44.

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Per fortuna le lezioni del pomeriggio furono molto impegnative, così non ebbi il tempo materiale di ripensare al breve scambio di frasi avuto con Matthew e al sollievo provato nello scoprire che la ragazza mora era solo una sua amica.
Aver accettato che fisicamente mi piaceva era una cosa. Quella reazione, invece, poteva implicare ben altro e questo mi spiazzava. Non poco.

Ero appena uscita dall'aula in cui avevo assistito a una lezione particolarmente complessa di Diritto Penale Internazionale, che venni raggiunta da Monica e Travis, impegnati in un'accesa conversazione. Dalle parole che arrivarono alle mie orecchie mi resi conto che stavano parlando di quanto accaduto a Jackson e Stuart e che Monica stava cercando di capire, sulla base delle notizie avute da Travis, se ci fosse davvero qualche possibilità che i miei sospetti e le mie paure fossero fondati.
Quando mi furono vicino, smisero di parlare fra loro per salutarmi.

"Eccoti, Anna. Hai finito anche tu per oggi?" Mi chiese Monica.

"Sì, per fortuna. Ma temo che avrò la serata impegnata a sistemare appunti... Oggi Mr Firth ha dato il meglio di sé" risposi distratta, mentre cercavo di sistemare meglio la borsa sulla spalla perché non mi desse fastidio nell'uso delle stampelle. Ovviamente non ci riuscii e, al primo movimento, me la ritrovai in mezzo alle gambe e persi l'equilibrio. Per fortuna Travis fu pronto a sorreggermi, sennò sarei caduta miseramente a terra. "Dannate stampelle!" sibilai a mezza voce. "Ne ho abbastanza di questi affari. Domani andrò dalla dottoressa per sentire se posso farne a meno".

Monica mi prese la borsa, liberandomi dall'impiccio. "Su su, datti una calmata. Ci servi tutta intera e funzionante nel più breve tempo possibile. A proposito, vieni lo stesso ad assistere all'allenamento, vero?"

"Certo, che domande!" esclamai "Anzi, muoviamoci sennò arrivi in ritardo. Ciao Travis, a più tardi".

Il biondo mi diede un bacio sulla guancia sorridendo.
"Gattina, guarisci in fretta che sei intrattabile." Mi fece l'occhiolino e, prima che potessi rispondere, riprese "Devi essere in forma per la festa, lo sai."

"Ovvio. Lo sarò, senza dubbio." Non avrebbe potuto essere altrimenti, non avevo mai saltato una festa di Halloween e, soprattutto, non era mai successo che non ne fossi stata la regina.

"Anche perché sai di avere il compito di presentarmi.." si zittì di botto con un'espressione colpevole nei ridenti occhi azzurri.

"Presentare chi?" chiese subito Monica, guardandoci alternativamente. Tacque un paio di secondi, poi continuò con un mezzo sorriso. "Non dirmi che qualche donzella ha colpito la fantasia del nostro inavvicinabile Travis..."
Le nostre espressioni furono piuttosto eloquenti, perché lei scoppiò a ridere e applaudì "Chi è questo fenomeno? Devo assolutamente conoscerla!"

"Scordatelo, almeno per il momento" tagliai corto. "E ora, se non ti dispiace, andiamo all'allenamento. O vuoi fare tardi? Posto che sei tu il capo, finché io sono infortunata, direi che non è il caso".

Monica sbuffò, ma sapeva che avevo ragione. Si avvicinò a Travis ancora immobile, e gli puntò un dito sul petto fissandolo con intenzione. "Tu non pensare che sia finita qua. Me lo dirai chi è. Oh, se me lo dirai! Rassegnati..." Poi si girò verso di me, senza dare il tempo a lui di dire nulla. Raccolse le nostre borse e si avviò verso l'uscita "Andiamo in macchina, Anna. Faremo prima".

Arrivare all'auto in tempi brevi fu per me piuttosto difficoltoso. Non ne potevo più, né delle stampelle né della fasciatura.

Nonostante tutto, arrivammo in palestra in orario e le altre, non appena mi videro insieme a Monica, mi sommersero di baci, abbracci e sorrisi dei quali probabilmente non era vera neppure la metà. Naturalmente ricambiai, con identici abbracci, baci, sorrisi e falsità.

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