Prologo

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Erano passate circa sei ore da quando la regina aveva partorito. Adesso stava meglio ed era davanti alle porte del palazzo. Sapeva che il marito gliela avrebbe fatto pagare e anche molto cara.
Aveva sentito, per caso fortuito, una conversazione tra due grandi Saggi del palazzo. Essi dicevano che oltre al loro mondo ne esisteva un altro, con esseri senza poteri, ma molto più sviluppati. Uno dei due disse, inoltre, che il re aveva ordinato di non far sapere niente di questa cosa al regno. Sarebbe stato rischioso.

La regina sapeva che era vero. Lei stessa era stata una delle prima a saperlo, o per lo meno, a pensarlo.
Aveva dato alla luce una bambina stupenda e adesso poteva, doveva, andarsene. In fondo le dispiaceva lasciare la propria figlia in quel castello, abitato da esseri perfidi e pieni di pregiudizi, ma non aveva scelta. Il marito era diventato un mostro dopo la maledizione. L'avrebbe uccisa.

Adesso, però non c'era più tempo; ormai era inutile farsi mille domande e avere ripensamenti: aveva fatto la sua scelta.
Sapeva che il marito, al momento della scoperta, l'avrebbe cercata, torturata e infine uccisa. Solo lui avrebbe potuto ckmmeytere un'opera tanto infima, solo un tiranno. Doveva scappare e lasciarsi indietro, (non che avesse tanti bei ricordi su quegli anni a palazzo), tutto ciò che aveva provato per il re, che era diventato, da qualche tempo il suo peggior incubo e forse lo sarebbe stato per sempre.
Aveva chiesto alle serve di farle vedere la propria figlia per la prima ed ultima volta. Era un'eccezione alla regola, lo sapeva. Le serve avevano avuto un po' tintennamento, Ginevra stesso lo aveva capito, poi,titubanti, avevano obbedito  a quell'ordine: in fin dei conti, era pur sempre la regina e non sapevano cosa sarebbe potuto accadere di fronte a una tale disobbedienza.
Ginevra era davanti al portone.
Un momento.
Un attimo per pensare a quello che stava per fare.
Conscia di star condannando molta gente e tante popolazioni a un incubo, chiuse gli occhi e strinse i pugni, come per volerlodimenticare. Sarebbe finito tutto in un paio di momenti. Il suo essere fremeva nel petto come l'antica forza che aveva deciso di sopprimere nello stesso istante in cui aveva messo piede nella reggia. Per un secondo ciò  le sembrò quasi ironico.
Sempre in un attimo, disse una serie di parole.
Scomparve nel buio e nel silenzio della notte. La luna fremeva  nel laghetto poco distante, petali di rosa si poggiarono delicatamente sul velo lucido dell'acqua. E chi le avrebbe viste, nella luce notturna, non avrebbe saputo distinguerle per un caso fortunato e non.

Subito dopo le guardie uscirono fuori. Avevano un armatura pesante poggiata  sulle spalle e stretto sul busto, simile a un corretto dorato. Uno scudo e una lancia brillavano dello stesso colore. Gli uomini avanzarono piano mentre le tenebre si infittivano sempre più. Il loro sguardo era consapevole, o per lo meno non confuso: la regina Ginevra aveva tolto il disturbo.
Pochi attimi dopo il palazzo si ridestò, nonostante fosse ancora la terza ora notturna. Qualcuno urlò, una bambina iniziò a piangere e altre luci si accesero nelle camere private. Il re aveva perso la sua regina e da allora tutto sarebbe cambiato.

Spazio Autrice.
Ed eccomi qui come promesso con una nuova storia. Beh che dire: iniziamo bene hihihi.

Che ne pensate? Spero vi piaccia come vi è piaciuta la mia precedente, nonché la mia prima storia.
Consiglio a tutti quelli che non hanno ancora letto la storia di leggerla.

Come sempre fatemi sapere le vostre opinioni con COMMENTI e like.
Buon felice 2016 anche se ancora non Lo è.

A presto
-lucy387❤

P.s. ditemi cosa ne pensate della copertina :)

Rachele Kal -Uno Spirito Libero- //Wattys2016Where stories live. Discover now