Capitolo 13

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"Allora Dina? Che è successo?!" Sbraitò Masky. Nel frattempo Hoodie curava la ferita dello Slenderman. 

Dina continuava a sfregarsi le mani. Non voleva incolpare Eren.

"Allora?!"  la bionda prese fiato "Non lo so..io ero in cucina, parlavo con lo Slender, poi qualcuno dal salotto l'ha chiamato. Ci fu un attimo di silenzio, ma poi ho iniziato a sentire rumori forti, cose che si distruggevano, e infine l'urlo dello Slender" disse lei cercando di essere il più convincente possibile.

Tutta la stavano squadrando da capo a piedi, e stavano calcolando la sua versione.

"è stata lei! Ovvio!" la incolpò Jeff puntandole il suo coltello sporco di sangue secco.

"Cosa?!" chiese la ragazza stupefatta

"Impossibile" disse Hoodie "Judge Angels come arma ha una spada. Se lo avesse colpito lei la ferita sarebbe molto più profonda. Si vede chiaramente che è stato un coltello"

Jeff abbassò lentamente il coltello, e Dina sembrò calmarsi.

Masky la guardò "Sei sicura di non aver visto niente?" lei annuì.

"Quanto ci vorrà prima che si riprenda? " Chiese preoccupato Toby mentre si alzava gli occhialetti. Hoodie guardò nuovamente la ferita per essere certo della risposta "Credo due giorni, dopodiché potremmo sapere chi è stato"

"Ora possiamo andare?" Chiese la bionda. Masky fece un cenno di approvazione.

La ragazza salutò e si diresse veloce alla porta.

Masky mise una mano sulla spalla di Toby " A te piace spiare gente, vero?" Toby si abbassò gli occhialetti "Certo."


In quel lasso di tempo Eren era riuscito ad arrivare in città, vicino alla zona dove abitava, ma non sarebbe potuto rimanere lì ancora per molto, allo Slenderman sarebbero bastati pochi giorni per riprendersi, e quando avrebbe detto il suo nome. 

Era morto.

Già vedeva il suo volto reso irriconoscibile dalle troppe ferite, i suoi capelli neri intrisi del suo stesso sangue e il suo corpo una specie di poltiglia. E come se non bastasse avevva messo in pericolo pure la vita della sua amata Luna. 

la gamba gli diede una fitta di dolore, e non riuscì a trattenersi una smorfia di dolore.

Salì lento le scale, ogni movimento gli sembrava dannatamente lento, perciò arrivare al suo appartamento gli sembrò qualcosa di miracoloso.

Si buttò sul letto dopo essersi disinfettato la ferita. Domani non sarebbe andato a scuola.


Luna diventò più nervosa quando non lo vide. Starà male, continuava a dirsi. però la sua più grande paura era che se ne era andato, perché aveva scoperto che lui è Bloody Painter. 

Quel giorno aveva ben quattro ore di discipline pittoriche, e sperava che quelle quattro ore non la facessero pensare, ma come mise la mano in tasca sentì della carta piegata: il disegno.

Quell disegno così dettagliato di lei che le aveva fatto Eren.  

Scosse il capo. Non doveva preoccuparsi per lui.

cercò di passare le quattro ore con serenità, ma qualsiasi cosa le ricordava lui...e poi la sera prima.

Dentro di lei sapeva che era successo qualcosa.

Il suo sguardo si rivolse verso la finestra, osservò l'azzurro del cielo e , forse se lo immaginò solo, ma vide qualcuno in lontananza. Scosse la testa pensando fosse solo la sua immaginazione: era stanca, quattro ore di discipline pittoriche , per quanto si potesse amare il disegno, erano pesanti.

Finalmente l'ora suonò e questo le diede un grande sollievo.

"Luna!" una ragazza le venne incontro "uno dei vicepresidi ti ha incaricata di rimanere dopo le lezioni per sistemare gli armadietti" la ragazza accettò, anche perché non aveva molta scelta. E poi era divertente sistemare gli armadietti, qualche volta si trovavano anche disegni degli anni '90 o '80.

Insieme a lei per ordinare e pulire la scuole c'erano altre quindici persone circa, non le stette a contare, a lei erano stati segnati gli armadietti dell'ultimo piano, e dato che erano pochi bastava una persona sola. 

Iniziò ad estrarre le tavole e a guardare le loro date: quelle prima del 2008 erano da raggruppare e consegnarle in segreteria o in vicepresidenza. Cominciò a smistare . Destra, sinistra, destra, destra, sinistra. Ogni tanto faceva delle bevi pause per guardare meglio certi disegni. 

La tentazione di prenderli e portarseli a casa era veramente molta: parecchi studenti lo facevano, anche perché nessun professore si sarebbe accorto della sparizione di un disegno non recente.

Poi ne trovò uno parecchio affascinante: doveva essere una rosa, il rosso era ancora intenso nonostante gli anni, nella quali i petali si dissolvevano diventando uno stormo, o una nube di vari colori fino ad arrivare al nero più totale.

Lo ammirò ancora un attimo, poi rapida prese la sua cartelletta e vi infilò svelta il disegno. 

La paura che qualche professore, o bidella passasse era molta. Poteva sempre dire che era suo, però era improbabile che le avrebbero creduto considerando quello che stava facendo.

Fece un sospiro di sollievo. L'idea di incorniciarlo e appenderlo nella sua camera la emozionava parecchio.

Sempre meglio che fargli prendere polvere, si ripeteva.

Stava per rimettersi a lavorare ma...

" Lo sai che il furto è un reato? Dovrai essere giudicata"


E dopo tanti anni, anzi decenni, ecco il seguito! Spero siate persone felici ora.





Amo il colore del sangue || Bloody PainterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora