27.

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La lunga doccia che mi ero concessa dopo l'allenamento era riuscita a rilassarmi, finalmente. Uscii dal bagno con addosso solo un accappatoio di spugna color crema piuttosto corto e andai a stendermi a letto, in attesa di Travis.

Ero riuscita a escludere ogni pensiero che non riguardasse ciò che sarebbe successo di lì a poco, con il risultato di aver acceso un fuoco nel basso ventre che attendeva solo di divampare del tutto. Appoggiai la testa sul cuscino e chiusi gli occhi, lasciando la mia mano libera di sfiorare ogni zona sensibile del mio corpo semi scoperto.

Erano trascorsi pochissimi minuti quando un lieve bussare mi riscosse. Aprii gli occhi e mi sollevai, appoggiandomi su un gomito.

"È aperto", dissi con un tono di voce basso e invitante.

Travis fece il suo ingresso e, dopo avere chiuso a chiave la porta, si appoggiò al comò che si trovava a fianco dell'entrata con gli occhi incatenati ai miei e un sorriso sornione sul viso. Dopo alcuni istanti fece scivolare il suo sguardo lungo il mio corpo disteso, soffermandosi platealmente sui punti scoperti.

"Gattina, sei uno spettacolo", sussurrò con voce arrochita dal desiderio. "Sei pronta a giocare?"

Con movimenti lenti e sensuali mi misi a sedere, uscii da letto e mi incamminai verso di lui, senza sistemare l'accappatoio che si era quasi aperto, lasciando ben poco all'immaginazione. Non distolsi lo sguardo neppure per un attimo.

"Non ho voglia di giocare", sussurrai e con un movimento delle spalle lasciai cadere l'indumento, ormai inutile. Travis deglutì sorpreso e si staccò dal comò, restando immobile in piedi, in attesa.

Arrivai di fronte a lui e, con un solo gesto rapido, gli tolsi felpa e t-shirt, facendo poi scorrere le mani dal torace scoperto fino alla cintura dei jeans. La pelle sfiorata era scossa da piccoli brividi di piacere. Il respiro di Travis si fece più pesante, ma lui ancora non si muoveva nonostante il mio tocco. Aspettava, curioso di vedere cos'avessi in mente.

"Non ho voglia di aspettare" continuai, sempre a bassa voce e sempre senza distogliere lo sguardo dal suo.

Le mie mani arrivarono al bottone dei jeans, lo aprirono e fecero scendere sia i pantaloni che i boxer. Il suo membro, già eretto, liberato dalla costrizione degli indumenti, reclamava il mio tocco. Sorrisi e mi misi in bocca due dita per inumidirle. Le feci scorrere dalla base del collo verso il basso, fino ad arrivare ai suoi punti più sensibili che conoscevo perfettamente. Le lasciai vagare libere, soddisfatta di vedere l'effetto devastante che stavano provocando.

Prima che Travis si muovesse, mi avvicinai al suo orecchio e, senza smettere di toccarlo, gli dissi in un soffio "Ho voglia di sentirti dentro di me. Adesso."

A quel punto Travis si liberò velocemente di jeans e boxer e mi avvolse con le sue braccia, mettendo le mani sotto le mie natiche e prendendomi in braccio per portarmi verso il letto. Io gli abbracciai le spalle e attorcigliai le gambe ai suoi fianchi, inebriata dalla sensazione della sua erezione che premeva sulla mia vulva eccitata. Iniziai a fare piccoli movimenti circolari con i fianchi per aumentare il piacere. Contemporaneamente, sentivo le sue dita stuzzicare le mie zone più delicate. Gli succhiai il lobo dell'orecchio e gli lasciai una serie infinita di piccoli morsi e baci sul collo. Ero impaziente.

Arrivato al bordo del letto mi sussurrò con voce roca "Lascia che prima saluti la tua amica...".

Non aspettò la mia risposta, non ce n'era bisogno. Tutto il mio corpo bruciava e desiderava il suo tocco.

Travis mi fece stendere e mi scivolò sopra, solo per iniziare una lenta discesa verso il basso sfiorando con la bocca e con la lingua ogni centimetro della mia pelle. Si soffermò sul seno destro per leccarne il capezzolo e stuzzicarlo con i denti fino a che questo non diventò una dura punta, per poi passare all'altro e dedicargli le stesse attenzioni. Brividi di piacere mi scossero e allargai le gambe per invitarlo a proseguire.

"Piccola gattina vogliosa..." sussurrò sorridendo. Con la lingua tracciò una linea fino all'ombelico e poi più giù, per fermarsi improvvisamente. Voleva farmi impazzire. Sollevai i fianchi verso di lui e, finalmente, lo sentii sfiorarmi il clitoride prima con un dito, che poi proseguì fino alla mia apertura senza tuttavia entrare, e successivamente di nuovo con la lingua e con le labbra.

Gemetti dal desiderio di sentirlo dentro di me. Gli sollevai il viso e rovesciai la situazione: dopo pochi istanti era Travis ad essere disteso sul letto in attesa di ciò che avrei fatto. Decisi di ricambiare il favore e assaggiai la sua pelle dal collo al torace, all'addome, all'ombelico, mentre la mia mano si muoveva sul suo membro dalla punta fino alla base sentendolo diventare ancora più duro. Alzai la testa e fissai Travis negli occhi mentre mi abbassavo sulla sua erezione. Con la lingua ne percorsi tutta la lunghezza, poi lo presi in bocca affinché fosse pronto per me. Sentii Travis fremere e muovere i fianchi. Allora sollevai la testa e allungai una mano verso il comodino. Dopo pochi istanti gli avevo messo la protezione, così scivolai di nuovo su di lui e lo feci entrare in me, muovendomi su e giù in modo che, ogni volta, quasi uscisse da me e subito dopo arrivasse fino al punto più profondo del mio piacere, che si trasmetteva a tutto il corpo in ondate sempre più violente.

Travis non amava quel ruolo passivo. Senza staccarsi da me rovesciò la situazione e, con un solo rapido movimento, mi fu sopra a dettare lui il ritmo della nostra cavalcata. Anche lui, come me, era vicino a raggiungere la vetta e le sue spinte si fecero, ben presto, più frequenti e profonde. Era una sensazione meravigliosa, tutto il mio corpo anelava ad avere sempre di più, a sentirlo nei punti più sensibili per potersi annullare in un'esplosione di piacere.

'Se è così bello con Travis, pensa come sarebbe con Matthew'.

Anche ripensandoci dopo, non riuscii mai a spiegarmi da dove e perché si fosse formato quel pensiero. L'unica cosa certa fu che, nello stesso istante in cui la mia mente si risvegliò per formularlo, il mio corpo si spense. Sentire il membro duro ed enorme di Travis dentro di me non mi dava più alcun piacere ma solo un vago fastidio, non vedevo l'ora che raggiungesse l'apice affinché tutto finisse. Di una cosa però ero certa: non volevo che si accorgesse di ciò che mi era successo. Così finsi. Seguii le sue spinte e i suoi gemiti con i miei e quando finalmente il suo piacere esplose, inarcai la schiena affondando quasi le unghie sulle sue spalle perché sembrasse che, nello stesso momento, anch'io avessi raggiunto l'orgasmo.

Travis crollò su di me riempiendomi di piccoli baci. "Gattina... quando vuoi ripetiamo... sei unica". Gli sorrisi e gli diedi un piccolo morso delicato all'angolo della bocca. "Sei stato meraviglioso... come sempre, del resto." Si spostò da me e, dopo essersi sistemato, mi accarezzò ancora un po' e poi si assopì, con l'espressione distesa e soddisfatta.

Io lo osservai per alcuni istanti, poi mi girai e rimasi immobile a fissare il soffitto, annientata.


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