangue che li macchia il corpo. Britney si accanisce contro il suo viso, lo graffia ripetutamente, ma lui non reagisce. Si fa colpire, mentre le sue vene si colorano di blu velocemente, fino a che il sangue non raggiunge la testa. Trema, è dentro di lui, lo sta prendendo un pezzo alla volta."Robin... " Kay sussurra. Dov'è la donna? Dov'è finita?
"L'ho uccisa io" I suoi occhi si chiudono per qualche secondo. Poi, il blu. Completamente blu.

04:57
"Cazzo" sono tutto sudato, la gola dolorante e i polmoni che cercano di riprende fiato.
Qualcosa suona nella mia testa. Il campanello, merda. Mi alzo di scatto e quasi scivolo sul tappeto, che ore sono? Raggiungo a tentoni la porta mentre il citofono vibra squillante. Fuori è ancora buio, non mi dire che è il tizio del terzo piano che si è ubriacato un altra volta. Non gli apro più fanculo.
"Si?"
"Robin!"
"Chi è?"
"Stai... stai bene? Sono Kay... tu non hai idea di quello..."
"Calmati" mi giro alla ricerca di un orologio. Vedo la luce del microonde dall'altra stanza. Sono quasi le cinque. Non ho dormito per niente dannazione.
"Sono calma, ho solo il fiatone..."
"Mi spieghi come hai trovato la via di casa mia? E poi perché sei sveglia?!"
"Hai avuto anche tu quel sogno... diverso?"
"Si"
"Ma stai bene?"
"Credo di avere un leggero dolore al petto, ma solo perché ho dormito a pancia in giù"
"Okay... e... e la faccia? Il collo... insomma..."
"Era solo un incubo"
"Hai ragione torno a casa"
"No, no senti aspetta! Kay? Ci sei ancora?"
"Si?"
"È tardi, non vorrai tornare a casa da sola. Già ti sei messa in pericolo per venire qua per questo inutile motivo"
"Sono abbastanza grande per gestirmi da sola grazie. E so difendermi..."
"Sali" che combini Robin? Ti stai mettendo nei guai, lo sai vero? Stupido ragazzo mezzo addormentato.
"Cosa...?"
"Dai sali, ti apro" chiudo il citofono schiacciando più volte il pulsante.
Bell'idea davvero. E adesso dove dorme?

05:09
Kay.
Sono seduta sul suo grande letto matrimoniale, le gambe incrociate e in mano un bicchiere d'acqua. Robin sembra nel suo ambiente naturale, come se la camera e lui avessero un connessione simbiotica o roba simile.
"Ti sei calmata?" Annuisco, anche se il cuore non ha smesso di battere freneticosamente.
"Allora hai trovato il mio indirizzo su google maps?"
"No, ho solo preso il pullman che prendi tu da scuola e sono corsa qua, avevo troppa paura, non so perché. Non mi succede mai. Io non ho paura, sono una tipa tosta sai? Rido sempre. Cosa centra che rido? Oh sto impazzendo, meglio non dormire si, si"
"Certo, certo... E sapevi che fermata scendere?" lui continua ad avvicinarsi per guardarmi negli occhi, ma io tengo lo sguardo basso. Non voglio si accorga del motivo principale della mia ansia. L'ecstasy ha aumentato tutto. Tutti i suoni e le scene dell'incubo erano triplicate nella mia mente, con un impatto straordinariamente cinematografico e dannoso. Rimbomba ancora tutto. Sono ancora sotto il suo dominio.
"Mi vuoi guardare?" Mi prende alla sprovvista alzandomi il mento di scatto.
"Ma che hai fatto?"
"Niente, non sarei dovuta venire, solo questo. Cazzo, cazzo. Non dovevi vedere, non sono affari tuoi, non sto bene. Vado... io ho sonno, tanto sonno" mi giro dalla parte opposta e fisso gli scaffali pieni di fumetti.
"Sei fumata vero? Si sente dalla parlantina. Tu di solito sei taciturna. Cos'è maria? Ecstasy?"
"La seconda, ma non vale. Non fare domande quando sono così. Sei scorretto. Fa caldo qua dentro vero? Apriamo la finestra. Tu hai una finestra no?" Sto sudando come una matta, ho bisogno di altri litri d'acqua.
"Mi spieghi per qualche motivo la prendi?! E poi prima di dormire?! Con i sogni che facciamo noi! E quello di questa notte... cazzo non era notte da drogata"
"Non sono una drogata!"
"Abbassa il tono della voce"
"Faccio come mi pare"
"Sei una drogata"
"Hai finito di rompere? Prendimi altra acqua per favore, sono disidratata" mi sfila il bicchiere dalle dita ed esce in silenzio. La lampadina dell'ikea attaccata al muro è l'unica fonte di luce e mi fa venire ancora più sonno. Ma chi me la fatto fare?
"Eccomi, tieni"
"Grazie" si siede accanto a me con cautela, lanciandomi occhiate di nascosto.
"Senti mi dispiace per il casino di oggi"
"Ma che dici?"
"Insomma l'ombra... questo sogno stranissimo, insomma lei... Lei ti incolpa per cosa? Hai ucciso chi? Davvero non ci sto più con la testa... sono stanchissima e credo anche tu. Stavi ancora sognando quando ti ho suonato?"
"Si, ma non pensiamoci ora. Ti va di dormire qua? Oh, non rispondere. Tanto non ti lascerei andare via da sola nel cuore della notte" ridacchio fra me e me, questo nerd...
"Sei strano tu, te ne sei accorto? Strano, davvero. Forse particolare" lui mi ignora e sposta le coperte facendomi quasi saltare dal letto.
"Io dormo, poi fai te" si infila sotto il lenzuolo e spegne la luce.
"Ehi!"
"Sssh. C'é gente che dorme in questa casa" cerco di trattenere le risate che continuano ad uscire dalla mia bocca, un po' per l'effetto della droga e un po' per l'effetto Robin.
"Va bene, va bene. Dormo qua. Ma accendi la luce che non vedo un cavolo"

DI NESSUNOWhere stories live. Discover now