45 CAPITOLO

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Sentii il cuore battere a mille, le mani tremare e il respiro farsi corto. I suoi occhi sembravamo trapassare la mia anima, avrei trascorso un eternità a guardarli.

"Perché sei qui? Dovresti essere con lei." Gli dissi.

"Sai bene che io non voglio lei, tu piuttosto, cosa ci facevi lì?" Mi chiese.

"Ero venuta a riportarti il cellulare, in realtà ero preoccupata per te, avevi detto che non ci avresti messo molto e non vedendoti ancora rientrare ero venuta a cercarti." Gli risposi abbassando il capo. Lui alzò il mio capo dolcemente sollevandomi il mento con le dita.

"Ho provato e riprovato, ma non ci sono riescito, non riesco a provare per un'altra ciò che provo per te." Mi disse.

"Devi farlo Victor, lei potrebbe essere la donna della tua vita." Dissi guardandolo.

"Non posso, anzi, non ci riesco perché l'unica che voglio nella mia vita sei tu." Disse abbassando il suo sguardo sulle mie labbra.

"Puoi invece, basta solo non pensarci." Dissi prima di abbassare anch'io lo sguardo sulle sue labbra.

"Ti amo lo capisci? Sono innamorato di te e non smetterò mai di esserlo, ogni volta che ti guardo mi perdo nei tuoi occhi ed ogni volta che sono vicino a te riesco a sentirmi vivo." Mi disse accarezzandomi dolcemente il viso.

"Stai complicando tutto." Dissi guardandolo.

"Quella che complica le cose sei tu, lo so che in fondo provi ciò provo io, lo sento." Disse lui.

"No, non é così." Dissi abbassando lo sguardo, ancora una volta gli mentii e mentii a me stessa.

"Invece si, perché non vuoi accettarlo? Se davvero non provi nulla per me perché pensi che tutta questa situazione sia complicata? Non dovrebbe importarti più di tanto." Disse guardandomi. Io lo guardai senza dire una parola, aveva ragione, non volevo ammetterlo, ma anch'io provavo qualcosa per lui anche se sapevo che era sbagliato, ed era per questo che cercavo di opprimere i miei sentimenti nei suoi confronti.

"È sbagliato, tu, noi, non dovremmo essere qui, così vicini a scambiarci sguardi che parlano da soli senza nemmeno aprir bocca." Dissi guardandolo. Lui mi sorrise dolcemente e mi accarezzò la guancia con molta delicatezza, ci fu qualche minuto di silenzio prima che lui si avvicinasse a me e azzerasse le distanze. Le sue labbra si posarono sulle mie ed io mi sentii come non ero mai stata prima, mi chiedevo se lo volevo davvero, ero assalita dai dubbi, perché qualcosa di tanto sbagliato mi faceva provare una sensazione così bella? Sentivo il mio cuore battere a mille mentre lo nostre labbra giocavano armoniosamente l’una con l’altra. Era come se tutto in quegli istanti fosse dannatamente perfetto. Entrambi ci staccammo dal bacio a malincuore, entrambi desideravano che quel momento non avesse fine eppure c'era fine ad ogni cosa.

"Victor mi dispiace per tutto." Gli dissi guardandolo dritto negli occhi.

"Non importa, non mi importa di nulla quando sto con te." Disse guardandomi negli occhi poi mi sorrise. Da quel momento capii che mai avrei amato altri occhi e altri sorrisi che non fossero stati suoi. Mi alzai in punte di piedi, gli misi le braccia al collo e lo baciai una volta ancora. Lui rimase inerme, colto di sorpresa, ma fu felice di ciò che era successo. Mi strinse forte a sé e ricambiò quel bacio nel modo più tenero possibile. Entrambi dammo sfogo alla nostra passione, ai nostri desideri, quel bacio sembrava infinito, non volevo che come il primo finisse così in fretta, in fondo, perché mettere fine a qualcosa che si vorrebbe non finisse mai? Ci baciammo fino a quando entrambi ci sentimmo mancare il fiato, a quel punto ci staccammo e sorridemmo.

"Ne avevano davvero bisogno." Disse guardandomi con un dolce sorriso stampato sulle labbra. "Non desideravo altro." Disse ancora accarezzandomi dolcemente la schiena, poi mi stampò un dolce bacio sulla guancia.

"Sai, avevi ragione, hai sempre avuto ragione, sin dall'inizio sono sempre stata attratta dal tuo bel aspetto, ma ciò non andava oltre, poi ho imparato a conoscerti, a convivere con te e ho capito che la mia non era solo semplice attrazione, ho iniziato a provare sensazioni nuove, ben più profonde, di una cotta, era l'amore, ma ho sempre cercato di opprimere quei sentimenti, non volevo commettere nessun errore, perché sapevo che provare qualcosa per te fosse sbagliato." Gli dissi.

"Non è affatto un errore se pensi che quell'errore possa renderti felice." Mi rispose lui accarezzandomi i capelli. Ci allontanammo l'uno dall'altro quando sentimmo qualcuno applaudire, entrambi ci girammo verso di esso e lo guardammo, era Stefan.

"Bravi, complimenti." Disse continuando ad applaudire, poi continuò: "Una scena da film, davvero romantico. Sapete vero di essere fratelli? È disgustoso." Disse Stefan guardandoci.

"Stefan, mi dispiace tanto io..." Cercai di giustificarmi, ma lui mi interruppe urlandomi contro di star zitta, era arrabbiato e aveva tutte le ragioni per esserlo, in fondo l'avevo tradito.

"Tu mi hai solo usato per opprimere ciò che provi per lui, tuo fratello! Mi fai solo schifo! Non mi aspettavo che tu potessi farmi una cosa del genere!" Disse Stefan urlandomi contro, io rimasi in silenzio a guardarlo, le sue parole erano come lame taglienti per il mio cuore, ma lo lasciai parlare. "Non voglio più vederti! Non meriti di essere l'Alpha, non meriti di avere il sangue di mio padre che scorre nelle tue vene!"

"Adesso stai esagerando Stefan, sei solo arrabbiato, tu non pensi tutto questo." Intervenne mio fratello cercando di fargli mantenere la calma, ma non fece altro che peggiorare le cose.

"Taci! Non hai il diritto di parlare con me! Stavo iniziando a fidarmi di te, ma adesso mi fai più schifo di quanto me ne facessi prima." Gli rispose Stefan urlandogli contro. Victor si arrabbiò, non meritava un trattamento del genere anche se sapeva di aver sbagliato nei suoi con confronti; i suoi occhi si dipinsero di rosso e lo fissavano in modo minaccioso. Io guardai Victor e gli poggiai una mano sulla spalla.

"Calmati, mantieni la calma ti prego." Gli dissi, poi guardai Stefan e continuai: "Mi dispiace averti deluso così, sono stata una delusione lo ammetto, hai tutto il diritto di insultarmi e di odiarmi, ma non posso permettere che tu dica che ti ho solo usato, perché non è affatto vero." Gli dissi, aspettai una sua risposta, ma lui non mi rispose così ne approfittai per aggiungere qualche altra parola. "Ciò che è successo oggi, non voglio che interferisca con il piano che abbiamo progettato contro nostro padre, noi combatteremo comunque al vostro fianco." Gli dissi.

"Non ci serve più il vostro aiuto." Mi rispose prima di girarsi e andarsene. Io lo guardai andare via poi abbassai il capo; avevo rovinato tutto.

"Nancy andiamo a casa."Mi disse Victor prendendomi per mano, io annuii senza dire nulla e insieme ci dirigemmo verso casa. Non appena arrivammo a destinazione la prima cosa che feci fu chiudermi in camera mia e lasciarmi andare, avevo trattenuto le lacrime per fin troppo tempo. Non avevo mai finto con Stefan, gli volevo davvero bene e mi ci ero davvero affezionata, ma c'era sempre stato qualcosa che mi legava a mio fratello, il mio amore per lui era sottinteso, avevo sempre amato Victor anche se non riuscivo a capire in che modo. Dopo un lungo sfogo decisi che piangere non sarebbe servito a nulla, dovevo andare avanti, mettere in atto il nostro progetto e affiancare i licantropi nella sanguinosa guerra che presto avrebbe avuto inizio.

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