XVIII. The most beautiful laugh.

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[Harry's P.O.V]

«Harry la tua valigia è pronta?», chiese Louis fuori dalla porta del bagno.

«Si amore, è tutto pronto! Non preoccuparti siamo in anticipo, non rischeremo di perdere il volo anche stavolta, stai tranquillo!», dissi confortandolo.

*Qualche ora dopo*

[Louis' P.O.V]

«Porca troia, Harry, porca troia corri!», sbraitai.

«Ma io sto correndo cazzo!», mi urló a sua volta continuando a correre.

«Ma dio santo... no, non possiamo perdere il volo, il prossimo volo per Holmes Chapel è tra tre fottuti giorni..», urlai di nuovo.

La gente ci fissava, era palese, due ragazzi abbastanza giovani che corrono come due cretini per un aereoporto sbraitando, non è una cosa da tutti i giorni.

«Oh cazzo si! Ecco il gate!», disse Harry spalancandogli occhi come se avesse visto un fantasma.

Io nel frattempo, ovviamente, dato che il disagio era sempre presente, andai a sbattere con la mia valigia contro un'altra signora, DI NUOVO.

"Eccheccazzo", imprecò la mia mente.

Da quel momento in poi tutto sembró svolgersi a rallentatore.

La signora si giró di scatto e con la sua borsetta cercó di colpirmi.

La borsetta avanzava lentamente verso di me.

Ed io per non prenderla in piena faccia, DI NUOVO, la schivai prontamente in modalità matrix, avete presente no?

«LOU ECCO LA HOSTESS!»

Deviammo la direzione in cui ci stavamo dirigendo e ci catapultammo verso la hostess.

«MI SCUSIIIIIII, MI SCUSIIIIIII!», urlai io sventolando la mano in aria.

«No, mi dispiace ma..», inizió a dire la hostess che venne interrotta da Harry...

Aspetta cosa?! HARRY?!

«NO! NON HA CAPITO! 'MA' UN CAZZO, ADESSO LEI PRENDE I NOSTRI PASSAPORTI, CONVALIDA
I BIGLIETTI, SGANCIA QUELLA CORDICINA DI MERDA E CI FA SALIRE SU QUEL FOTTUTO VOLO.», sbraitó lui verso la hostess.

La hostess giustamente spaventata prese i passaporti e convalidó i biglietti senza ulteriori esitazioni.

Harry, il ragazzo dolce, era riuscito a spaventare una persona.

Be' in realtá due..

Anche io ero abbastanza spaventato in quel momento.

Ma HEY! Aveva funzionato.

Ed era quello lo scopo.

Salimmo finalmente sul volo e decollammo verso Holmes Chapel..

***

[Harry's P.O.V]

Il volo duró qualche ora e finalmente atterrammo ad Holmes Chapel.

Ero finalmente a casa.

Dall'aereoporto per arrivare a casa mia ci spostammo con i vari mezzi pubblici perchè nonostante fosse una piccola città era ben collegata.

Dopo mezz'oretta eccoci arrivati davanti al vialetto di casa.

Era tutto perfetto come ogni anno.

L'albero di natale ancora addobbato, le famosissime tendine rosse che appendeva mia madre alle finestre ogni anno, le lucine di decorazione esterne, il giardino tutto decorato.

È tutto cosí, così come l'avevo lasciato.

È quasi un anno che non vedevo la mia famiglia e..

«Cazzo Lou..», esclamai io.

«Che c'é?!», chiese perplesso e preoccupato lui.

«Emh.. tu hai avvertito mia madre del nostro arrivo?», chiesi.

«...Emh, no.», rispose dopo un po'. «Tu l'hai fatto?»

«...No, perchè avevo detto a te di farlo», risposi dopo una lunga pausa.

«Be' dopotutto era una sorpresa no?», liquidò lui ridendo nervosamente e premendo il pulsante del citofono.

Ed io ricambiai solo con un sorriso omicida.

La portà si aprì lentamente e sulla soglia si rivelò mia madre.

«No, non compriamo nulla. Arrivederci.», disse sbattendo la porta.

Io e Louis ci guardammo e scoppiammo a ridere in una risata molto rumorosa.

Dopodichè io feci il segno con la mano del 3.. 2.. 1..

E come previsto la porta si riaprì e mia madre si tuffò su di me ad abbracciarmi.

«HAZZA AMORE MIOO, SEI TORNATO!», mi disse.

«A COSA DEVO QUESTA SPLENDIDA VISITA? E CHI È QUESTO BEL GIOVANOTTO? TUTTO BENE IN AMERICA? ...
GEMMA TESORO, SCENDI, C'È HARRY.», disse a raffica.

«Mamma allora.. INIZIA COL RESPIRARE PROFONDAMENTE E DARTI UNA CALM..», iniziai ma venni interrotto da Gemma che mi saltó addosso.

«HARREH.», urló amorevolmente.

«GEEEEM!», dissi ricambiando l'abbraccio.

«Be'.. dicevo, CALMATI!, lui è Louis, ti ricordi?», chiesi.

E non avendo risposta continuai..

«Il figlio di Johanna, i Tomlinson.»

Vedendo che mi guardava perplessa pensai a qualcosa che potesse farglielo ricordare e mi venne un idea.

«È BOOBEAR.», dissi in tono ovvio.

«OHHHH, LOUISSS CARO!», disse come se avesse fatto la scoperta del secolo. «Quanti anni sono passati? Come sta tua madre? Ci sei mancato.», concluse per poi sussurrare un po' troppo ad alta voce. «soprattutto ad Harry!»

"Antisgamo.", pensai.

Ma vidi Louis sorridere, un sorriso sincero, pulito.

Ero felice di vederlo finalmente sorridere.

«Mamma, noi avevamo intenzione di rimanere qui a dormire per poi domani tornare in aereoporto e prendere il nostro volo per New York.. È un problema?», chiesi titubante.

«OH HAZ È STUPENDO, NESSUN PROBLEMA!», disse entusiasta lei.

Io e Louis ci guardammo e sorridemmo.

Mi stava per baciare ma si rese subito conto della situazione quindi si ritirò.

Per fortuna non lo notò nessuno.

Gli avremo detto tutto la sera stessa.

«Be' allora ci divertiremo oggi pomeriggio!», dissero con dei ghigni maligni sul volto, per poi scoppiare a ridere.

La loro risata coinvolse tutti e fu uno dei momenti più belli.

*SPAZIO AUTRICE*
HEY HEY HEY!
Come va?
ECCO IL 18° CAPITOLO.
Anche se non sembra siamo quasi al termine.
Spero che vi stia piacendo e che non vi annoi mai!
Vi amo sempre di più.

All the love xx
-A.

Like Two Kids » L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora