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Macinavo miglia senza rendermene conto e parlavo al telefono con Monica che cercava, senza esito, di calmarmi e farmi desistere dal mio proposito di cercare Matthew ovunque e sistemare il malinteso creato dal mio patrigno.

'Non sai dove sia, in realtà! Anna, ragiona maledizione. Vuoi andare in ogni sede di Harvard a vedere se c'è? Hai un bel dire che sicuramente sarà alla School of Law, ma anche fosse lì... pensi sia piccola? Fermati, torna indietro e recupera informazioni più certe!'

"Perderei tempo prezioso, se tornassi indietro" risposi stringendo il volante fino quasi a farmi male. Sapevo che aveva ragione, ma ormai ero al di là di ogni possibile logica. "Non tornerò indietro. Piuttosto, se proprio non dovessi trovarlo, riproverò a chiamare Jude... per quanto non servirebbe a niente." Mi sentivo in un vicolo cieco e detestavo quella sensazione.

'Chiamalo adesso, non aspettare! Magari ti darà una mano e tu non farai strada per niente' disse lei, con tono quasi di preghiera.

"Sì ok ti prometto che ci penserò" tagliai corto, quella conversazione non portava a nulla. "Piuttosto, per favore mandami il numero di quel tuo amico che lavora al Boston Globe... Henry mi pare si chiami" buttai là, inseguendo un barlume di idea che mi si era accesa nella mente in quel momento.

'Non so se sia negli States adesso, comunque te lo mando. Cos'hai in mente?'

"Ti dirò quando torno, è un'idea che mi è appena venuta... mandamelo adesso, da brava."

'Va bene, ma tu prometti che non farai sciocchezze e che chiamerai Jude'

"Ma sì ma sì... ora ti saluto, ti tengo aggiornata."

Una volta chiusa la chiamata, attesi di udire il segnale di messaggio ricevuto. Accostai sul bordo della carreggiata e osservai sovrappensiero il numero che mi aveva mandato Monica.

Invece di chiamare Henry, senza riflettere feci nuovamente il numero di Jude per un ultimo tentativo. Monica aveva ragione, non potevo girare come una pazza per tutte le sedi di Harvard sperando nella fortuna di imbattermi in Matthew. Peggio che cercare un ago in un pagliaio.

Rispose al secondo squillo, evidentemente non aveva riconosciuto il mio numero sennò non avrebbe mai accettato la chiamata.

'Jude Foster' Deglutii nel sentire la sua voce e sfregai sulla gamba il palmo della mano libera dal cellulare, poi incrociai indice e medio.

"Sono Anna, Jude. Non riattaccare" mi affrettai ad aggiungere.

Udii chiaro un sospiro annoiato. 'Cosa vuoi ancora?' Non era un grande inizio. Decisi di fare finta di niente, dovevo tentare di avere quell'informazione.

"Sono partita alla volta di Harvard. Dimmi dov'è Matthew, per favore. Gli devo parlare e spiegare cos'è successo". Cercai di non avere un'aria supplichevole, ma non ero del tutto certa di esserci uscita.

'Non lo so, dov'è. Non risponde più al telefono. E comunque non te lo direi, non mi fido di te'. Sorvolai sulle ultime parole per concentrare l'attenzione sulle prime. Sembrava sincero, ma come facevo a capirlo?

"Dai, Jude. Non sarei partita se non ci tenessi a lui. Dimmelo" dissi, dando per scontato che mi avesse mentito.

'Piantala, Anna! Mi hai rotto, ti ho detto che non so dove sia, che in ogni caso non te lo direi. Cos'altro vuoi?'

"Voglio trovarlo, aiutami."

'No. arrangiati. E ora lasciami in pace una buona volta!'

Rimasi inebetita a guardare il cellulare muto, immobile. L'idea che avevo avuto quando ero partita dalla Cheers Hall, di andare a cercarlo senza una meta precisa, non era praticabile. Monica aveva ragione, mi ripetei per l'ennesima volta.

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