Capitolo 14

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*capitolo speciale per i 1,39k*

19 anni prima

Il sole era calato da un pezzo. Le stelle rischiaravano con lucentezza il loro padrone. Il cielo pareva essere padrone indiscusso del mondo quella sera. I fiori illuminati dalle fioche lanterne mettevano in risalto la propria bellezza. Gli alberi irti e scagliosi sembravo difendere la natura.

Il castello era illuminato nonostante il tardi orario. Era spettacolare. Da lontano appariva quasi come un castello abbandonato, selvaggio. Aveva tante siepi attorno che circondavano anche le stalle.
Il panorama era fantastico, irreale. Una fortezza dove avevano imprigionato una bella ragazza. Ecco cosa sembrava.

Anzi, non sembrava; era. Davvero lì c'era una donna che aspettava il suo mago pronto a salvarla.

Quella consapevolezza rese il paesaggio più triste. Come se il pittore avesse sbagliato un qualcosa, ma proprio non capisse cosa.

C'era un'aura potente intorno al quel castello dove la sua figliola era rinchiusa per colpa di esseri spregevoli. Maghi come loro, ma diversi. Simili ma diversi.

Il suo cavallo bianco come la Luna dava un certo risalto al paesaggio già illuminato.

L'uomo sospirò prendendo un po' d'acqua dalla sua borraccia e finito, la mise al suo posto.

I suoi abiti si confodevano con le ombre notturne. Mentre la sua barba sembrava volesse risaltare su quel viso cinquantenne.

Tirò un colpo di tallone allo stomaco del cavallo e proseguì il suo viaggio.

Aveva una missione da compiere. E se non ci sarebbe riuscito una maledizione sarebbe caduta su tutto il Regno.

Ma non poteva farci niente.

A mali estremi, estremi rimedi.

***
Ginevra stava piangendo.
Lacrime amare le rigavano il viso.
Voleva andarsene.
Scappare, allontanarsi.

Lo odiava. Da quando era andata ad abitare lì, alla Reggia.

"APRITE, APRITE!" Sentì urlare. Corse verso il portone della grande sala.
Voleva andarsene; sapeva di chi era quella voce. Lo sapeva troppo bene.

"Papà aiuto, sono qui!" iniziò a urlare mentre batteva i pugni vicino a quel maledetto portone.

Le guardie, meravigliate, cercarono di spostarla da quella postazione. C'era davvero suo padre dietro quella porta? Questa era la domanda che alleggiava nella mente di ogni guardia presente in quella sala.

Nessuno la conosceva bene, non sapevano da quale luogo, né da quale nobile famiglia provenisse.

"Regina, per favore, si sposti! Dobbiamo aprire!" le disse con calma uno.
Quest'ultima, sentito ciò, si calmo e si spostò. Non si preoccupò neanche delle lacrime, del trucco e dell'acconciatura disfatta. Semplicemente, non gliele importava in quel momento.

Il portone si aprì e quello che doveva essere suo padre si presentò con le braccia spalancate. Ginevra si buttò tra quelle dolci e calorose braccia.

Era strana la loro relazione. Erano sempre stati stretti eppure c'erano quelle volte che Ginevra proprio non lo sopportava,era il solito padre geloso e protettivo. Sapeva che era per il suo bene, ma lei, voleva la sua indipendenza.

Ma adesso? Cosa le era successo? Rapita, portata via, dalla sua casa nascosta, dal Re.

La paura era stata tanta, e lo era ancora.

"Cosa succede qui!?" Una voce spaventosamente preoccupata e furiosa si sentì in quell'enorme sala.

Ginevra, visibilmente, tremò.

Noahl la vide lì, tra le braccia di suo padre, e tremò anche lui. Sapeva che stava per succedere.

"Via, via tutti! Voi due seguitemi!" Adirato, il Re, si diresse verso il suo studio con due potenti maghi alla calcagna.

Ad un certo punto Ghui, il padre di Ginevra, si fermò.

"Perché arrivare fino al tuo studio? Voglio mia figlia indietro, e se non me la darai getterò il Regno nel caos più totale!"

"Papà..." sussurrò Ginevra. Non voleva essere la causa di una cosa simile.

"Ghui, tua figlia è la mia Regina, mia!" Disse e tirò per un braccio Ginevra.

Ghui, al limite, non resistette più.

"Ebbene, io ti avviso. Il Regno vivrà nel caos e una terribile maledizione di abbatterà su di voi tutti. Il popolo Gyty scomparirà fin quando su questa terra non comparirà la principessa Darnos, figlia di una Gyty e un Kal. Tu la odierai e avrai la sua responsabilità. Addio."

E sparì. Il giovane Kal guardò la Gyty. Non era possibile.

Ginevra piangeva. Adesso sì, che sarebbe potuto succedere di tutto.

Spazio Autrice.

E che dire, il capitolo dice tutto. Scusate gli errori. Al prossimo capitolo.

A presto
-lucy387❤

Rachele Kal -Uno Spirito Libero- //Wattys2016Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz