5. Identità svelate

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Il fiore che oggi sorride
domani morirà
ciò che desideriamo
durevole ci tenta e va
via. Che cosa e' la gioia
del mondo? Un lampo che irride
alla notte, breve come la propria
luce.

Percy Bysshe Shelley, Mutevolezza


Dire che la giornata era iniziata male è un eufemismo. Janet fu svegliata da un tuono di frequenze disumane, neanche fosse dicembre. Quando mise il naso fuori casa si chiese se non fosse finita in una dimensione parallela, o magari in "Twilight". Era quasi certa di essere stata catapultata a Forks nell'arco di una notte. Dopotutto, com'è che veniva definita? "Insignificante agglomerato urbano che registra in un anno il più alto numero di giorni piovosi di tutti gli Stati Uniti."

Nottingate.

Oltrepassò il cancello di scuola con passo furtivo, quasi si aspettasse di incontrare Edward Cullen o uno dei suoi fratelli – aveva sempre avuto una cotta per Jasper – ma di loro neanche l'ombra.

Entrò nell'edificio, delusa, guadagnandosi una miriade di sguardi tra lo scioccato e il divertito. Si chiese quale fosse il problema e si osservò un istante. Cosa aveva di tanto male il suo impermeabile giallo canarino? Scrollò le spalle e avanzò di qualche passo, pensando ad Emma e Monroe. Loro avrebbero sicuramente indossato cappotti alla moda, cappelli alla moda, perfino ombrelli alla moda. Ma lei non si sarebbe mai uniformata alla massa. Aveva sempre amato quell'impermeabile e nessuno le avrebbe mai fatto cambiare idea. Neanche Taylor Crow.

Ma forse, pensandoci bene, sarebbe stato meglio nasconderlo quando più tardi l'avrebbe conosciuto...

Sempre se l'avrebbe fatto. Non ne era ancora certa. Aveva trascorso tutto il pomeriggio precedente a riflettere su cosa avrebbe potuto dirle e cosa lei avrebbe dovuto rispondergli. Sempre se la conversazione sarebbe stata abbastanza lunga. E ci sarebbe stata, una vera conversazione? Janet non sarebbe mai stata in grado di sostenerla, non aveva dubbi in proposito. La scena sarebbe andata all'incirca così: Taylor si sarebbe presentato, probabilmente dandole la mano; lei l'avrebbe stretta, fissando i suoi profondi occhi azzurri e a quel punto sarebbe andata in tilt e avrebbe improvvisamente dimenticato il suo nome; poi le sarebbe salito un groppo in gola impossibile da sciogliere e sarebbe rimasta immobile come una statua di cera a morire per la sua incredibile bellezza. Infine, qualcuno avrebbe dovuto operare un massaggio cardiaco per risvegliarla, perché il trance momentaneo sarebbe diventato presto un attacco di cuore, e Taylor l'avrebbe definitivamente presa per un'idiota. O per una persona malata. O per un'idiota malata.

Scosse la testa, muovendosi distrattamente verso il suo armadietto, quando all'improvviso urtò qualcosa, o meglio, qualcuno. Dei libri caddero a terra con un tonfo e quando Janet alzò lo sguardo incontrò quello del proprietario. La ragazza nuova, Sconosciuta Jackson, la fissava con degli occhi neri che non aveva mai visto neanche sul volto dei suoi più grandi nemici. Si paralizzò all'istante, e si sorprese ad essere impaurita da lei. Non sapeva come riuscisse a farlo, ma il suo sguardo incuteva un certo terrore. Dopo averla fissata, una volta certa di averla terrorizzata, pensò Janet, si chinò a raccogliere i suoi libri senza proferir parola. Jenny pensò che quello era il momento giusto per iniziare una conversazione. Doveva riuscire a scoprire il suo nome per trovare il fascicolo, ma voleva anche conoscerla. Non solo perché l'aveva difesa e perché la affascinava; quella ragazza aveva qualcosa di curioso, e la curiosità di Jenny rasentava la morbosità.

Si chinò dopo di lei e la aiutò a raccogliere i suoi libri. Quando se ne accorse le lanciò uno sguardo confuso e meravigliato, senza mai rinunciare a quell'aria inquietante da serial killer. Janet cercò di non fissarla negli occhi scuri per non iniziare a tremare e focalizzò tutta la sua attenzione sui volumi a terra.

ObliviumWhere stories live. Discover now