1. Buongiorno Upper East Side

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Dio, che rumore fastidioso!

Il suono della sveglia non era mai stato tanto squillante.

Alice si maledisse per aver passato il resto della nottata a chattare con le sue amiche, invece che riposarsi in previsione della lunga giornata che la aspettava. Non era certo la scuola a preoccuparla, né il doversi occupare di Annie, ovviamente, ma la festa per il suo compleanno in programma per quella sera stessa.

Allie odiava le sorprese, odiava farsi vedere meravigliata, imbarazzata, o addirittura commossa. E se non avesse indossato il vestito adatto? Non sarebbe comunque mai accaduto, ma no, non poteva rischiare.

Alice sapeva esattamente come farsi rispettare, perciò non era stato difficile persuadere tutti a non nasconderle nulla. Inoltre, nel quartiere era probabilmente l'adolescente più influente del momento. Nessuno osava contraddirla, almeno a scuola, e Allie l'amava. Amava essere circondata da persone che l'adoravano, letteralmente, e che avrebbero fatto qualsiasi cosa per ricevere anche un semplice sorriso da lei.

E chi non avrebbe amato questa popolarità?

«Ecco la festeggiata!».

«Finalmente!».

Alice era sovrappensiero quando le sue amiche la raggiunsero mettendole in testa una corona giocattolo. La sfiorò con le dita e avvertì delle morbide piume sotto i polpastrelli.

Rise. «Dopo la mezzanotte».

«Non rovinare il momento! E poi non è meglio festeggiare due giorni invece che uno?», disse Amelia. «Comunque è in ritardo, mia regina».

«Stt», sussurrò Allie, mantenendo l'espressione sorridente. «Colpa della Signora Madre».

«Oh, la Signora "tutto lavoro niente figlie" Jackson ha di nuovo dimenticato Annie?».

«Joy!», la rimproverò Amelia.

«Che c'è? Lo pensi anche tu, Mia, non mentire».

Amelia la ignorò. «Allie...».

«Il comportamento insolito di mia madre non è una novità, per me, sapete? Ho accompagnato io mia sorella a scuola, stamattina. Di nuovo». Fece spallucce. «Non mi pesa».

«Be', comunque non è corretto nei tuoi confronti, non credi? Non dovresti fare la madre alla tua età, ma pensare a divertirti e... a divertirti!».

Quando Joy sorrise, soddisfatta della sua opinione appena espressa, Mia le lanciò uno sguardo accigliato. «Molto profonda, davvero», disse ironicamente.

«Ma io mi diverto! Stasera mi divertirò».

«Ovvio!», esclamò Joy.

Mia sorrise. «Oh sì. Sarà semplicemente epico».

«Epico», ripeté Alice.


I lunghi corridoi dalle pareti grigie erano affollati esattamente come ogni altro giorno, ma un'insolita atmosfera agitata aleggiava nell'aria circostante.

«Hai consegnato gli ultimi inviti?», chiese Mia. Lei e Joy, schiene contro gli altri armadietti, aspettavano che Alice prendesse dal suo i libri di cui aveva bisogno.

I movimenti di Alice rallentarono improvvisamente. «Non tutti. Sto ancora valutando due o tre persone...», rispose con una smorfia perplessa.

«Persone tipo Matt?», continuò a interessarsi Amelia.

«Matthew Grey?». Per un istante gli occhi di Joy si fecero più grandi. «Dio Santo, che piaga...».

«Potresti tenere per te i tuoi commenti sgradevoli, una volta tanto?». Come sempre, Mia intervenne in difesa della sua amica.

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