4.

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[revisionato]

La sveglia proiettava l'ora sul soffitto della mia camera da letto e io continuavo a fissare quei numeri senza in realtà vederli. Il silenzio assoluto che avvolgeva la Cheers Hall, la residenza delle cheerleader, indicava che era notte fonda, ma il sonno non si decideva ad arrivare. L'indomani avrei avuto delle occhiaie spaventose e questo contribuiva a far aumentare il mio nervosismo: Anna Walker non poteva farsi vedere in giro sistemata in modo meno che perfetto.

Mi sollevai e mi appoggiai ai cuscini, spostando lo sguardo sul corpo nudo di Stefan, che dormiva tranquillo al mio fianco.

Era stupendo, così abbandonato e vulnerabile, eppure stavolta, all'opposto rispetto al solito, non mi veniva voglia di stuzzicarlo affinché si svegliasse e ricominciasse con i giochini che mi piacevano tanto e con i quali avevamo piacevolmente riempito le ore appena trascorse.

Nonostante tutti i miei sforzi, le parole di quel maledetto sconosciuto e lo sguardo ferito di Sandra non mi davano pace. Anzi, stavano scavando un solco fra il "prima"e il "dopo".

Che mi piacesse o no, avevano modificato il perfetto equilibrio con cui gestivo la mia relazione con Stefan, rovinandola senza rimedio.

'Al diavolo!' sussurrai fra me e me. 'Questo quarto anno sta iniziando nel peggiore dei modi!'

"Stefan." Sussurrai, toccandogli una spalla. Mi ero resa conto di non volerlo nel mio letto, di non volerlo più per essere precisi.

Lui mugolò e si posizionò meglio, allungando una mano verso di me e iniziando a farla scorrere lungo la mia gamba.

"Taylor, sveglia." ripetei, stavolta con tono più deciso e allontanandolo da me.

A fatica aprì un occhio, riportando ostinatamente la mano dov'era e ricominciando il cammino verso il centro del suo interesse e del mio piacere. Stavolta però la carezza non ebbe il solito effetto su di me: nessun brivido di eccitazione, né di aspettativa, niente.

Mi spostai di nuovo, fissandolo. A quel punto aprì definitivamente gli occhi e mi guardò corrucciato.

"Che hai, non ti va di riprendere da dove avevamo interrotto?"

"No. In realtà mi sono resa conto di una cosa."

Stefan si sedette e piegò la testa, studiando perplesso l'espressione sul mio viso.

"Sentiamo. Cos'ha partorito la tua vivace testolina, Splendore? Sono tutt'orecchi."

Emisi un lieve sospiro e mi sistemai i capelli. "Penso sia ora che diamo un taglio a tutto questo e che restiamo amici senza benefici. Mi è venuto a noia, troppo prevedibile e scontato. Sembra quasi che stiamo di nuovo insieme."

Lui sollevò le sopracciglia sorpreso. "Non mi pareva che poco fa ti dispiacesse tanto, visti i mugolii soddisfatti che non riuscivi a trattenere... o no?"

Feci spallucce e liquidai la cosa con un gesto della mano. "Dettagli. Non voglio proseguire, perciò per favore rivestiti e vai."

"Non sei seria", rispose guardandomi con gli occhi fuori dalle orbite. "A letto abbiamo un'intesa perfetta, non abbiamo complicazioni sentimentali a disturbarci... perché smettere? Non capisco, davvero."

Spostai il lenzuolo e mi alzai con un movimento aggraziato senza coprirmi con nulla, in modo che Stefan mi potesse ammirare ancora una volta. Gettai uno sguardo da sopra la spalla, voltandomi appena verso di lui.
"Anche le tue performance, alla lunga, stancano mio caro... Rassegnati, capitano, può succedere anche a te."

Con calma andai a prendere un babydoll di seta e pizzo blu e lo indossai, rimanendo di spalle al letto dal quale non proveniva alcun rumore.

Non appena mi fui rivestita, tornai a voltarmi. Stefan era nella stessa posizione in cui l'avevo lasciato, solo che adesso un sorriso divertito gli distendeva la bella bocca.

Con gli occhi fissi nei miei si alzò dal letto e venne verso di me in tutto il suo splendore. Mi arrivò di fronte e mi bloccò, appoggiando le mani al comò che era alle mie spalle. Prima di quella sera averlo praticamente addosso, così vicino e così nudo, avrebbe scatenato in me istinti piuttosto difficili da reprimere, ma in quel momento ero del tutto insensibile al suo indubbio fascino.
Avvicinato il suo viso al mio, lasciò una scia di piccoli baci lungo la mandibola e, quando arrivò al lobo dell'orecchio, lo succhiò dolcemente e poi mi disse in un soffio: "Non me la racconti giusta, Splendore... Ma prendo atto. In fin dei conti non dispiace neanche a me andare a pascolare altrove." Altra serie di baci. "Ricorda però. Se ora esco da quella porta non potrai più tornare indietro sulla tua decisione." Allontanò il viso di qualche centimetro e mi fissò. Nella penombra della stanza, a malapena rischiarata dalle prime luci dell'alba che filtravano dalle finestre aperte, il blu dei sui occhi era più cupo del solito. Non mi mossi né aprii bocca, limitandomi a fissarlo alzando per un attimo le sopracciglia.

Lui allora fece un breve cenno con la testa e, dopo avere preso i vestiti da sopra il comò, così com'era uscì dalla stanza. Sembrava proprio che non volesse rimanervi neppure il tempo necessario per indossare il minimo indispensabile.

Non appena sentita la porta chiudersi, mi mossi e tornai a stendermi a letto come se niente fosse accaduto. Chiusi gli occhi e questa volta il sonno non tardò ad arrivare, facendomi sprofondare in un buco nero senza sogni.


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Anna dà il benservito a Stefan... Che abbia una coscienza anche lei, da qualche parte? :-)

Ero incerta se inserire o no la scena di sesso fra i due, ma visto che in wattpad ce ne sono davvero fin troppe, per ora ho lasciato stare... a leggerne in continuazione alla fine vengono a noia.

Un bacio e un grande GRAZIE perché state seguendo la mia storia!

:-*

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