2. Buongiorno Upper East Side PART 2

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Il cortile del suo palazzo fu preso d'assalto dai fotografi. Allie amava quando i riflettori erano puntati su di lei, era sempre stato così. Ma ultimamente la cosa non la divertiva più come una volta. Forse stava davvero crescendo, forse l'imminente compimento della maggiore età aveva innescato un qualche meccanismo automatico di maturità.

Ma quella sera avrebbe dato qualcosa di cui parlare alla stampa, e l'avrebbe fatto per dispetto a sua madre. Più che altro, però, Allie ne era convinta, era una presa di posizione.

Così, prima di dirigersi a casa di Joy posò qualche minuto e rilasciò delle brevi dichiarazioni sulla serata ai giornalisti lì presenti, invitandone anche un paio alla festa, per poi farsi chiamare una macchina per accompagnarla. L'uscita di scena fu favolosa: Allie, davanti allo sportello aperto dell'auto, rivolse un ultimo saluto ai fotografi con inimitabile grazia, poi entrò e l'auto partì. Il sorriso che comparve sulle labbra della ragazza era più frutto di malizia che di allegria. Oh, era contenta dell'evento che l'aspettava, ma lo sarebbe stata molto di più il giorno dopo, quando avrebbe visto la faccia di sua madre alla scoperta delle sue foto. Specialmente quelle che avrebbero scattato presto alla festa. Non sarebbero state da prima pagina del New York Times, ma di certo tutte le riviste di gossip ne avrebbero parlato, e Allie non se lo voleva perdere.

Arrivata da Joy, fu soddisfatta e piacevolmente sorpresa dell'accoglienza che trovò. L'immensa folla che la accolse a suon di "tanti auguri a te" fu così calorosa che per un attimo dimenticò quanto fosse tutto solo parte di un copione visto e rivisto. Era ovvio che i presenti avessero tutti un secondo fine. Ok, non proprio tutti. Già solo il fatto di essere stati invitati rappresentava qualcosa di molto simile a un debutto in società. E Allie aveva iniziato a rendersene conto da diverso tempo ormai, ma quella sera non c'era motivo di tenerlo a mente. Come aveva detto Mia? Sarebbe stato epico.

In un primo momento, Allie non riuscì a distinguere ogni singola persona presente, e solo dopo aver concesso le prime foto e aver ascoltato molto volentieri i complimenti degli invitati osservò più accuratamente ogni angolo dell'attico di Joy. Ma non trovò alcuna traccia della persona che stava cercando.

«Lui non è venuto».

Alice, dopotutto, se l'aspettava. Era convinto che lei fosse un'arrogante e inguaribile narcisista. Probabilmente non gli aveva neanche sfiorato il cervello l'idea che potesse provare dei sentimenti. «Lo so».

«Ci tieni davvero così tanto? A quel Matt». Joy tentò con tutta se stessa di non sembrare disgustata, e forse per la prima volta in tutta la sua vita ci riuscì. Voleva davvero essere una buona amica per Alice, e secondo lei il giusto modo di farlo era sempre stato essere sincera in ogni situazione e non nascondere mai nulla, né fatti, né sentimenti o sensazioni. Ma stavolta era diverso. Allie sembrava soffrire e non voleva farla sentire peggio.

«Quel Matt é una persona meravigliosa. È premuroso, gentile e...». Sbuffò, sedendosi sulla panca davanti al letto di Joy, e la sua amica la affiancò.

«Diverso?».

«Già... Forse. Non lo so». Si nascose il volto tra le mani, poi guardò Joy, sofferente. «È frustrante provare dei sentimenti, sai?».

Joy sembrò pensarci su. «Veramente no».

L'arcata sopraccigliare di Allie si inarcò notevolmente prima che scoppiasse in una risata fragorosa insieme a Joy. Non ricordava di aver mai vissuto un momento del genere insieme a lei. Di solito era Mia quella saggia e interessata al benessere di entrambe. In realtà, Allie non aveva mai saputo comprendere del tutto Joy e il suo strano modo di dimostrare i propri sentimenti.

«Avanti, torniamo di là. La festa è appena iniziata. Io e Mia ci siamo impegnate molto nella preparazione. Mi sono anche rotta un'unghia perché ho dovuto spostare da sola delle cose... Ora è inutile spiegarti cosa, comunque. Il punto è che ci ho messo tutta me stessa». Allie la squadrò molto attentamente e probabilmente fece un'espressione poco convinta, perché Joy sembrò un tantino offesa. «Davvero!».

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