44 CAPITOLO

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Le condizioni di quel ragazzo erano spaventose, si dimenava e soffriva tantissimo. Victor si avvicinò al letto e si abbassò alla sua altezza. "Hey." Gli disse. Il ragazzo lupo lo guardò e nel vedere un vampiro in casa sua si agitò ancor di più dal nervoso.

"E-Esci fuori da casa m-mia." Gli disse il ragazzo con la poca voce che gli era rimasta.

"So bene che non vorresti mai che un  vampiro entrasse in casa tua, ma sono qui per aiutarti." Gli disse Victor.

"Non... non voglio l'aiuto di uno sporco vampiro." Gli rispose il ragazzo, le parole del ragazzo mi infastidirono leggermente, ma non osai aprir bocca.

"Beh allora sarebbe inutile insistere." Disse Victor alzandosi e allontanandosi dal ragazzo.

"Lasciami morire in pace." Gli disse il ragazzo all'estremo delle forze, la donna scoppiò in un amaro pianto quando il ragazzo iniziò a dimenarsi senza controllo, la sua pelle divenne pallida come la ceramica e il suo corpo di ricoprì di venature.

"C-cosa sta succedendo adesso?!" Chiesi a Stefan, ma lui si limitò a scuotere la testa, in segno che non ce l'avrebbe fatta.
Gli occhi del ragazzo si dipinsero di giallo e di colpo smise di dimenarsi, solo quando i suoi occhi ripresero il loro colore naturale il suo cuore cessò di battere. Io rimasi a guardarlo immobile e con gli occhi spalancati, qualche lacrima mi rigò il viso, fu uno spettacolo davvero straziante.

"Non c'è più nulla da guardare." Mi disse Victor tirandomi a sé e stringendomi forte. "Andiamo via." Io annuii, restare in quella casa mi faceva quasi mancare il respiro. Stefan ci guardò, poi guardò il ragazzo che giaceva sul letto senza vita.
Io e Victor uscimmo da quella casa, tutti ci chiesero come stesse il ragazzo ferito e quando scoprirono che non ce l'aveva fatta un grosso vuoto entrò nel cuore di ogn'uno di loro. Come aveva detto Stefan, il branco era una famiglia, l'unico lupo solitario di tutta questa storia ero io.

"Victor ti prego andiamo via da qui." Gli dissi, lui annuì, ci facemmo spazio fra la gente e ci allontanammo dal villaggio di Stefan.

"Vuoi che ti accompagni a casa?" Mi chiese Victor.

"Si, ma tu non starai con me?" Gli chiesi, lui annuii poi aggiunse dell'altro.

"Ma devo fare prima una cosa importante, ma tu resta a casa e non aprire nessuno, in caso contrario sai come difenderti, io verrò presto." Mi disse. In un attimo ci ritrovammo fuori casa e dopo qualche attimo lui comparve nuovamente. Tirai fuori dalla tasca le chiavi di casa, aprii la porta ed entrai in casa chiudendo subito dopo la porta alle mie spalle. Passai il primo pomeriggio chiusa in camera aspettando il rientro di Victor che era fuori ormai già da un bel po'.

"Mi aveva detto che non ci avrebbe messo molto." Dissi guardando l'ora dal cellulare, poi decisi di chiamarlo al cellulare, ma mi accorsi che non lo aveva portato con sé quando sentii la suoneria del suo telefono provenire dal piano inferiore, così uscii da camera e raggiunsi il suo cellulare che era poggiato sul tavolo in cucina. "L'ha dimenticato, forse dovrei riportarglielo." Infilai il mio e il suo cellulare nelle tasche dei pantaloni e uscii di casa, mi lasciai guidare dal mio olfatto, ormai conoscevo perfettamente il suo odore e fu grazie ad esso se riuscii a trovarlo. Lo vidi seduto su una panchina poco distante dal bosco, era con una ragazza, probabilmente quella con cui stava uscendo, così mi nascosi e li osservai da lontano e ascoltai la loro conversazione.

"Devi credermi." Le disse Victor.

"No io non posso! Come puoi dire una cosa del genere?! Tu sei così dolce, così romantico." Gli disse lei guardandolo con gli occhi innamorati.

"So che suona come una scusa per mollarti ma non è così, io non sono ciò che sembro." Le disse Victor accarezzandole i capelli. Nel vedere quella scena mi sentii davvero strana, sentii una sorta di ansia pervadere tutto il mio corpo e per distrarmi presi il cellulare dalla tasca e guardai ancora l'ora.

"Victor io sono perdutamente innamorata di te." Gli disse la ragazza prima di avvicinarsi a lui e poggiare le sue labbra su quelle di mio fratello. Non appena vidi quella scena sentii il sangue ribollire nelle vene ed il cellulare che stringevo fra le mani scivolò da esse e cade provocando un leggero rumore che attirò la loro attenzione. La ragazza si guardò attorno, mentre Victor si accorse immediatamente della mia presenza.

"Nancy." Disse lui alzandosi dalla panchina su cui era seduto, mentre la ragazza rimase comodamente seduta a guardarmi. Ormai ero stata scoperta così decisi di uscire allo scoperto.

"S-scusate io non... non volevo disturbarvi." Posi velocemente il cellulare a Victor e mi voltai correndo via.

"Nancy! Aspetta!" Disse guardandomi correre via, decise di raggiungermi quando la ragazza si alzò dalla panchina e lo prese per mano.

"Ha bisogno di restare sola, tu resta con me." Gli disse.

"Devo andare da lei." Disse lasciando la mano della ragazza, ma lei insistette e lo fermò ancora, Victor si infastidì e si rivolse a lei in modo poco gentile. "É lasciami!" Disse scostando bruscamente la sua mano, poi corse a cercarmi. Abbastanza lontano dalla ragazza con la sua velocità sovrannaturale mi raggiunse in poco tempo. "Nancy." Disse afferrandomi per un polso.

"Lasciami Victor." Dissi girandomi verso di lui e guardandolo dritto negli occhi. Mi ritrovai improvvisamente con la schiena appoggiata contro un albero e il suo viso era a pochi centimetri dal mio.

"No, io non ti lascio." Mi rispose appoggiando lentamente la sua fronte sulla mia.

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